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<Grazie di esserti offerto per accompagnarmi> lo ringrazio mentre mi allaccio la cintura.

<Figurati> dice mettendo in moto la sua Toyota. Newt mi poggia la mano sul gomito <Ti avevo avvertito riguardo a Calvin. Non si sa mai cosa può passargli per la testa. Diciamo che ha un carattere... particolare>.

<Sì, lo so. Riesce a farmi uscire di testa in un secondo netto, è incredibile.> mi suona il cellulare in tasca, lo sfilo e vedo che è un messaggio da parte di Dennis.

Da Dennis: -Come mai sei andata via? Pensavo che ti piacesse da mangiare😉-.

Da Madison: -Scusami, non ti ho avvertito. Sto andando a casa, mi sta accompagnando Newt. Non mi sento tanto bene🤒-.
Quasi rido per la mia scelta di emoticon.

Da Dennis: -Ah, ok. Allora rimettiti. Ci si vede, Parks😎-.

Da Madison: -Ci si vede, O'Neil😎-.

E metto in stand-by il cellulare.

Ripenso a tutto quello che è successo oggi: l'affermazione di Calvin, il bacio e quello stupido ragionamento che si poteva anche risparmiare.

<Tutto bene?> Newt spalanca i suoi occhi color ghiaccio, e li vedo bene, nonostante fuori sia buio e ci sia solo la lampadina soffusa della macchina a farci luce.

<Sì, sì. Certo. Andiamo?> chiedo, ma mi sono accorta che Newt mi sta fissando. No, non mi sta solo fissando, si sta avvicinando. È vicinissimo e... mi bacia. Anche lui, porca miseria. Anche lui. Perchè chiunque prova a baciarmi?

Ma non faccio niente. Mi lascio baciare, perchè sono stufa di rifiutare sempre chi tiene davvero a me.
Nash mi è stato accanto fin dall'inizio, non ha mai rinunciato a me, ma sopratutto non mi ha mai fatto capire due cose diverse. Mi ha solo fatto capire che gli piaccio.

Come ha detto Dennis: "Se un ragazzo vuole stare con te, è solo perchè lo vuole e basta".

Continuamo a baciarci, ancora più intensamente. Ogni tanto apro gli occhi per vedere i suoi chiusi. Mi lascio trasportare dalle emozioni, e mi immagino io e Newt che magari potremmo essere qualcosa, insieme. Lo starà pensando anche lui? Non lo so. Ma adesso non mi importa più di tanto.

<Newt...> dico allontanandomi dalla sua bocca.

<Sì, scusami. Andiamo.> gira la chiave e la macchina inizia a prendere velocità.
Apoggio un gomito al finestrino, e mi godo il panorama, anche se non è un granchè: il ristorante dove abbiamo fatto il rinfresco si trova in campagna, in quelle strade tutte sterrate dove le automobili ondeggiano.

<Quindi adesso... stiamo insieme?> chiede imbarazzato. Ma che domanda è? Ci penso un attimo. Se stessimo insieme? Non mi sembra un brutta idea, anzi mi piacerebbe. Newt mi piace, è simpatico e carino. Ma soprattutto non tira fuori mia sorella alla prima occasione.

<Sì, certo> rispondo incerta. Sì, non sono molto sicura.
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<Ci vediamo domani, allora> mi saluta Newt appoggiando il gomito sul volante. Apro la portiera e lo saluto con la mano. Poi mi ricordo che non siamo più semplici amici, perciò mi sporgo in macchina per dargli un bacio.
Le sue labbra sono molto più morbide di quelle di Calvin, questo è il mio primo pensiero quando lo bacio.

Esco dalla macchina sorridendo, accorgendomi che con Newt sto molto meglio che con Cal.
Con Newt mi trovo in armonia, e non avevo mai raggiunto un livello di tranquillità del genere, nemmeno con Scott.
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Mi sveglio di soprassalto per la sveglia che mi ero programmata. Perchè mi ero programmata una sveglia?
Ah, giusto. Stamattina devo andare all'ufficio postale, perchè ieri sera mia zia mi ha detto che era arrivato un pacco per me. Ero molto stanca, e non avevo molta voglia di andarlo a prendere. Perciò eccomi qui, sveglia alle otto e mezza per ritirare un pacco. Fantastico direi.

Mi alzo controvoglia dal letto e vado verso l'armadio. Al contrario della maggior parte delle ragazze, odio il momento in cui devo scegliere cosa indossare. Sono sempre indecisa, e il risultato è sempre un disastro.
Alla fine scelgo una maglietta semplice e un paio di pantaloncini di jeans.

Esco da camera mia, con la ricevuta del pacco in mano.

Scendo in cucina e trovo mia zia intenta a cucinare, davanti ai fornelli.

<Mi ha chiamato la mamma, mi ha chiesto se puoi richiamarla> mi dice, e io annuisco. Sul tavolo vedo il telefono cellulare di mia zia con lo schermo illuminato. Sul display c'è un messaggio da un certo 'Gregory' che dice: 'Sono qua davanti. Ti aspetto. Tuo Greg'. Quasi rido, mia zia sessantenne ha una vita sentimentale più chiara della mia.

Afferro svelta un pancake che ha appena sfornato e appoggiato su un piatto, e me la squaglio. Appena apro la porta d'ingresso, davanti a casa mia vedo una macchina color verde ramarro, con un braccio che penzola dal posto del guidatore. Presumo che sia Gregory.

<Buongiorno.> lo saluto con la mano mentre mi avvicino. E' un uomo anziano, ha i capelli bianchi tirati indietro da del gel e mi sta sorridendo.

<Ciao, tu devi essere Madison. Gloria mi ha parlato tanto di te>.

<Sì, sono io. Adesso devo andare. Arrivederci, signor...> rispondo aspettando che mi riveli il suo cognome.

<Puckett, ma tu chiamami pure Gregory> si guarda al finestrino aggiustandosi la capigliatura.

Imbocco la strada principale, quella collegata a Summit Street, dove si trova l'ufficio. Ho deciso di andare a piedi perché è molto vicino al mio punto di partenza.

Mentre attraverso la strada sovrappensiero, una macchina si ferma a mezzo centimetro da me. Se non si fosse fermata in tempo, di certo non sarei ancora qui. Sono sulle strisce, perciò la colpa non è altro che sua.

<Ma guarda dove vai! Avresti potuto uccidermi!> urlo contro la macchina. Ma, quando mi rendo conto di chi è alla guida, mi manca un battito.

Anzi, mi manca proprio il respiro.

Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora