Per MartinaMonge
Una scommessa d'amore- Carlotta e Federico
Se c'è una cosa che Carlotta non potrà mai dimenticare è l'aver incontrato Federico.
Se lo ricorda bene quel giorno di inizio autunno, cominciato come uno dei più ordinari e trasformatosi in qualcosa che le avrebbe cambiato l'esistenza.
Carlotta osservava i suoi alunni, cercando di trasmettere loro la passione che lei aveva coltivato per la lingua inglese. Li scrutava con attenzione, appoggiata alla cattedra dietro di sé, e le sembrava di rivedersi seduta tra quei banchi, lì tra le mura di quel liceo che un tempo lei stessa aveva frequentato.
Poi, all'improvviso, qualcuno aveva aperto la porta, presentandosi sulla soglia. Carlotta era stata colta da un sussulto, ma così impercettibile che nessuno se ne era reso conto. Il suo sguardo interrogativo si era tramutato in uno sorpreso, non appena aveva notato la persona entrata. Carlotta non aveva riconosciuto sùbito Federico; erano passati talmente tanti anni dall'ultima volta che si erano visti, sarebbe stato impossibile, eppure, c'era qualcosa nello sguardo di quello sconosciuto che l'aveva folgorata. Doveva essere stata la sua bellezza, pensò lei. Federico era indubbiamente bello e sapeva di esserlo. C'era qualcosa nei suoi occhi grigi che avrebbero fatto vacillare chiunque. Su questo era stata d'accordo anche la schiera di ragazzine voltatasi ad ammirarlo, sognante.
"Buongiorno" lui aveva sorriso, certo del fascino che emanava.
Carlotta si era ridestata dai suoi pensieri, ancora frastornata.
"Lei è?" Gli aveva domandato con fare professionale, incrociando le braccia al petto. Osservando il suo abbigliamento e la borsa da lavoro che portava con sé, aveva ipotizzato fosse un supplente.
Il ragazzo aveva fatto un passo in avanti verso di lei, e Carlotta era stata frastornata dal suo profumo inebriante.
"Sono Federico Bianchi, il nuovo professore di matematica" si era presentato e Carlotta aveva giurato di sentirsi male. Non poteva essere un caso. Ma ricordava benissimo che Federico con i numeri ci avesse sempre saputo fare e non solo con quelli.
Eppure, lui era così cambiato, rispetto al ragazzino che aveva lasciato. Sembrava così maturo, diverso e Carlotta aveva sperato che i suoi cambiamenti non fossero solo fisici.
Carlotta aveva dovuto, però, lasciar da parte i suoi pensieri, quando aveva notato non gli avesse risposto e che lui la stesse guardando in modo curioso. Ma di sicuro non era perché l'avesse riconosciuta.
"Carlotta Neri" aveva replicato allora, accennando ad un sorriso.
Poi, potè giurare che fosse stato nel momento in cui gli aveva teso la sua mano per stringerla che lei avesse avvertito una scintilla colpirla, procurandole brividi in tutto il corpo.
Sì, era stato proprio in quel preciso istante che Carlotta aveva capito non potesse scampare da Federico. Se non si fossero mai conosciuti, lei avrebbe detto potesse trattarsi di un colpo di fulmine, ma Carlotta con lui ci aveva avuto a che fare in passato, se ne era innamorata perdutamente, rimanendone profondamente scottata.
Però, pensò, doveva essere un segno del destino che aveva deciso di riportarlo sulla sua strada, non c'erano altre spiegazioni a questo inaspettato incontro.
"Piacere di conoscerla" le aveva sorriso il ragazzo, voltandosi poi a guardare gli alunni, che osservavano interessati il loro scambio di battute.
"È un piacere conoscere anche voi ragazzi. Quindi, prima di iniziare ci tenevo a farmi conoscere e scambiare quattro chiacchiere con voi. Vi dico che tendo ad instaurare un rapporto confidenziale con i miei alunni e sono disponibile a chiarire ogni vostro dubbio, ma detesto che mi si prenda in giro: potrei diventare davvero cattivo se mi accorgessi che qualcuno di voi prenda la cosa sottobanco. D'altronde siete al vostro ultimo anno ed è richiesto da voi parecchio impegno, ma sono sicuro che con la giusta collaborazione, riusciremo ad andare d'accordo".
Carlotta aveva ascoltato interessata il suo monologo: Federico aveva un modo ipnotizzante di parlare. Anche i ragazzi erano rimasti colpiti dal suo modo di fare, ma c'era stato qualcosa nelle sue parole che li aveva lasciati perplessi, tanto da farli bisbigliare tra di loro.
Carlotta aveva cercato di riportare la calma, invano.
"C'è qualche problema?" aveva domandato allora lui, placando qualsiasi bisbiglio.
Il suo tono era intriso della giusta dose di autorevolezza: era proprio il lavoro adatto a lui, non c'erano dubbi su questo.
Una ragazza, a quel punto, intimidita, aveva alzato la mano e aspettato che lui gli desse il suo consenso, prima di iniziare a parlare.
Carlotta la conosceva bene, era Caterina Ferri, la studentessa migliore della classe.
"Professore, mi scusi, ma noi non siamo al quinto anno" aveva fatto presente.
Federico li aveva guardati in modo perplesso.
"Non siete la 5a D?"
Si era poi voltato verso di lei, come a chiedere il suo aiuto.
Aveva sussurrato anche a lei la stessa domanda e Carlotta si era dovuto trattenere dal sorridere divertita per la sua gaffe. Eppure, che sciocca, mentre aveva parlato, non se ne era nemmeno resa conto.
"No, prof, siamo la 3a A!" avevano esclamato in coro, i ragazzi.
Federico si era armato di estrema calma, dandosi dello stupido, per aver fatto una figuraccia. Un errore imperdonabile per uno impeccabile come lui. Soprattutto perché questo episodio avrebbe potuto fargli perdere una certa credibilità. Aveva, allora, sfoderato un sorriso carico di scuse.
"Deve esserci stato un errore, mi dispiace. Ero sicuro di avere lezione in questa classe, ma non siete la 5aD, quindi" aveva lasciato la frase in sospeso, attento a riprendere il suo orario e scrutarlo attentamente, "ma avete detto di essere la 3aA, giusto? Ah, bene! Sta di fatto che io sia comunque il vostro professore e oh, ecco, abbiamo lezione insieme proprio domani!" Aveva fatto presente, loro.
Carlotta aveva potuto giurare di averli visti esultare e anche lei aveva potuto gioire profondamente della notizia. Essere colleghi di classe significava doverlo vedere anche a tutti gli impegni e i consigli in comune e non solo nei corridoi dell'istituto.
Si prospettava un anno fantastico.
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Ricominciamo da qui (COMPLETA)
RomansaAnita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospe...