La procedura per l'intervento di Lucia può avere inizio. Non mi sembra neanche vero. Il pensiero mi fa andare via dall'ospedale con il sorriso.
Guido tranquilla per le strade della città, il cielo è limpido all'orizzonte, e la luce del sole inonda l'abitacolo della mia automobile.
Non ho molto tempo per tornare a casa, Sabrina mi ha chiesto di vederci e non posso dirle di no.
Imbocco la strada per il centro e mi adopero a trovare un parcheggio. Non ci metto molto, è primo pomeriggio e la città, a quest'ora, non è così frenetica.
Raggiungo a piedi il posto in cui ci siamo date appuntamento. Un bar molto in voga della zona.
Come pensavo, di lei non c'è ancora traccia, ma d'altronde è comprensibile. Lo studio legale dove lavora è nel centro direzionale, una zona opposta a questa e, poi, il pancione, che le cresce a dismisura, l'ha rallentata molto nelle sue cose.
A quel punto, mi siedo ad un tavolino, assicurandomi che dia sulla strada e l'aspetto. Un cameriere mi si avvicina. È mingherlino e molto giovane, credo sia nuovo, perché non l'ho mai visto prima. Mi sorride, chiedendomi cosa desideri ordinare, ma attendo che arrivi la mia amica.Appoggio una mano sotto al mento facendo leva con gomito sul tavolo e il mio sguardo viene catturato dalla luminosità del posto, favorito sicuramente dalle portafinestre in vetro che, nei mesi caldi, creano un open space sulla strada.
Osservo le pareti, gialle ocra, in contrasto con il nero dei tavolini in ferro battuto, ma che richiamano il pavimento in marmo, la soffittatura in cartongesso con i faretti a creare giochi di luce.
E poi le vetrine, con le prelibatezze, i sapori e gli odori che emanano. Le alzatine con le torte in pasta di zucchero, con rifiniture così dettagliate e a tratti reali, così belle da guardare ma altrettanto da saggiare.
Tutto in questo posto emana cura e finezza, ma, soprattutto, un'estrema dolcezza.Io e Sabrina l'abbiamo scoperto anni fa, quando lei e mio fratello erano ancora adorabili fidanzatini, e io mi dividevo tra università e lavoro.
La mia cognatina ha occhio in queste cose e, dalla prima volta che mi ha proposto di prendere un caffè insieme, questo è diventato il nostro posto.
Sabrina è entrata nella mia vita in punta di piedi, ma ci siamo accorte, dal primo momento, che non ci sarebbe stato difficile legare.
Credo che ad averci unito di più sia stato la necessità di avere una sorella a cui appoggiarsi.
Lei non ha mai avuto sorelle: tragicamente quando i suoi genitori hanno perso la vita in un incidente stradale, sua mamma aspettava una bambina. L'avevano saputo qualche giorno prima del triste evento e Sabrina era entusiasta. Con l'incidente, purtroppo, aveva perso la sua famiglia e la possibilità di avere una sorella le era sfumata davanti agli occhi.
Un fatale destino che me la fa ricondurre a Lucia.
Sabrina, a differenza sua, ha avuto la fortuna di essere circondata da amore dal primo momento, e nessuno ha esitato nel decidere di prendersi cura di lei. I suoi zii, Angelica e Luigi, non ci avevano pensato un attimo e l'avevano accolta in casa come una figlia. Un grandissimo gesto d'amore.
Il legame e l'affetto li avevano sempre uniti, ma quella nuova prospettiva li aveva resi legalmente una famiglia.
Mi aveva raccontato, spesso, quanto non fosse stato facile, ma il sostegno non le era e non l'è mai mancato.
Suo cugino, Emanuele, che poi è diventato suo fratello, l'aveva accolta in casa, allettato dall'idea di poter condividere i suoi giochi con qualcuno. Che fosse femmina e non gli piacessero le macchinine poco gli importava. Sabrina e lui hanno un bellissimo rapporto tuttora, nonostante lui sia lontano per i suoi studi, ma ci sono cose in cui un fratello non può competere con una sorella. E questo lo so bene anche io.Un acchiappasogni tintinna ad annunciare l'arrivo di qualcuno e la scorgo sulla soglia della porta, trafelata.
Alzo una mano nella sua direzione, facendole segno di avvicinarsi. Mi rendo conto che, nonostante sul suo viso sia presente una notevole stanchezza, non perda mai il suo dolce sorriso."Scusami, mi hanno trattenuta. Nemmeno adesso che sono nelle mie condizioni, hanno pietà di me" si interrompe per aprirsi una breve risata. "E comunque ti ringrazio per essere venuta".
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Ricominciamo da qui (COMPLETA)
RomanceAnita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospe...