fairy tales

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Sono ancora una bambina. è vero, è così.

Mi atteggio, mi atteggio parecchio, con i miei vestiti neri, i capelli tinti che un tempo erano rossi e ora sono arancione schifo, i miei bracciali molto darkettoni emo e le maglie dei nirvana e degli stones. Ma dentro sono ancora una bambina.

E la gente lo sa, e questo mi fa piacere.

Credo nelle favole. Si, ci credo. 

Ma non solo nelle favole eh. Nelle storie in generale.

Credo ancora che un giorno incontrerò il temibile uomo a sei dita, colui che deve essere ucciso dal tipo spagnolo mingherlino che deve vendicare suo padre.

Credo ancora negli esseri piccoli dai grandi piedi che vivono in case scavate nella terra e sono gli esseri più ospitali di questo mondo.

Credo nelle magie, credo nelle piccole fate dei boschi e nei troll dei sotterranei.

credo che la mia casa in campagna sia circondata da una barriera di funghi che protegge me e la mia famiglia dai pericolosi esseri che stanno la fuori, e che il nostro angelo custode sia un cosetto incazzoso ghiotto di miele.

Credo nel pirata ubriacone che guida una ciurma di morti ed è inseguito da un tipo con una fracca di tentacoli viscidi e schifosi in faccia.

credo nei supereroi e nei viaggi nel tempo.

Credo nell'uomo con due cuori che vive in una cabina del telefono blu, credo che quell'uomo un giorno mi farà evadere dalla mia monotonia giornaliera.

E non me ne vergogno in realtà. Anzi, è la cosa che mi piace di più di me stessa.

certo, molta gente potrà chiamarmi infantile, una bambina. Mi dirà che dovrò crescere, che non posso continuare a vivere per sempre nel mio mondo di fantasie.

Ma perché non posso?

In questa terra desolata, dove ogni giorno veniamo bombardati da immagini di odio, di violenza, di guerra, io credo ancora nella magia.

Non è una cosa di cui andare fieri?

Credo nella luce alla fine del tunnel, credo nelle avventure, credo nelle figate spaziali.

Cazzo, vi sembra poco rimanere così fiduciosi in un mondo dove la fantasia viene schiacciata nei bambini da subito?

Ci viene detto che il mondo non è il luogo adatto per i sogni, che le cose così stanno e così saranno sempre, che quello che leggiamo, quello che vediamo, quello in cui crediamo è inutile. Ci viene detto di smettere di sognare in un mondo migliore, perché questo è quello che abbiamo e dobbiamo accettarlo.

Mi rifiuto.

Quest'estate io vado in Irlanda, ci vado con la persona che amo e altra gente a caso e mi rifiuto di credere che saranno due settimane normali. Mi rifiuto di credere che non mi succederà niente.

Perché io starò la, eccitata come un bambino davanti ad un negozio di caramelle, a inseguire gli arcobaleni, perché so che prima o poi la pentola d'oro la trovo. Se andiamo in campagna, probabilmente mi perderò per i prati della verde Irlanda e cercare i piccoli lepricani. Ulrlerò ad ogni persona con i capelli rossi.

E sarà magico, perché lo sogno da sempre, fin da piccola. Da quando ascoltavo le canzoni dei Modena City Ramblers su questo posto magico, che tutti maledicono quando se ne vanno perché non vorrebbero andarsene, perché gli ha rubato il cuore. Canterò canzoni popolari e cercherò folletti, e si, lo farò e avrò 16 anni e non me ne fregherà nulla.

Perché senza questi sogni io non sono nessuno.

Voglio morire ad 85 anni, nella mia casetta colorata di Murano, magari davanti alla mia macchina da scrivere (perché le macchine da scrivere sono più aestethic dei computer), quella stessa macchina da scrivere che avrò usato per imprimere tutte le meravigliose avventure che avrò vissuto allora.

E se non le avrò vissute, almeno ci avrò creduto.

Fino alla fine.

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