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CALVIN

Voglio riprovarci. Devo riprovarci. Non voglio perdere l'ultima possibilità che ho parlare con Cecilia.

Madison mi ha inviato un messaggio dove mi spiegava che Cecilia ha deciso di ritornare a vivere con la sua famiglia, e che tra tre settimane partiranno per la Virginia. Ovvero alla fine dell'estate.

Sì, mancano solo tre settimane a settembre. Sembra ieri che sei finalmente uscito da scuola e dopo poco... hop! Rieccoti di nuovo seduto su una sedia scomoda davanti ad un banco per il resto dell'inverno.

Ma al momento non è questo che mi preme maggiormente. Devo andare a parlare con Cecilia, di nuovo. Non posso farla andare via senza prima averle detto quanto la amo e quanto desidero il suo perdono.

Infilo la maglietta che ho appoggiato sul letto ed esco dalla finestra. Se uscissi adesso mia zia non si arrabbierebbe, ma ormai uscire da lì è diventata un'abitudine. Questa 'arte' l'ho imparata da Madison, poi l'ho perfezionata a modo mio.

Scavalco la staccionata che divide le due case e corro a perdifiato verso la porta d'ingresso. Ma poi rifletto: perché passare dalla porta quando posso passare di nuovo dalla finestra? Potrei così non imbattermi in Madison ed evitarla. Mi sembra perfetto.

Bene. Adesso però devo cercare qualcosa a cui aggrapparmi per poter salire. Individuo un piccolo buco sull'albero che si trova di fianco alla casa. Potrei usarlo per darmi la spinta con il piede e poi aggrapparmi sul ramo, che mi condurrebbe direttamente alla finestra.

Il piano riesce benissimo; di solito quando mi aggrappo agli alberi per arrivare in cima, mi sbuccio o mi faccio male. Invece stavolta non succede niente e ne esco sano e salvo.

La finestra è aperta, e con un balzo entro. All'inizio non vedo nessuno, ma poi, ruotando lo sguardo, noto Cecilia seduta alla scrivania, intenta a mangiare. Si accorge subito di me, ma non si alza e continua a mangiare come se niente fosse.

<Ciao.> mi saluta debolmente mettendo in bocca un pezzo di pane.

<Mmh... ciao> ricambio il saluto mettendomi una mano dietro la testa. Penso che questa azione sia comunemente etichettata come forma di imbarazzo, e in effetti è proprio così. Sono imbarazzato.

<Quale buon vento ti porta qui?> il suo sarcasmo non è proprio adatto in questo momento.

<Volevo parlarti>.

<Okay. Parla.> risponde decisa.

<Volevo dirti che mi dispiace per tutto ciò che ti ho fatto. Mi dispiace per aver baciato Amanda quella sera, mi dispiace per non averti seguito e mi dispiace di non averti chiesto scusa. Mi dispiace per tutto, spero che tu possa perdonarmi. Io non posso vivere senza di te> butto fuori tutto ciò che mi tenevo dentro da questi due anni. Non ho mai rivelato qualcosa così apertamente a qualcuno, ma è fantastico. Mi sento un peso di meno addosso, come se per tutto questo tempo avessi avuto un masso enorme sulla schiena, e adesso me ne fossi liberato.

Cecilia si alza di scatto e corre verso di me. Mi abbraccia.

Che queste parole le abbiano fatto cambiare idea? Sì, data la sua reazione.

Le sue piccole braccia intorno al mio torace mi tranquillizzano, e la guerra di emozioni che è dentro di me si placa, come se i combattenti si fossero improvvisamente riappacificati.

Vorrei non staccarmi mai, rimanere così per il resto della mia vita, in silenzio, senza dire una parola.
Ma non so che quando ti stacca da me, è per fare qualcosa di ancora meglio.

Cecilia appoggia dolcemente le labbra sopra le mie.

La cosa che sogno da sempre, di notte, di giorno ad occhi aperti, si è avverata.

Cecilia mi sta baciando.

Un mese fa mi sembrava impossibile il suo ritrovamento, figuriamoci se avrei mai immaginato... questo.

<Ti amo.> sussurra Cecilia dividendo le nostre labbra.

<Anch'io ti amo.> dico un secondo prima di avventarmi di nuovo sulle sue labbra rosee e carnose.

Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora