CAPITOLO 91

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Sento un leggero pianto che proviene dalla culla accanto al mio lettone.
Mi alzo stropicciandomi gli occhi e raggiungo la culla guardando la bambina all'interno.
Mia figlia mi sorride mentre mi affaccio per guardarla meglio.
I suoi occhioni verdi incontrano i miei azzurri ed è come la prima volta che vidi suo padre.
Sospiro prendendola tra le mie braccia cullandola mentre torno a letto e la poggio sul materasso.
Subito dopo mi sdraio accanto a lei dopo aver preso il biberon così che possa mangiare.
Sorride allegramente prima di attaccarsi per iniziare a bere.
Sorrido anche io guardando come è felice solo per il fatto che le stia dando da mangiare.
«Ah Mia sei proprio uguale a tuo padre» sussurro toccandole il nasino.
Alla fine ho tenuto la creatura che stava crescendo dentro di me e sono stata davvero felice di sapere che era una bimba.
L'ho chiamata come tanto avrebbe voluto Harry.
Il nome italiano che amava da sempre e che pensava sarebbe stato il migliore per sua figlia.
Mia.
È molto originale e piace sia a me che a lui anche se non sa nemmeno di avere una figlia.
È passato più di un anno e mezzo da quando l'ho visto per l'ultima volta in quella stazione.
È passato più di un anno e mezzo da quando mi ha stretto in un suo abbraccio.
È passato più di un anno e mezzo da quando l'ho visto per l'ultima volta.
È passato più di un anno e mezzo da quando ho posato le mie labbra sulle sue.
Il suo sapore familiare mi manca..
E Mia ormai ha ben 14 mesi e diventa sempre più uguale a suo padre.
Credo che sia la cosa più dolorosa che mi sia capitata.
Avere una bambina che assomiglia così tanto a suo padre che non posso vedere e tantomeno abbracciare.
È difficile andare avanti con gli occhioni verdi della mia bambina che mi guardano curiosi.
All'improvviso si stacca dal biberon e inizia a guardarmi mentre un sorridono si crea sul suo bel faccino.
Alla fine mia zia ha scoperto della gravidanza ma ha promesso di non dire niente a mio padre o ai miei fratelli che chiamano lei per sapere come sto.
Mia zia però mi ha anche aiutato molto con Mia.
Mentre io vado a lavorare lei si prende cura della mia bambina.
Allungo il braccio per recuperare il telefono.
Sono le nove e mezzo e tra un'oretta dovrò entrare a lavoro così rimetto Mia nella sua culla e vado a fare una doccia veloce.
Quando esco mi metto un paio di jeans stretti e un maglione nero così da stare al caldo.
Metto velocemente le mie converse bianche e mi trucco prima di tornare da mia figlia che ha iniziato a piangere.
Corro da lei e appena mi vede smette di piangere.
Così dal nulla fa un sorriso ancora con le lacrime che escono dai suoi occhietti.
«Piccina vieni dalla mamma» sorrido mettendogli le braccia davanti per incoraggiarla.
Ridendo allunga le braccia per farsi prendere in braccio e così faccio.
La cullo un po' prima di andare verso il bagno e spogliarla per farle il bagnetto.
Dopodiché la vesto e la metto nel passeggino.
«Si parte» sorrido facendogli il solletico mentre gli allaccio la cinturina.
Ride e si appoggia allo schienale del passeggino mentre io esco dall'appartamento e chiudo la porta alle mie spalle.
Ovviamente prendo l'ascensore bene che sono al secondo piano di una palazzina.
Quando finalmente esco dalla palazzina inizio a camminare verso casa di mia zia che è abbastanza vicino a casa mia.
Non ho comprato una macchina perché non voglio spendere soldi per una cosa inutile.
Posso benissimo camminare e i soldi che guadagno li spendo per Mia e per le cose che le servono.
Molte volte mia zia cerca di convincermi ad accettare i suoi soldi ma non li voglio.
Adesso che ho una figlia devo essere più responsabile e mi guadagnerò i soldi per me e per lei da sola.
Arrivata davanti alla casa di mia zia suono il campanello e viene ad aprirmi mia cugina Melissa.
«Ei Jas, vieni» sorride aprendomi il cancellino.
Entro dentro il giardino e la raggiungo velocemente salutandola con un abbraccio.
«Ei amore!! Come stai??» sorride Melissa chinandosi davanti a Mia che ride felice di vederla.
Ormai passa la maggior parte del suo tempo in questa casa e mia cugina e i miei zii la fanno davvero stare bene.
«Dai entriamo, mia mamma sta preparando il caffè» dice facendomi staccare dal passeggino per spingerlo lei.
Ridacchio entrando nella grande casa con lei e Mia dietro.
«Buongiorno zia» la saluto andando in cucina.
«Tesoro ciao» sorride lasciando i biscotti sul tavolo prima di venire da me per abbracciarmi.
Ci giriamo verso Melissa che ha già mia figlia in braccio e la sta coccolando per bene.
«La viziate con tutte queste coccole» ridacchio guardando come mia cugina sbaciucchia le guance di Mia.
«Oh altro che» sorride Melissa sedendosi su uno gabello.
«Allora oggi a che ora esci dal lavoro??» chiede mia zia porgendomi una tazza di caffè.
«Mm alle due dovrei essere qui. Oggi ho il turno breve» spiego pensandoci un po' prima.
Entrambi annuiscono mentre mi ascoltano.
«Beh se vuoi puoi venire a pranzo da noi» sorride mia cugina sistemando il vestitino di Mia.
«Oh va bene, grazie per tutto quello che fate. Davvero mi state aiutando molto sia con la bambina che con il lavoro» dico premendo un sorso della bevanda calda.
«Jasmin non ci devi ringraziare. Se hai bisogno noi ci siamo» risponde mia zia avvicinandosi a me per abbracciarmi.
Poso la tazza sul tavolo e la abbraccio forte.
Questa donna è la mia salvezza.
«Buongiorno donne mie» ci saluta mio zio entrando in cucina.
Io e sua moglie ci stacchiamo e per salutarlo.
«Patatina!!» urla guardando mia figlia accoccolata tra le braccia di Melissa.
Mia inizia a ridere mentre mio zio si avvicina a lei prendendola in braccio.
«Beh devo andare sennò arrivo in ritardo. Grazie ancora.» sorrido salutando tutti prima di uscire di casa e avviarmi verso il bar dove lavoro da quando è nata mia figlia.

Impossible Love 2 ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora