three shots of whiskey

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Ci chiamavamo three shots of whiskey, quelli che ci erano bastati per farci venire l'idea.
Non eravamo troppo male come gruppo.
Abbiamo iniziato suonando in sordidi locali nella nostra cittadina, posti pieni di gente con meno aspirazioni di noi, finiti in quel locale per cacciare via la loro disperazione almeno per qualche ora.
Li facevamo divertire, facevamo il nostro lavoro, e inizialmente era quello che ci bastava.
Eravamo tre. Andrea suonava la chitarra, aveva deciso di imparare la sera stessa in cui avevamo deciso di mettere su un gruppo.
Francesco era la voce. Era una voce arrochita da anni di sigarette e non aveva una grande estensione vocale, ma adattammo i nostri pezzi secondo le sue capacità senza problemi.
Io stavo al basso, il posto nel retro dove appartenevo. Scrivevo i miei testi mediocri e Andrea ci schiaffava sopra qualche melodia orecchiabile.
Andavamo bene in realtà, ci divertivamo noi e facevamo divertire il pubblico.
Sul palco ovviamente non eravamo mai sobri, la sola idea di suonare senza come minimo tre birre in corpo non era accettabile.
Dopo ogni spettacolo finivamo quasi sempre così ubriachi che nemmeno ci ricordavamo il nostro nome.
Ma andava bene, era il nostro modo per scappare dalla realtà; tutti hanno bisogno di quel qualcosa che li faccia sentire un minimo vivi.
Quel gruppo era il nostro qualcosa.
Non so come ci siamo ritrovati dove siamo finiti.
Suppongo che un giorno qualcuno di importante ci abbia sentito suonare e per qualche strano motivo gli siamo piaciuti.
Sta di fatto che dopo non poco tempo avevamo un contratto fra le mani, un disco che stava per uscire e un tour per mezza Europa.
Quello fu il nostro primo ed ultimo tour.
Sul palco eravamo bravi, riuscivano a coinvolgere la folla.
Francesco catturata tutti con la sua voce roca, Andrea faceva le sue magie con la chitarra e rimanevo nel mio posto sul fondo del palco, a suonare il basso senza essere veramente rilevante per il tutto.
Non finimmo mai il tour.
Andrea un giorno semplicemente scomparve, noi due poveri diavoli rimasti non avevamo voglia di continuare senza di lui. Ci sciogliemmo così come ci eravamo messi insieme, silenziosamente, quasi senza accorgersene. Io finii in una città  grande, non devi più ritorno nel posto dove ero nato.
Francesco tornò invece a casa. Andrea continuò a rimanere scomparso. Buon per lui. Aveva trovato un modo per non ferire più nessuno.
Mi dimenticai del gruppo, del tour, degli altri due ragazzi abbastanza in fretta, e quei pochi fan che avevamo guadagnato si dimenticarono di noi
Ci spegnemmo silenziosamente, come una sigaretta scadente
Ho scoperto anni dopo che Francesco era morto, leggendo il suo necrologio su Internet.
Cocaina ovviamente, come tutti i ragazzini insignificanti che un tempo erano qualcuno.
Non sono tornato a casa, nemmeno per visitare la sua tomba, ma la sua morte mi ha fatto ricordare, anche se solo parzialmente.
E ogni sera bevo quei trebicchierini di whiskey e brindo alla sua anima, alla sua voce che si è spenta troppo presto.
Brindo allo scomparso Andrea, che probabilmente ha fatto la mia stessa fine oppure è morto da qualche parte senza creare alcuno scompiglio, così come aveva vissuto.
E brindo al mio basso, quel basso che ho bruciato una sera d'estate di qualche anno fa, giusto perché sapevo di poterlo fare
Bevo il mio alcool e continuo la mia vita mediocre, e so che è giusto così.

GEEZ io sono passata dal pubblicare cose carine e divertenti a STE ROBE non sto crescendo proprio bene ve'?

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