CAPITOLO 138

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PROV. HARRY
Cammino velocemente e con la testa bassa per le viette cercando di non incontrare lo sguardo di nessuno.
Sia perché non ho voglia di fermarmi a parlare con nessuno sia perché non voglio farmi riconoscere.
Adoro fermarmi a parlare e a fare le foto con le fan, solo che adesso non è il momento.
Ho voglia di scappare dalla realtà, di andarmene, di stare solo.
Faccio entrare più aria possibile nei polmoni per rilassarmi e dopo pochi secondi la ributto fuori.
Entro nel parco dove avevo portato Jasmin e mi guardo intorno spaesato esaminando l'immenso spazio intorno a me.
Sembra passata una vita da quel giorno eppure me lo ricordo così bene.
Cammino verso l'albero dove l'avevo appoggiata per baciarla, le avevo risposto male subito dopo e lei si era allontanata velocemente da me per non guardarmi.
Quella era stata la prima volta in cui mi ero pentito di averla ferita.
Prima non mi importava se la ferivo, lei offendeva me e io offendevo lei.
Era diventato normale.
Ma quel giorno era stato diverso.
Sospiro toccando il tronco, mi sembra di sentirla ancora tra le mie braccia che piano piano si scioglie lasciandosi andare.
Mi allontano e vado a sedermi in una panchina non tanto lontano, quando mi siedo mi giro a guardare il paesaggio.
Non è cambiato molto in questo parco: le panchine sono le stesse, gli alberi sono al solito posto, la grande fontana è sempre piena.
Sembra che il tempo si sia fermato da quel giorno e che sia rimasto tutto uguale.
Mi mordo il labbro e inizio a cantare la nostra canzone, quella che ho scritto pensando a lei.
«I got a heart and I got a soul
Believe me I will use them both
We made a start
Be it a false one, I know
Baby, I don't want to feel alone» mi fermo pensando all'ultima frase.
Non volevo sentirmi solo eppure adesso lo sono.
Ho perso l'unica persona che poteva migliorarmi, che poteva farmi cambiare.
So di avere un carattere particolare e probabilmente lei è l'unica che riesce a capirmi o a calmarmi quando sono incazzato.
Riprendo poco dopo concentrato a fissare l'albero con una nostalgia tagliente.
«So kiss me where I lay down, my hands press to your cheeks
A long way from the playground» mi giro sentendo qualcuno sedersi accanto a me nella panchina.
Trattengo il respiro e perdo un battito guardando la persona che ho accanto.
Mi mordo il labbro rischiando di scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Non posso crederci.
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Eii gente, passate a leggere la storia della mia migliore amica hambrry
La storia si chiama Dark Paradise, andate subito a leggerlaa❤️
Love u💞

Impossible Love 2 ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora