Anita è una sognatrice, la vita le ha tolto spesso quanto di più caro avesse, eppure lei non perde mai la speranza.
Tra i desideri più grandi ha posto il voler diventare pediatra e vuole raggiungere con tenacia quest'obiettivo. Vuole diventare medico per dedicare la sua vita agli altri.
Ma Anita sogna anche di trovare l'amicizia, quella vera e solida, e per ultimo, ma non meno importante, sogna l'amore.
L'amore con la A maiuscola, quel sentimento tale da farti sentire potente e felice come non mai. Vuole provare sulla sua pelle quella sensazione di benessere e appagamento che la persona amata può darti. Ambisce ad una storia come quelle che adora leggere nei suoi libri, un amore come quello che ha visto riflesso negli occhi dei suoi nonni e vede coltivare, ogni giorno, nei gesti dei suoi genitori. Qualcosa che ti metta la testa e il cuore in subbuglio. Qualcosa che in vita sua non hai ancora mai provato.
E poi incontra Luca e lei non lo sa, ma lui la vita gliela scombussolerà totalmente.Vi siete mai chiesti come fosse andato il primo incontro tra Luca e Anita?
Ecco a voi un salto indietro nel tempo, se ne volete sapere di più, non vi resta che leggere...First Love- Dove tutto ebbe inizio
Primo giorno di liceo significava per me tante cose: era un miscuglio di emozioni che ero sicura non sarei stata in grado di codificare fin quando non avrei varcato quella soglia. Vivevo quel giorno come un senso di rivalsa e di sicurezza. Avevo riposto in esso tante aspettative, speravo che quell'ambiente potesse essere un nuovo inizio, l'inizio di qualcosa di bello.
La vita non era sempre stata giusta e generosa con me, spesso mi aveva tolto quanto di più chiaro avessi e mi ero resa conto presto di quante ingiustizie ci fossero, eppure, la speranza rimaneva lì, imperturbata. Abitava in un recondito posto nel mio cuore e non poteva fare a meno di farsi notare ogni volta che riuscissi a scorgere nella mia esistenza attimi di felicità. Perché io ero una sognatrice.
Tra i desideri più grandi, avevo posto il voler diventare pediatra e avrei raggiunto con tenacia quell'obiettivo. Volevo diventare medico per dedicare la mia vita agli altri.
E poi sognavo di trovare l'amicizia, quella vera e solida, e per ultimo, ma non meno importante, sognavo l'amore. L'amore con la A maiuscola, quel sentimento tale da farti sentire potente e felice come non mai. Volevo provare sulla mia pelle quella sensazione di benessere e appagamento che la persona amata può darti. Ambivo ad una storia come quelle che adoravo leggere nei miei libri e un amore come quello che avevo visto riflesso negli occhi dei miei nonni e vedevo coltivare, ogni giorno, nei gesti dei miei genitori. Qualcosa che ti mettesse la testa e il cuore in subbuglio. Qualcosa che in vita mia, non avevo ancora mai provato.Quando il fatidico giorno arrivò, varcando l'ingresso di quell'imponente edificio, mi sembrò tutto così nuovo e quella realtà, per quanto volessi non pensarlo, mi spaventava. Un anno prima la mia vita era cambiata radicalmente con la scomparsa di mio nonno. Stavo lasciando che la mia timidezza prevalesse su tutto, inghiottendomi in un guscio, da cui io stessa non volevo uscire.
In estate era arrivato il colpo di grazia, perché, prima che incominciasse la scuola, avevo perso un'altra persona importante per me. Non perché non fosse più in vita, anzi, ma lei aveva fatto tutto affinché io non facessi parte della sua.
Era la persona che consideravo più vicina ad una sorella e che mi conosceva meglio di chiunque altro, ma io non potevo dire lo stesso di lei. Ci eravamo conosciute tre anni prima a danza. Frequentavamo le scuole medie insieme, ma in classe diverse, e non c'eravamo mai viste prima.
Gli interessi che ci univano erano molti e svariati e da quel giorno non ci lasciammo più. Lei non si era integrata bene con le compagne, quindi io fui per lei una sorta di salvezza, più tardi capii che il suo bene non era poi così genuino nei miei confronti.
Passavamo più tempo a casa dell'altra che propria, e all'inizio era tutto bello.
Progettavamo tante cose insieme: iniziare il liceo e, questa volta, nella stessa classe, fare l'università anche quella insieme, perché per uno strano scherzo del destino sapevo anche lei volesse fare medicina e successivamente pediatria. Più avanti, quella cosa, pensai potessi rivelarsi un incubo.
Tutto ciò non era mai successo per il semplice fatto che fossero subentrate terze persone e lei si fosse allontanata da me. Io, però, non ci vedevo amicizia in quel nuovo gruppo che si era formato e non lo dicevo per gelosia, anzi. Per il semplice motivo che vedevo come le comandasse a bacchetta e, nonostante loro mi conoscessero e fossimo uscite insieme qualche volta, non avevano fatto niente per capire come mai io non fossi più invitata, no. Avevano preferito seguire lei.
Era stata pur sempre la mia migliore amica, come è giusto che fosse le volevo ancora un gran bene e gliene avevo voluto per tanto tempo, finché non avevo deciso di eliminarla per sempre dalla mia vita, tenendomi ben lontana da tutto ciò che la riguardasse.
Quel primo giorno di scuola la incontrai e ci pensò mio fratello Marco, venuto a conoscenza di tutto l'accaduto, a rifilarle una bruttissima occhiataccia, capace di farla scappare con la coda fra le gambe, lei che non si lasciava mai intimorire da niente e nessuno...
Mi sussurrò di non badare più a persone del genere e mi accompagnò fuori la mia classe. A differenza di quella che avrei dovuto frequentare insieme a lei, qui non conoscevo nessuno. Ma cambiare sezione all'ultimo momento, mi era sembrata la cosa più giusta da fare, come potevo sopportare di stare nella stessa classe con una persona che mi aveva fatto così male?.
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Ricominciamo da qui (COMPLETA)
Storie d'amoreAnita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospe...