CAPITOLO 141

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Mi si annoda lo stomaco appena Harry imbocca con la macchina la strada di casa.
Non posso crederci che sto tornando qui e che ho accettato di andare a trovare mio padre. Ammetto che mi manca davvero tanto, d'altronde è l'unico familiare stretto che mi rimane oltre a mio fratello Niall e ai miei zii italiani.
Sospiro appena la macchina si ferma davanti alla grande casa.
Io e Harry scendiamo dalla macchina e mi sorprende quando intreccia le dita della sua mano con la mia.
Mi giro guardandolo e lui mi sorride cercando di confortarmi.
Ci avviciniamo alla porta e mi allungo a suonare il campanello.
Dopo pochi minuti la grande porta bianca si apre rivelando Anne con una tazza di tè in mano.
I suoi occhi verdi si allargano leggermente quando mi vede e un sorriso sincero identico a quello di suo figlio di fa spazio sul suo volto.
«Oh mio dio la mia bambina» esulta buttandosi su di me per abbracciarmi.
Sento Harry lasciarmi la mano e prendere la tazza dalla mano della madre. Ridacchia dietro me e Anne mentre ci abbracciamo.
Quasi mi viene da piangere per come mi ha chiamata appena mi ha vista.
Sono la sua bambina..
Sento le lacrime della donna bagnarmi la spalla seguite da un singhiozzo.
«Come sei diventata bella, possibile sia passato solo un anno?» chiede ridacchiando mentre mi lascia andare.
Sorrido quando la vedo asciugarsi le lacrime e spostarsi per farci entrare.
La casa è come sempre e non è cambiato niente. Tutte le cose sono al solito posto come le avevo lasciate quando ero andata via.
«Sedetevi pure sul divano che vado a fare dell'altro tè e vado a chiamare Carl» dice sparendo in cucina.
Mi mordo il labbro sentendo il nome di mio padre e subito il panico si impossessa di me.
Io e Harry ci sediamo sul divano e la sua mano raggiunge nuovamente la mia stringendola leggermente.
Dopo pochi minuti Anne rientra in salotto con un vassoio. Sul vassoio ci sono quattro tazze, una teiera, il barattolino dello zucchero e un piatto pieno di biscotti sicuramente fatti da lei.
Appoggia tutto sul tavolino basso davanti a noi e sorride girandosi verso le scale, sale i primi tre gradini prima di fermarsi.
«Carl!! Abbiamo ospiti scendi!!» urla per poi tornare da noi e sedersi dall'altra parte del tavolino sull'altro divano.
«Non so se scenderà, abbiamo litigato giusto un'ora fa. Sai come fa, adesso tiene il broncio» ridacchia Anne guardandoci.
«Avete litigato?? E per cosa??» chiedo curiosa guardandola mentre inizia a versare il tè nelle tazze.
«Io non voglio avere la famiglia divisa in questo modo. Harry e Niall sono sempre fuori per lavoro, Gemma non parla quasi mai e non vuole mai stare in casa con noi, tu che stai in Italia per colpa di Carl ed io e tuo padre siamo sempre in tensione per le nostre idee diverse. Io voglio vedere tutti uniti. Voglio che tu e Harry stiate insieme perché accetto il vostro amore ma lui continua con la sua idea e questo non lo accetto.» spiega riempendo l'ultima tazza.
Sono sorpresa su come le cose siano cambiate in questi ultimi mesi.
Sapevo che ad Anne non dava nessun problema la relazione tra me e suo figlio ma non credevo che ci difendesse così tanto.
«Anne non vorrai divorziare vero??» chiedo preoccupata mentre lei alza lo sguardo su di me.
«Oh Jas certo che no. Io amo tuo padre anche se è uno stupido cocciuto» borbotta facendomi ridere e tirare un sospiro di sollievo.
Mio padre ha bisogno di lei.
Smetto di ridere e mi giro sentendo dei passi sulle scale.
Resto ferma guardando mio padre alla fine delle scale che mi fissa scioccato.
«J-Jas..» borbotta camminando lentamente verso di noi.
Mi alzo lasciando la mano di Harry e mi avvicino a mio padre, resto a qualche passo da lui cercando di capire cosa devo fare.
Non ho il tempo di dire niente che velocemente fa un passo avanti, mi afferra il braccio e mi attira a se abbracciandomi.
Scoppio a piangere insieme a mio padre mentre ci stringiamo l'un l'altro.
«Piccola mia..» sussurra prendendomi in braccio e facendomi allacciare le gambe al suo bacino.
Dopo circa dieci minuti mi rimette a terra staccandosi dal nostro abbraccio.
Prende il mio viso tra le sue grandi mani e passa i pollici sotto i miei occhi togliendo le lacrime.
Tiro sul naso sorridendo leggermente mentre lo guardo portarsi le mani sul viso per togliere anche le sue di lacrime.
Dopo pochi secondi ci andiamo a sedere su i divani lui accanto ad Anne e io accanto a Harry.
Riprendo la mano del ragazzo al mio fianco e vedo lo sguardo di mio padre e della madre di Harry cadere sulle nostre mani.
«Come sei stata in questo anno??» chiede un po' incerto mio papà.
«Impegnata. Ho lavorato ma è da circa un mese che mi sono licenziata. Avevo bisogno di svago dopo aver lavorato tanto.» spiego sorridendo.
Penso a Mia che sicuramente adesso starà con Ariel a giocare in salotto.
Mi manca la mia bambina.
«Mm e la zia? Come sta?»
«Oh sta benissimo, si è iscritta a zumba. Devi vederla come si muove» dico ridacchiando.
«Sono felice di vederli Jas, perché sei qui??» chiede Anne mentre mi porge la mia tazza di tè.
«Ecco.. io e Harry ci siamo incontrati a Milano. Ho passato anche del tempo con Gemma e poi sono partiti per tornare e mi ero dimenticata di restituire una cosa molto importante a mia sorella. Quindi sono venuta qui per ridargliela e ne ho approfittato per venire a salutare voi bene che non so quando sarà la prossima volta che vi rivedrò.» dico sospirando.
«Riparte domani sera» aggiunge Harry che fino a quel momento non aveva parlato.
«Oh di già?» chiede sorpreso mio padre.
«Si ho molto da fare, ho la mia coinquilina che ha bisogno di me. Lei ha una bambina e quando va a lavoro la aiuto io» sospiro mentendo.
Mi giro sentendo la porta d'ingresso aprirsi e quando vedo Gemma entrare mi spunta un sorriso.
«Oh mio Dio ma tu mi segui!!» urla correndo da me che mi sono alzata.
Mi salta addosso abbracciandomi forte.
«Eh si hahaha» rispondo solamente lasciandomi abbracciare.
«Gem, lascia stare Jasmin così si va a fare una doccia. Io intanto vado a fare la spesa così ti cucino le lasagne Jas» dice Anne mettendosi il giacchetto ed uscendo.
Harry si alza dal divano e prende il vassoio con le tazzine di tè vuole e le porta in cucina.
«È casa tua, comportati come sempre» borbotta mio padre prima di alzarsi e venire verso di me.
Mi lascia un bacio sulla fronte che dura più del solito.
«Devo finire del lavoro in ufficio, ci vediamo dopo» dice salendo le scale.
Poco dopo io e Gemma andiamo al piano di sopra.

Impossible Love 2 ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora