Capitolo 18

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"Solo una stupida come me poteva ricascarci. Avrei dovuto imparare la lezione, tanto un  bacio è stato insignificante"esordisco quella sera, a casa di Carlotta, le mani nei capelli, l'espressione corrucciata.

"Tesoro, dovresti calmarti"si premura lei, accarezzandomi un braccio.

Sono piombata come un uragano in casa sua, e lei dimostra sempre tanta pazienza nei miei confronti.

"Oh, Lottie, sono così giù di morale..."ammetto affranta, nascondemi il viso. "Ma cosa ho fatto di male per meritarmi questo?"

Lei sorride dolce, facendomi segno di avvicinarmi per un abbraccio. 
"Vieni qui, adesso ci prepariamo una bella cioccolata calda, e vedrai le cose sùbito sotto un'altra prospettiva".

Cioccolata calda-casa di Luca-bacio, penso che la mia amica abbia sbagliato proprio paragone.

Storco il naso, ma la seguo lo stesso in cucina, la sua mano che si stringe attorno al mio braccio.
Il tavolo è scorparso di fogli, il pc acceso.

"Avevi da fare?" chiedo, mordendomi il labbro, a disagio.

Lei mi rassicura con un sorriso. "Ma no, solo qualche compito da correggere, stai tranquilla" si affretta a spiegarmi, sistemando il pc e i fogli da parte.

"Non avevo voglia di stare da sola, stasera"ammetto timidamente, portandomi le braccia al petto in un gesto di protezione."Comincio a pensare di essere patetica".

"Anita..."la voce le esce in un sussurro, il suo sguardo dice tutto e niente.

"No, è vero...sono ridicola. Mi vedi come mi sono ridotta per un uomo? È insopportabile che lui riesca a farmi questo effetto dopo anni. Io stavo così...così bene e poi è tornato. Ma perché non se n'è stato a Milano, eh? No, lui doveva tornare qui e rovinarmi la vita. Ero felice, e c'era Nicola con me. Lui se n'è andato e chissà se mai tornerà, e sai perchè l'ha fatto? Perché sapeva che io ero ancora follemente innamorata di lui. L'aveva capito sùbito e si è fatto da parte, capisci? Io, il mio amore per lui, ho rovinato tutto. E anche quell'ospedale, ora lo odio. Odio dovermi alzare la mattina e sapere che lo vedrò. Con quella sua espressione che sembra dirmi tutto e niente, con il suo sguardo da duro che si scioglie solo con Lucia. Odio vederlo guardarmi senza mai farlo per davvero. È lacerante. Se non fosse per quell'amore di bambina, non so che farei. Tu mi capisci, vero?Dimmi di sì, a volte arrivo a non capirmi da sola".

Lottie si appoggia al bancone della cucina, facendosi leva con le braccia, e accenna un sorriso comprensivo. "Non lo odi davvero, ti stai solo convincendo. Sei stressata, non devi pensarci".

"Quindi non capisci come mi sento?" le chiedo, mettendo il broncio.

"Non è questo. Pensa a qualcosa di bello, dai".

"Lucia mi ha detto che mi vuole bene, stamattina, e sono rimasta senza parole"le confesso.

Lei mi osserva, lo sguardo illuminato. "Non è bello?" domanda.

"Che lei mi voglia bene? Sì, è bellissimo. E io mi sto affezionando in modo particolare a lei, lo sai,no? A volte...ho un pensiero stupido, ma vorrei regalarle quella famiglia di cui lei avrebbe bisogno".

Carlotta è speranzosa di saperne di più. "Vorresti essere tu la sua mamma?"

"Sì.."ammetto timidamente, avvicinandomi a lei che mi fa segno di sedermi allo sgabello dall'altra parte del bancone. 

Mi stringe le mani tra le sue e mi osserva premurosa.
"È un pensiero bello, d'altronde avete un legame speciale, ma manca un lui. Tu, da sola, potresti richiedere solo un affido temporaneo, lo sai..."i suoi occhi perdono la lucentezza di prima, il suo sguardo si fa pensieroso.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora