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CALVIN

<Cosa vuoi da me? L'ultima volta che mi hai chiesto di vederci mi hai strillato in faccia.> mi chiede.

In effetti sì, non ho motivo di vederla apparte il diario, ma le mento.

<In realtà... niente in particolare...> sussurro avvicinandomi a lei ed osservandole le labbra. So che le piaccio ancora e che non le dispiacerà se lo faccio. E' solo per indurla a ridarmi il diario, nient'altro.

Le sue labbra sono più fredde e inospitali di quelle di Madison. La sua bocca è del tutto diversa: è frettolosa di arrivare a qualcos'altro. Invece quella di Maddie è calma e la sua lingua si muove lentamente.

Ma ad un certo punto mi fermo. Non ce la faccio più a baciare questa per qualcosa che voglio ottenere da lei.

<Cosa succede?> domanda con quella vocetta stridula appena mi guarda in viso.

<Ridammelo>.

<Se solo sapessi l'oggetto in questione potrei farlo>. Mi verrebbe voglia di prenderla a schiaffi quell'espressione beffarda, ma purtroppo non posso.

<Sai di cosa sto parlando. Avanti, dammi quel diario> tendo la mano inarcando le sopracciglia.

<Mi dispiace deluderti, ma non ce l'ho. Prova a chiedere a mio fratello>.

Cosa? Suo fratello? Non penso che Nash farebbe mai qualcosa del genere.

<Newt non fa queste cose.> affermo stringendo i pugni.

<Provare per credere. La sua camera è l'ultima a sinistra in questo corridoio> mi indica con un sorrisetto insopportabile. Gesù, quanto odio questa ragazza.

Furioso, esco sbattendo la porta e, percorrendo il resto del corridoio, mi accorgo che effettivamente Newt potrebbe farlo per fare un dispetto a Madison, visto che l'ha respinto.

Spalanco la porta e trovo Newt al computer.

<Sai, quando si entra nelle camere altrui è educazione bussare> commenta sarcastico senza nemmeno girarsi.

<Non me ne importa un accidente dell'educazione> continuo mettendo all'aria tutta la stanza <dove l'hai nascosto?>.

<Eh?>.

<Te lo chiedo in modo educato, ma lo faccio una volta sola. Dov'è il diario?>. Fino a quando mi viene in mente dove avrebbe potuto nasconderlo. Newt ha l'abitudine di tenere nel primo cassetto del comò tutti gli oggetti a cui tiene di più <Ok. Vuoi fare la parte dell'innocente>.

<Senti Cal, non so di cosa tu stia parlando>.

<Primo: sai benissimo cosa intendo. Secondo: non chiamarmi Cal> chiarisco.

<Già, giusto. Cal può chiamarti solo quella lì> enfatizza.

Scatto verso la sua direzione più velocemente di come farebbe un ghepardo che ha appena visto la sua preda. Lo afferro per il colletto della maglietta e lo sbatto contro la parete, talmente forte che faccio cadere dei libri dallo scaffale alla mia sinistra.

<Senti stronzo, quella lì ha un nome. Vuoi che te lo scriva su un post-it, per fartelo ricordare meglio?>. Già non sopporto che faccia l'indifferente. Ora si mette pure a far finta che Cecilia sia un persona qualunque. Lei non fa parte di questa merda. Lei è un pianeta a parte.

<Okay. Ma lasciami andare.> gli trema il labbro, perchè sa benissimo che se voglio posso fargli molto male.

Lo lascio di scatto, così da farlo ritrovare con il sedere a terra.

<Ora puoi ridarmelo> insisto inarcando le sopracciglia.

<Dio, Calvin. Ti ho appena detto che io non so di cosa parli!> esclama disperato. Lo conosco abbastanza da sapere se mente o dice la verità. E sì, è sincero stavolta.

<Tua sorella mi ha detto che hai il diario di Cecilia. È la verità?>.
Se non ce l'ha, non so proprio chi abbia potuto prenderlo.

<No! Io non l'ho neppure mai visto!> urla mettendo le mani in alto in segno di difesa.

<Quindi se apro il primo cassetto del comò non mi appare niente, vero?>.

Scuote la testa, ed è in quel momento che vado verso il mobiletto.

Apro e... sorpresa! Eccolo lì, riposto perfettamente al centro della piccola superficie di legno.

<Ah, è questo cos'è?> glielo sventolo davanti al viso.

<Io...> cerca di giustificarsi spaesato.

<Stronzate!> urlo mentre raggiungo la porta.

Non voglio picchiarlo o insultarlo. Ne ho abbastanza di questa città, che ospita persone che non sopporto.

Forse Cecilia non ha fatto male ad andarsene. Prima pensavo di no, ma ora sono convinto che dai problemi è meglio fuggire.

Flight #wattys2017 [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora