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MADISON

Sono al piano di sotto e sto cenando con mia zia. In quest'ultima settimana non sono uscita, al massimo dieci minuti per prendere un pò d'aria. Sono arrabbiata con tutti loro, perchè non mi hanno mai rivelato che conoscevano mia sorella, e non ho intenzione di far finta di niente.

Mentre sto addentando un pezzo di pizza, sento un clacson provenire da fuori. Non ho proprio idea di chi possa essere, così mi alzo e vado verso la porta d'ingresso.

Quando apro la porta il mio sconcerto è assicurato. Mi avvicino per inquadrare meglio la situazione.

Calvin, in piedi con le braccia appoggiate allo sportello della sua Mustang, che mi fissa.

<Posso aiutarti?> ironizzo avvicinandomi.

<Mi dispiace, Madison. Non era nostra intenzione ferirti. Avevamo solo paura.> il suo modo sincero di scusarsi mentre si passa la mano tra i capelli, è decisamente adorabile.

Madison... Non volevi rimanere arrabbiata?

Mi ricorda la mia coscienza. Devo resistere, non posso farmi ingannare da quel bel faccino.

<E' solo che mi sono accorto... che non voglio che tu sia arrabbiata con me. Lo so, mi sono comportato male in precedenza, solo perchè non sono bravo con le ragazze. Soprattutto con quelle che mi tengono testa come te> ammette.

Lui che non è bravo con le ragazze? Oh, andiamo. Chi è che non conquisterebbe con quelle sue labbra perfette, e quel sorriso da far invidia?

Per la testa mi girano ancora le domande riguardanti alle frasi di Newt e Joel. Decido però di non dare più peso a quelle domande, anche se tutto quello che riguarda Cecilia mi ossessiona.

Decido di dargli una seconda possibilità, perchè d'altronde tutti ne meritano una.

<Ti va se andiamo in un posto?> mi propone, aprendo la portiera del passeggero per farmi segno di entrare. Ha solo parlato lui, io non ho aperto bocca. È così palese che voglia perdonarlo?

<Ei... pianeta Terra chiama Madison.> scherza sorridendo. Oddio, quel dannato sorriso...

<Sì, scusa. Devo prendere il telefono e avvertire mia zia. Arrivo subito> gli rispondo entrando in casa.

<Chi è?> chiede mia zia addentando un trancio di pizza.

<Calvin. Ah zia, la pizza che ho nel piatto puoi mangiarla, io non ho più fame>.

Afferro il telefono e, saltellando, corro verso la porta di ingresso.
Come mai così felice? Calvin ha deciso di non tormentarmi più. Potrebbe mai andare meglio di così?

<Pronta?> chiede lui con un sorriso a trentadue denti. Non l'avevo mai visto così sereno.

Annuisco e salgo in macchina. Con il mio dito scorro sullo sportello per cercare il tasto per aprire il finestrino. Quando l'aria mi scompiglia i capelli chiudo gli occhi e mi godo il momento. Mi giro verso Calvin che tiene lo sguardo concentrato sulla strada, con le labbra semichiuse e le mani al volante. È così bello.

<Hai finito di fissarmi?> chiede lui con un sorrisetto beffardo.

<Non ti stavo fissando.> rispondo secca.

<Se lo dici tu>.

<Dove stiamo andando?>.

<In un posto molto speciale> afferma rimanendo vago <tranquilla, non sono un serial killer che voglio ucciderti>.

<Potresti averne la faccia>.

<No, non è vero.> scoppiamo entrambi a ridere, e la cosa mi sta piacendo. Potrá sembrare strano, ma mi sto iniziando a sentire in sintonia con lui.

Dopo venti minuti di un silenzio di tomba non siamo ancora arrivati, ed io sto iniziando a sentirmi stanca.

<Calvin, ma insomma... quand'è che arriviamo?> domando impaziente.

<Siamo arrivati> risponde fermando la macchina.

Siamo alla fine di una strada di campagna, all'inizio di una collina modesta. Il cielo è pieno di stelle, e si possono vedere molto bene. Ho sempre pensato che ogni stella avesse una sua storia, come ogni persona.
Ora capisco perché Calvin mi ha portata qui, è veramente bello.

<Ei> mi passa una mano davanti al viso, e mi fa cenno di seguirlo.

Ci distendiamo sul prato uno di fianco dall'altra. È davvero rilassante stare qui, potrei starci per ore.
Chiudo gli occhi e cerco di godermi il momento: adesso tutto intorno a me sta scomparendo, ci sono solamente io.

<Che belle le stelle> sussurra <è la loro semplicità che le rende meravigliose>.

Riapro gli occhi per la sorpresa, non sapevo che Calvin avesse anche un lato poetico.
Mi limito a rimanere in silenzio spostandomi un ciuffo di capelli dal viso.

Calvin si gira verso di me, e mi guarda intensamente.

<Che c'è?>.

<È che, per quanto io possa provarci, non riesco a stare lontano da te.> a queste parole rabbrividisco. Non so cosa dire, sono veramente sorpresa.

<Hai detto che non volevi relazioni perché eri ancora triste per Scott. Ma ogni volta che ti vedo, non riesco a non immaginarmi le tue labbra morbide sulle mie.> continua.

Anche io vorrei di nuovo baciarlo, e non sa quanto.

Mi avvicino a Calvin e appoggio la testa sulla sua spalla. È cosí rilassante, al suo contatto mi sento tranquilla.

<Non ti credevo una persona che esprime le sue emozioni così apertamente>.

<Nemmeno io pensavo di esserlo. Solo che con te è impossibile.> risponde tornando a guardare il cielo. Le sue labbra si muovono in una sincronia perfetta quando parla, e non riuscirei mai a smetterle di guardare.

<Posso farti una domanda?> gli chiedo.

<Certo>.

<Come si comportava Cecilia con te?> so che potrebbero scendere lacrime ad una sua risposta. So che potrebbe anche scoppiare una lite. Ma sono troppo curiosa.

<Bhe, Cecilia era la migliore ragazza che io avessi mai conosciuto.> continua spostandosi un ciuffo di capelli dal viso <Ma non migliore esteticamente. No. Migliore dentro. Sapeva far sorridere qualsiasi persona, anche nei momenti più delicati. Era sempre disponibile per tutti.
<Mi ricordo la prima volta che la vidi. Era sulla spiaggia sdraiata su un telo a leggere un libro. Ero insieme a Newt, stavamo giocando a calcio sulla sabbia bollente, quando una manciata di sabbia le andò negli occhi. Subito mi avvicinai per scusarmi e, nonostante le pupille le bruciassero, sorrise. Ci assicurò che era tutto ok, e da lì iniziammo a vederci.> conclude il discorso.

Mia sorella faceva quell'effetto a tutti, era dolce, simpatica e sempre disponibile. Aveva un sacco di amici, veniva invitata a tutte le feste ed era desiderata da molti ragazzi. Una vita perfetta.
Il punto è che non capisco come mai abbia deciso di scomparire. Come mai abbia deciso di riempire il suo zaino, di aprire la finestra e scappare per sempre.

Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora