Capitolo 54

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-nella gif in alto: Nicola😊

L'insegna del Sunset Bar, lucida e colorata, lampeggia davanti ai miei occhi e mi premuro di trarre un respiro profondo, prima di entrare. Uno schiacciasogni tintinna quando mi faccio spazio nel locale. Nicola, come speravo, è al bancone, stretto nella sua divisa, e sta servando la colazione ad alcuni clienti. Rimango ferma, lì, accanto alla porta, mentre lo osservo destreggiarsi nel suo lavoro. Non riesco a fare a meno di guardarlo quando accenna un sorriso cordiale e si muove, velocemente, per servire le persone che si avvicinano. Mi rendo conto che la mia attenzione sia completamente catalizzata su di lui- riscoprendomi profondamente orgogliosa del mio amico- senza fare caso al resto che mi circonda.

"Ehm, scusi?" avverto qualcuno, dietro di me, schiarirsi la voce e portarmi a voltarmi, incuriosita.

"Sì?" domando. 

"Dovrebbe spostarsi, sta intracciando il passaggio" mi fa presente la signora, a disagio.

Faccio un balzo di lato, accennando a un sorriso costernato.
"Mi dispiace" ammetto, in imbarazzo, ma lei, annuendo, mi ha già sorpassato.

Abbasso il capo, muovendomi in direzione del mio amico, che adesso è di spalle, intento a preparare dei caffè.
Mi avvicino, accomodandomi ad alcuni sgabelli posti accanto e, forse, per la prima volta, da quando sono entrata, mi permetto di dare un'occhiata all'ambiente che mi circonda. Il Sunset Bar si trova a ridosso di un centro direzionale, dove pullulano uffici e aziende di editoria. Non mi è difficile capire perché la maggior parte dei clienti presenti abbia un abbigliamento molto formale. Il locale in sé è molto carino, in uno stile minimal chic, con il bancone in granito scuro e i faretti a illuminare l'ambiente.
"Ciao! Scusa, mi faresti un caffè?" proferisco, sporgendomi nella sua direzione.

Nicola annuisce, nonostante non possa vedermi, e sistema due tazzine sugli appositi piattini.
"Sì, certo, arriva subito" borbotta, indaffarato, sistemando le molteplici ordinazioni da portare ai tavoli circostanti. "Macchiato o normale...Anita?!" esclama sorpreso, incrociando solo poco dopo il mio sguardo.

"Ciao, Nicola" lo saluto, sciogliendomi in un sorriso.

Lui sbatte gli occhi, ancora incredulo di avermi qui. D'altronde da quando è tornato e ha trovato lavoro in questo posto, è davvero la prima volta che io ci metto piede.
Il mio caffè è servito poco dopo, e nel frattempo che lui lava alcune tazze sporche, ne approfitto per sorseggiare la mia bevanda e sospirare davanti al sapore della caffeina che invade le mie pupille gustative.

"Allora, cosa ci fai qui?" mi domanda Nicola, pulendo con uno straccio il bancone.

Incrocio il suo sguardo, arricciando le labbra in una smorfia.
"Non posso passare a salutarti?" gli replico, ingenuamente.

Lui corruga la fronte, accennando a una risata, scettico. "Anita, perché sei venuta?"

Rilascio un sospiro, ticchettando le mie dita sulla superficie liscia del marmo.
"Devo parlarti".

Il mio amico annuisce, incrociando le braccia al petto. Mi rendo conto che il locale, data l'ora, si sia svuotato, e la quasi totale assenza di clienti ci permetta di avere una certa privacy.

"Dimmi tutto" mi esorta.

"Io e Luca stiamo insieme" gli confesso, cercando di captare in lui qualche reazione. Il comportamento di Nicola è capace di colpirmi, perché  mi dà l'impressione di essere rimasto indifferente alla notizia.

"Okay" ammette, infatti, con non chalance. 

Corruccio la fronte. "Okay?" gli chiedo, confusa.

Nicola rotea gli occhi al cielo, appoggiandosi al lavandino dietro di sé, facendosi leva con le braccia.
"Sì, Anita, okay. Mi fa piacere, stop." ribatte, evasivo, ma non mi sfugge che il suo tono si sia fatto d'un tratto infastidito.
 
"È questo tutto quello che sai dirmi?" sussurro, intristita. Non che mi aspettassi Nicola facesse i salti di gioia, sia chiaro, ma non pensavo potesse reagire con questa insolita freddezza.
Lui arriccia le labbra in un sorriso irrisorio, indicandomi.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora