Il mio aereo per Richmond partirà fra circa un'ora, ed io non sono mentalmente pronta a lasciare questo posto; so che l'ho odiato tanto, ma mi ha fatto ritrovare Cecilia.
E sì, so anche che quello che ho detto nei suoi confronti appena è stata ritrovata sono cose orribili, ma ci ho pensato molto, e mi sono accorta che mi sbagliavo. Io ho bisogno di lei, e non importa quante volte potrei contraddirmi, sarà sempre così.
Dicevo quelle cose anche per paura che Cecilia fosse eternamente arrabbiata con me e che non mi avrebbe mai perdonata.
Mi sono contraddetta molte volte da quando ho solo messo piede qui, e forse sono risultata un po' incoerente alle persone, ma fa parte del mio carattere, no? Sono contraddittoria, magari una mattina penso una cosa e nel pomeriggio dello stesso giorno penso l'opposto. Non cambierei mai il mio carattere, che molte volte mi ha aiutata a fare la cosa giusta.
Come alla partenza da Richmond, sono tutti qui per salutarci: Jackson, Mason, Newt, Charlotte, Helen e Calvin. Manca solo Amanda, penso. Ogni volta che solo penso a quelle sei lettere, mi sale un groppo in gola. In questi due giorni ho anche pensato che forse non sarei dovuta andare via, sarei dovuta restare qui e farla cercare per tutti gli Stati Uniti. Ma poi mi convinco che non è la cosa più logica da fare, è meglio lasciar perdere e continuare la mia vita, considerato che Cecilia sta benissimo ora come ora.
<Ciao> mi saluta Newt con un abbraccio, stringendomi forte. So che quando sono stata con lui non ero in me. So che è un ragazzo carino e dolce, ma non è il mio tipo. Ricambio il saluto e mi avvicino a Jackson.
<Volevo darti questo> Jackson mi mette in testa il cappellino rosso che indossava nel giorno in cui ci siamo conosciuti <per far in modo che tu non ti dimentichi di me>.
<Non potrei mai dimenticarmi di te.> confesso sistemandomelo in testa <Grazie>.
Helen e Charlotte mi abbracciano insieme, ed io non posso fare che ricambiare.
<Mancherete> sussurro, notando che anche Mason sta cercando di salutarmi.
Mi mette in mano una fascia di stoffa con una specie di distintivo, ma ce n'è soltanto uno. Lo guardo, stranita.
<E' la mia fascia dei distintivi, quando facevo lo Scout. Pensavo che ti piacesse tenere la raccolta di tutti i piccoli successi della mia vita.> fa spallucce, ed io lo abbraccio, facendomi scappare una risatina. Mason non smetterà mai di essere simpatico.
Per ultimo,
Dennis si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
<Tranquilla, ho già comprato casa a Richmond. Ci vediamo a scuola> sorrido alle sue parole, come se fosse un segreto irrivelabile.
<Madison, dobbiamo andare>. Mia madre mi fa un cenno con la mano, e noto che non ho salutato Calvin. E' lì, Cecilia l'ha già salutato e si sono sbaciucchiati per bene e penso che stia aspettando di salutarmi.
<Allora ciao, piccola e ingenua Madison Parks> mi sorride accarezzandomi i capelli. Un attimo: perché mi sta accarezzando i capelli?
<Ciao, vecchio e saggio Calvin Davidson>, e mi giro per andarmene.
Dopotutto mi mancherà questo posto così pieno di emozioni, ricordi e avventure. Ad un certo punto, quando sono già salita sull'aereo, vorrei fermare tutto e andare ad abbracciare Calvin. Non so perché, forse perché non l'ho fatto quando potevo o semplicemente perché ne ha bisogno, di un po' d'affetto.
Osservo il paesaggio che, piano piano, diventa sempre più piccolo finché non scompare tra le nuvole bianche come ovatta.
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Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]
Teen Fiction"Lei non se n'è mai andata." C'è solo un modo per ferire Madison Parks, incoronata regina degli scherzi della Richmond High School. Sua sorella, Cecilia Parks. Scomparsa da quasi due anni, dichiarata morta dalle autorità. Dopo svariati tentativi e...