"Nicola, cosa ci fai tu qui?"
Il silenzio che ne segue è quasi assordante, poi il mio amico ride nervoso."Avrei dovuto immaginare che tu fossi con lui. Ormai siete pappa e ciccia, cip e ciop" mi schernisce.
Lo guardo di sbieco, mettendo le mani sui fianchi.
"Nicola...per favore, smettila" lo ammonisco, esasperata da questo suo comportamento.Lui non risponde e osserva Luca al mio fianco, poi alza le mani in segno di resa.
"Sì, hai ragione. Non sarei nemmeno dovuto venire" fa un passo indietro, avvicinandosi all'uscita, con il capo chino."No, aspetta!" lo fermo prima che se ne vada.
Lui mi guarda sorpreso, sono sicura che non se lo aspettasse, poi mi volto a guardare un'ultima volta a Luca e mi avvicino a Nicola, facendogli segno di seguirmi.
Scendo le scale, di corsa, senza nemmeno aspettarlo, e sento i suoi passi alle mie spalle.
In reparto avverto la sua voce chiamare spesso il mio nome, ma io non lo ascolto. Non voglio che pensi che io non sia arrabbiata con lui. Solo davanti alla porta del mio studio mi fermo e gli faccio segno di entrare.Lui a quel punto si guarda intorno, osservando qualsiasi cosa, mentre mi libero del cappotto e della sciarpa, appendendoli.
"Chi ti ha detto che ero qui?" gli domando accusatoria.
Lui si volta a guardarmi, squadrandomi dalla testa ai piedi, e sorride. Non so cosa gli stia passando per la testa e non so lui, ma io non ho proprio voglia di scherzare, non adesso.
"È la prima volta che ti vedo così, in veste di dottoressina. Ti sta bene il camice" mi fa presente.Sapevo che avrebbe trovato anche la benché minima scusa per sviare il discorso.
Roteo gli occhi al cielo. "Ripeto la domanda, chi ti ha detto fossi qui?" replico.Lui infila le mani nelle tasche dei jeans, sposta il peso del corpo sull'altro piede, e temporeggia. L'attesa è snervante.
"Carlotta..."confessa alla fine.Mannaggia lei e la sua cotta, avrei preferito che avesse continuato ad odiarlo!
Rido nervosa e scuoto la testa.
Lui mette una mano in avanti per spiegarmi. "Non te la prendere con lei, l'ho costretta"ammette, abbassando lo sguardo.
Ci mancherebbe solo che mi arrabbiassi con lei!
"E cosa le hai promesso, eh?! Ormai quella ragazza pende dalle tue labbra"ribatto e solo in quel momento mi rendo conto di aver parlato troppo.
Lui mi scruta a lungo, a fondo. "Non capisco cosa tu voglia dire. Lottie voleva solo aiutarmi. È questo che fanno gli amici, no?" mi chiede, confuso.
Sì certo, la verità è che voleva solo attirare la tua attenzione, ma questo non glielo dico. È giusto che sia Carlotta stessa a parlargli dei suoi sentimenti, se mai lo farà. Mi soffermo, però, sulla sua ultima frase. "Sì, certo! Gli amici fanno anche questo"lo scimmiotto.
"Nicola, io sono molto delusa da te, sappilo, ti rendi conto che stavi per ricominciare?"lo accuso.Lui si passa una mano sul viso, dispiaciuto. "Lo so...mi dispiace".
Gli punto un dito contro, infastidita. "Ti dispiace? Tu non hai nemmeno idea di come mi senta. Noi siamo qua per lavorare e non puoi nemmeno immaginare il dolore che si provi qui dentro. Lucia sta peggiorando, sai? E ho paura che possa andarsene da un giorno all'altro e Luca mi ha raccontato una storia che solo a pensarci mi vengono i brividi"la mia voce si incrina "e tu, ti presenti qui con l'intenzione di prendere di nuovo questione".
Non so nemmeno per quale motivo, forse per la tensione, ma le lacrime cominciano a sgorgare dai miei occhi, lasciandolo spiazzato.
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Ricominciamo da qui (COMPLETA)
RomanceAnita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospe...