Capitolo 46

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Leggete l'angolo autrice alla fine del capitolo😊

Luca prende a muoversi per il corridoio, tenendomi per mano. E, mentre ci facciamo strada verso una meta a me ancora sconosciuta, sento alcuni sguardi posarsi su di noi, ma al momento non mi importa cosa pensino o cosa si sussurrino. Incredibilmente, accanto a Luca, sento che potrei sopportare qualsiasi fandonia.
Luca rinforza la presa sulla mia mano, quando anche lui si rende conto che stiamo riscontrando una certa attenzione. Ma, mentre il suo viso si indurisce, facendogli serrare le labbra in una linea sottile, capisco che vorrei riuscire a dedicare loro la stessa indifferenza.
Ma, ahimè, non ne sono capace. Perché io tra i due sono l'anello debole e non riesco a farmi scivolare addosso queste accuse così gratuite, soprattutto quando mi danno della raccomandata. Ma, d'altronde, è facile per loro dedurre che io lo sia solo perché sono una giovane donna che si fa strada da sola, no?
Poi, però, il suo sguardo ricade di me, e lui si dimostra essere attento alle mie condizioni, osservandomi preoccupato che possa cedere da un momento all'altro.
Luca velocizza il passo, e capisco che mi sia quasi difficile stargli dietro, poi spalanca la porta del suo studio, con una certa fretta, permettendomi di entrare. Ma mi rendo conto presto che non abbia intenzione di rimanere qui, quando raggiunge l'attaccapanni posto accanto alla scrivania per prelevare il suo cappotto e appoggiarlo su un braccio. In ogni suo più piccolo gesto, osservo esserci dell'urgenza.
Cerco di capire quale siano le sue intenzioni, ma mi affido a lui, quando cominciamo a farci strada di nuovo. D'altronde gli ho chiesto io di portarmi via. Prendiamo l'ascensore e l'ambiente è avvolto dal silenzio. Nessuno di noi due ha intenzione di proferire parola ma è meglio così, e il nostro non è affatto un silenzio pesante, tutt'altro.
Comprendo ben presto dove Luca abbia intenzione di portarmi, quando raggiungiamo il quarto piano che dà sul terrazzo dell'ospedale.
Mi stringo nelle spalle, voltandomi a scrutare Luca al mio fianco, che accenna un piccolo sorriso.
La porta produce uno scricchiolio profondo e rumoroso mentre Luca la richiude dietro di sé.
Gli do, allora, le spalle, rabbrividendo per una folata di vento e portandomi a strofinare le mani sugli avambracci per riscaldarli. Nonostante il sole batta forte sulla nostra città, non è in grado di spazzare via il freddo che l'avvolge. Improvvisamente sento invadermi dai ricordi; qui, molte sere fa, ho trovato Luca chiuso nel suo dolore e, nonostante quel giorno sia ormai così lontano, riesco a ricordare ogni attimo trascorso insieme, da come sia stato diffidente in un primo momento a come si sia lasciato andare poi, permettendomi di avere una sua visione senza barriere.
Luca mi raggiunge, fermandosi a pochi passi da me. Poi, facendosi sempre più vicino, appoggia il suo cappotto sulle mie spalle, facendolo aderire al mio corpo, esercitando delle carezze sulle mie braccia. A quel punto si stringe a me, adagiando il capo sulla mia spalla come a cercare un calore ristoratore dalla nostra stretta.
Avverto ogni fibra del mio corpo tendersi alla sua presa su di me per poi sciogliersi, inevitabilmente. Allora mi volto nella sua direzione, accennando un sorriso per ringraziarlo della sua gentilezza.
Luca rimane dietro di me, e lo avverto soffocare un suo sospiro sulla pelle scoperta del mio collo.
La sua vicinanza, qualsiasi suo gesto, adesso, stanno mettendo a dura prova la mia voglia di mantenere una certa integrità.
Non so se Luca si renda conto di cosa sia capace di suscitare in me o forse ne è cosciente e sta solo esercitando il potere del suo fascino su di me? In ogni caso, ruoto leggermente il volto verso di lui, in modo tale da incrociare i suoi occhi, trovandoli già fissi su di me. 

"Perché siamo qui?" gli faccio notare, lanciando un'occhiata eloquente al posto che ci circonda.

Luca ricambia il mio sguardo, arricciando le labbra in una smorfia divertita. "Mi hai detto tu di portarti via e, dato che uscire dall'ospedale non ci è possibile, dovremmo accontentarci di questo posto per stare soli...io e te" mi fa presente come se fosse ovvio, portando poi lo sguardo fisso davanti a sé.

Ricominciamo da qui (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora