Capitolo 2

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Il primario ci dedica uno sguardo corrucciato, cercando di capirci qualcosa.
"Scusate, ma voi due vi conoscete?" ci chiede, una vena di curiosità nella voce.

Luca si limita a scrollare le spalle, io, invece, lo scruto confusa mentre spiego sia una vecchia conoscenza.

Il dottor Visconti, a quel punto, si limita a liquidare l'infermiera, che si allontana non prima di avermi sorriso, e poi batte una mano sulla spalla del mio collega. Non credo di averlo mai visto così vivace, prima d'ora.
"Caro mio, visto e considerato che vi conoscete", la sola parola mi fa storcere la bocca,"non sarà un problema per voi collaborare, vero?" ci domanda, passando lo sguardo prima sull'uno poi sull'altro.

Per poco non rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva e lo maschero con un colpo vigoroso di tosse, che fa ridere sotto i baffi Luca.

"Beh, Alfredo..."il suo cingermi le spalle subito dopo e il suo parlargli informalmente mi lasciano perplessa. Non sapevo si conoscessero, ma ora tutto mi è più chiaro.
"Non sarà di certo un problema per me" nel dirlo mi lancia un'occhiata eloquente che faccio finta di non cogliere, "lavorare con una mia carissima vecchia amica" continua, facendo affiorare un sorriso sulle sue labbra.

Di anni ne sono passati tanti, ma ai miei occhi è come se fosse sempre lo stesso. 
Gli occhi verdi brillanti, lo stesso doppio taglio di capelli. Forse la barba incolta lo rende più maturo, donandogli un'aria vissuta, ma per il resto è lo stesso ragazzino che mi spezzò il cuore.
Sì, perché Luca Franzese è il ragazzo di cui da adolescente ero innamorata. Mi ero illusa tante volte che quelle sue occhiate o quei gesti nei miei confronti potessero significare qualcosa. Ma evidentemente non ci avevo mai capito nulla e mi ero ritrovata spesso ferita dal suo trattarmi bene e poi male contemporaneamente. 
Era sempre stato il ragazzo per cui avrei messo in pausa la mia canzone preferita o smesso di leggere un libro, e lui mi aveva ricompensato baciando un'altra ragazza davanti ai miei occhi. 
Prima di quel momento, ci avevo provato tante volte a dimenticarlo, ma bastava che lo vedessi e che lui mi guardasse con i suoi occhioni verdi per farmi vacillare. 
Poi c'era stato il colpo di grazia, ci ero rimasta talmente male da piangere chiusa in camera mia. A quei tempi non l'avevo mica capito che non ne valesse la pena. Dopo le lacrime era arrivata la rabbia che mi aveva portato a cancellare ogni tipo di rapporto con lui, perfino l'amicizia su facebook. Lui si era permesso di venirmi a chiedere cosa fosse successo e io gli avevo sputato tutta la verità in faccia, lasciandolo basito.
Da quel giorno non c'eravamo più parlati. Adesso, addirittura direi, me lo ritrovo in ospedale, e ok che sapevo avesse intrapreso medicina come me, ma mai a pensare che finissimo un giorno sullo stesso posto di lavoro.

"E tu Anita, cosa dici?" il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa rabbrividire, ma ci faccio poco caso e fingo un sorriso, guardando il dottor Visconti.

"Va bene" rispondo atona, poi aspetto che il primario ci dia una pacca sulla spalla e ci auguri buon lavoro, prima di scoppiare.

"Bene, ci mancava solo che dovessi ritrovarmi a lavorare con te!" sbotto, puntandogli un dito contro il petto. 

Lui, a quel punto, mi osserva confuso e alza le braccia al cielo. "Scusa, cosa avresti contro di me? Guarda che al contrario di quello che pensi, sono una persona professionale e competente!" risponde, accusatorio e offeso.

Sbuffo sonoramente e mi allontano, lasciandolo da solo. 

Finalmente mi dirigo nello studio, indosso il camice bianco, e mi siedo alla scrivania dove controllo se ci siano le cartelle dei piccoli pazienti. Proprio mentre sto per fare ciò, il bussare della porta mi interrompe. 

Maria fa capolino dalla porta, dopo che io le abbia detto di entrare, una mano in una tasca del pantalone mentre l'altra mantiene un bicchiere di caffè.
"Dottoressa, ho pensato che fosse una brutta giornata per lei e le ho portato il caffè" mi dice con un sorriso, appoggiando il bicchiere sulla scrivania. 

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora