CAPITOLO 139

633 24 1
                                    

PROV. JASMIN
Entro nel vecchio parco pieno di ricordi e mi guardo intorno esaminando gli alberi, la fontana e le panchine.
Uguali come sempre.
Mi blocco guardando la figura appoggiata ad un albero.
Il nostro albero.
Sapevo che l'avrei trovato qui.
Appena atterrata a Londra ho preso un taxi e mi sono fatta portare in questo luogo.
Ho passato il viaggio in macchina a guardare fuori dal finestrino, il paesaggio della mia Londra, della città in cui ho sempre vissuto.
Prima di convincermi a prendere il primo volo per Londra e a partire, ho passato circa un'ora chiusa in bagno appoggiata alla porta a piangere e a pensare se davvero volevo lasciarlo andare.
Mi sono posta delle domande e mi sono risposta con sincerità.
Voglio davvero lasciarmi alle spalle Harry??
No, non voglio.
Voglio davvero crescere da sola mia figlia??
No, non voglio. Ma devo.
Voglio salutarlo nel modo giusto.
Sarà un modo per dirgli addio. E questa volta per sempre.
Devo avere il coraggio di intraprendere la mia vita senza di lui.
Anche se fa male, tanto male.
Mi avvicino lentamente alla figura di Harry che si sta spostando verso una panchina.
Si siede e inizia a fissare il nostro albero dandomi le spalle.
Mi ricordo benissimo questo parco, quell'albero in particolare e la fontana.
Quel giorno avevo capito i miei sentimenti per il mio fratellastro.
Quando sono abbastanza vicino lo sento intonare qualcosa.
Riconosco subito la melodia che ormai sento ogni giorno su youtube o in radio.
Sospiro e mi siedo al suo fianco nella panchina.
Harry smette di cantare la strofa prima del ritornello e con una lentezza che mi uccide si volta a guardarmi.
Guardo i suoi occhi verdi che sono leggermente rossi e lucidi mentre mi fissano.
Gli sorrido dolcemente abbassando lo sguardo per guardarmi le mani che ho appoggiato sulle cosce.
Quando alzo la testa per guardarlo noto che sta fissando il mio vestito bianco che ho tirato fuori dall'armadio dopo tanto tempo.
Comincio a cantare da dove era rimasto, cioè dal ritornello.
«I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing To be loved, to be in love» Harry si unisce a me avvicinandosi di più al mio corpo.
«All I can do is say that these arms were made for holding you
I wanna love like you made me feel
When we were 18» alla fine dell'ultimo verso restiamo in silenzio a guardarci.
«Non posso crederci che sei qui» dopo qualche secondo rompe il silenzio mentre continua a scrutarmi con quegli occhi verdi che amo.
«Non ci credo nemmeno io» sussurro ridacchiando.
«Perché hai cambiato idea??» mi chiede prendendomi la mano con lo sguardo pieno di speranza.
Stringo forte la sua mano mordendomi il labbro inferiore.
«Non ho cambiato idea. Penso ancora che sia una cosa sbagliata stare insieme, siamo sempre fratello e sorella» spiego lasciando la frase in sospeso.
«Non siamo fratelli Jasmin. E lo sai» mi interrompe guardandomi seriamente.
So che non gli piace sentirselo dire, ma non posso farci nulla..
«Lo so Harry, ma mio padre e tua madre sono sposati. Siamo una famiglia ormai e non possiamo dividerla in questo modo» cerco di spiegarmi senza farlo arrabbiare.
«Tuo padre sta rovinando la famiglia. A mia madre andrebbe bene il nostro amore. Lei mi capisce. Lei ci capisce.» risponde con tono secco guardando altrove.
«Non posso cambiare mio padre» borbotto quasi offesa dalle sue parole.
Apre la bocca per dire qualcosa ma subito lo interrompo.
«Mi fai finire??» chiedo irritata guardandolo mentre torna a prestarmi attenzione.
Annuisce riportando lo sguardo su di me.
«Dicevo. Non ho cambiato idea, penso ancora che siamo fratelli e che il problema non sia svanito. Però penso che non ti ho salutato nella giusta maniera..» concludo con un sussurro la frase guardando il ragazzo davanti a me.
«Jas, cosa..» per la milionesima volta lo interrompo, ma questa volta in un'altro modo.
Senza pensarci mi avvicino a lui ed inizio a baciarlo, in un attimo ricambia il bacio e mi attira a se stringendomi forte.
Sospiro sollevata da quel bacio.
È come una boccata d'aria dopo una gara di apnea.

PROV. NASH
Stringo il volante della macchina sentendo qualcosa di strano nello stomaco.
Ansia forse??
Non saprei dirlo.
È da quando mi sono alzato che ho una sensazione strana nello stomaco.
Sta forse per succedere qualcosa??
Si scoprirà.
Parcheggio la macchina davanti alla casa di Haley ed Alex e velocemente scendo.
Chiudo la macchina con la chiave e mi avvio verso l'entrata per suonare.
Dopo pochi minuti la grande porta blindata si apre, vedo la mia amica che mi guarda sconvolta mentre continua a strofinarsi i denti con lo spazzolino.
Sempre la solita lenta.
«Haley, perché ti stai ancora lavando i denti?! Mi hai rotto il cazzo dicendomi di muovermi e ti trovo così?!» dico indicandola.
Ha ancora il pigiama e i suoi capelli sono totalmente in disordine, segno che praticamente si è appena alzata.
«Lo so, scusa. Ero comoda nel letto» borbotta cercando di non sporcare tutto con il dentifricio.
Mi fa un sorriso di scuse e si sposta per farmi entrare nella grande casa, richiude la porta alle mie spalle e corre su per le scale.
Scuoto la testa ridendo mentre mi giro a guardare la casa che stranamente oggi è in ordine.
«Ti avevo detto di non aprire quella cazzo di porta!!» urla Alex contro la televisione che, ovviamente, non può rispondere.
È in pantaloncini sul divano e non si è nemmeno girato a guardarmi quando sono entrato.
Penso che sia l'unica persona che guarda un horror alle nove e mezza di mattina.
«Buongiorno Alex» dico sarcastico mentre mi siedo accanto a lui.
«Oh buongiorno ciccio, ti vedo in forma oggi. Sei andato in palestra??» mi chiede non staccando gli occhi dalla televisione.
«Ci siamo visti ieri sera, secondo te sono andato in palestra durante la notte??» rispondo ridacchiando.
«Va bene, non userò più una "frase fatta"» borbotta girandosi due secondi per guardarmi.
Si vede proprio che Haley è sua sorella, poteva ereditare la sua stupidaggine solo da lui.
Vedo la ragazza volare giù dalle scale e mettersi davanti a noi.
«Ci sono» dice tutta orgogliosa guardandomi.
«Haley..» cerco di non ridere mentre la fisso.
«Che succede??»
«Sei tutta spettinata e hai ancora la maglietta del pigiama» dico infine scoppiando a ridere per la sua faccia.
«Cazzo, torno subito» velocemente torna su per le scale e dopo qualche minuto torna con una maglietta blu e una spazzola in mano.
Si pettina i capelli mentre cerca le chiavi di casa.
«Alex io esco, dovrei stare fuori per pranzo. Ti prego non fare casino, ho tirato a lucido questa casa ieri sera, se me la sporchi ti taglio i capelli a zero» Haley minaccia suo fratello aggirando la spazzola.
«Okay capo» Alex sorride a sua sorella e a me prima di salutarci.
Quando entriamo in macchina la mora accende la radio e parte "Clouds" dei ragazzi.
Non ho il tempo di dire nulla che subito Harley inizia a cantare come una matta, così inizio a ridere ed accendo la macchina.

Impossible Love 2 ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora