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Prendo la mia roba, esco dalla stanza di Newt e scendo le scale più velocemente che posso. Mia zia mi ha detto di andare subito a casa per un'emergenza. Non so cosa possa essere successo, ma, dato il tono duro che ha assunto al telefono, è meglio che mi sbrighi.

Trovo Newt in cucina intento a preparare qualcosa ai fornelli.

<Newt, devo andare. Ci si vede> cerco di scappare prima che mi fermi, ma lui è troppo veloce e mi raggiunge.

Mi dà un bacio sulla bocca e mi sussurra qualcosa.

<Ti amo>.

Mi ama?
Come fa ad amarmi?  Forse quelle parole sono uscite un pò per l'euforia, o lo pensa davvero?

Interrompo i miei pensieri; Newt non è il mio problema principale, al momento.

Esco da casa Gray ed inizio a correre; il vento caldo della Florida crea sulla mia fronte un sudore molto fastidioso.

Il sole sta iniziando a calare e il cielo si sta colorando di un viola chiaro con sfumature di rosa. Vorrei poterlo rimirare per qualche minuto, ma il tempo stringe e si arrabbierà se non arrivo entro pochi minuti.

Dopo alcune svolte tra queste vie, giungo davanti a casa mia.

Più mi avvicino e più distinguo mia zia davanti alla porta d' ingresso con le braccia incrociate.

Ma che cavolo...?

Pensavo che l'emergenza riguardasse la sua salute, ma evidentemente mi sbagliavo.

<Entra. Forza.> mi incoraggia Gloria spostandosi dal ciglio della porta per farmi passare.

<Qual'era l'emergenza?> chiedo appoggiando il telefono sul tavolino che si trova nel salone d'ingresso.

<Perchè non ce l'hai detto?>.

<Che cosa?>. Sono spaventata a morte.

<Di Cecilia. Tu l'hai vista, vero?>. Deglutisco.

Oh, mio, dio.

Come fa mia zia a saperlo?

Scoppio a piangere. È l'unica cosa che riesco a fare in questo momento. Non doveva saperlo.

<Chi te l'ha detto?> chiedo tra le lacrime.

<Ma insomma, Madison! Tua sorella è scomparsa da due anni, tu la ritrovi, non lo dici a nessuno, e l'unica cosa che mi sai chiedere è chi me l'ha detto?!>. Non avevo mai visto mia zia così arrabbiata. Sospira <Comunque me l'ha detto Calvin. È venuto qui poco fa.>

Io lo ammazzo. La prossima volta che lo vedo, lo ammazzo. E stavolta sto davvero prendendo in considerazione l'idea.

<Bè, se non lo stai negando, vuol dire che chiamerò i tuoi genitori. Non ho altra scelta.>

Non dico niente, sarebbe solo tutto inutile. Ormai mia zia li chiamerà, non c'è modo di farle cambiare idea.
Mi stropiccio gli occhi; il trucco mi è colato quasi completamente ed ho le dita tutte nere.

Come potrà diventare la mia vita ora? Cecilia ritornerà a casa? Sarà arrabbiata con me? Avremmo ancora lo stesso rapporto? Poco tempo fa la cosa mi avrebbe elettrizzato, ma adesso non fa altro che spaventarmi.
Potrebbe odiarmi e non parlarmi mai più.

Vado a sedermi sul divano perché sento che da un momento all'altro potrei svenire. Mi cedono le gambe e mi battono i denti.
Non mi sento molto bene.

Ed eccoli: i conati. Ogni volta che qualcuno mi rimprovera mi vengono i conati di vomito.
Per fortuna riesco a ricacciarli indietro; non mi sarebbe piaciuto riversare tutto ciò che avevo in corpo sul tappeto costoso di mia zia.

Gloria esce dalla stanza per andare a chiamare i miei genitori. Dopo circa due minuti la sento iniziare a parlare a raffica e pronuncia tanti 'Maximus' come se piovesse. Maximus è mio padre e fratello di Gloria, non sono mai andati molto d'accordo e nemmeno tutt'ora sono grandi amici.

Sento la cornetta del telefono sbattere e Gloria ritorna nella mia stanza.

<Maximus e Cara prenderanno il primo volo per la Florida.> annuncia apatica, venendo a sedersi sulla poltrona di fronte al divano. <Perché? Perché non ce l'hai detto? Mi era sembrato di capire che tu volessi ritrovarla>.

Il suo tono di voce è accusatorio, ma lo sguardo. Si nota benissimo che vorrebbe fare la dura ma che non ci riesce.

<Sì. Volevo ritrovarla. Ma ora non più. Ora ho capito che> tossisco <lei se n'è andata perché non voleva rimanere dov'era. Perché dovremmo riportarla a casa? Adesso sappiamo che è viva. Non basta?>.

<Madison, qualcosa deve averti dato alla testa. Vorrei ricordarti che è tua sorella e figlia dei tuoi genitori. Loro non la vedono da due anni, ti rendi conto? Ti rendi almeno conto della situazione? Hai ritrovato una persona dichiarata morta dalla polizia.> mi rimprovera. Dov'andata a finire la Gloria Parks che conosco? Quella che parla poco e mangia tanto?

<Scusatemi se sono stata egoista. Ma vorrei ricordare a te -anche ai miei genitori- che non mi avete detto che lei era stata qui. Io sono stata mandata in questa città del cavolo dove non conoscevo nessuno. Ho conosciuto un gruppo di ragazzi, che poi avrei scoperto essere amici di Cecilia. Poi ho scoperto anche che quello che mi piaceva era innamorato -e lo è tutt'ora- di lei. Poi ho trovato il suo diario, dove parlava in continuazione della sua vita da perfettina del cazzo!> mi tappo la bocca subito dopo essermi accorta di aver detto una parolaccia. Ma mia zia sembra non essersene resa conto, così continuo.

<Poi me la ritrovo davanti che quasi mi ammazza, e tutti si aspettano che io faccia ciò che è "giusto per la famiglia".> mi fa male la gola e mi sta andando via la voce, ma per fortuna ho detto tutto ciò che avevo da dire.

Gloria è rimasta pietrificata con la bocca aperta, magari non sa più cosa dire.

<L'ho sempre detto che il carattere di Cecilia è migliore del tuo.> si alza e se ne va in cucina.

Che cosa?

Da quando in qua mia zia dice queste cose? Perché poi?

Sono sempre stata consapevole che Cecilia fosse la figlia e nipote perfetta o che tutti avrebbe voluto, ma un commento così pungente mi ferisce.

E riguardo a Calvin, speriamo che si sposi mia sorella, così saranno felici e contenti fuori dai piedi, magari in un bel castello circondato da giardini meravigliosi.

Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora