Premessa
Questo è il terzo volume della trilogia di 'That Diary', consiglio la lettura di 'Looking for The Lost Angel' e di 'Back from The Death' nell'ordine scritto prima di procedere con la seguente, altrimenti certi fatti potrebbero risultare non chiari al lettore.♦Luna
Ho di fronte a me un uomo dai costumi trasandati e dalle iridi che sembrano sprizzare una sensazione di lucida follia. Un senso di ribrezzo fa accapponare la mia pelle e quasi vorrei nascondere ai miei occhi questa figura così deplorevole, eppure tale figura allo stesso tempo mi porta a provare un senso di familiarità che mi porta a rimanere più che sbigottita. Lucius, il quale è accanto me confuso quasi quanto me da questa presenza stonante, chiede più di una volta all'uomo di identificarsi, ma questo risponde solo al secondo richiamo, sorridendo in modo distorto e mostrandoci una fila di candidi e dritti denti che stridono con tutta la sua malridotta figura.
"Lei sa chi sono." Afferma l'uomo, riferendosi a me e prendendomi di sorpresa. Ma io non conosco questo forestiere, non l'ho mai visto prima di adesso, forse quest'ultimo non sta bene con la testa, forse mi ha scambiata per qualcun altro, forse è semplicemente un povero pazzo. Mentre tali pensieri scorrono senza freni nella mia testa, prima ancora che possa essere conscia delle lettere che scivolano dalla mia lingua, esse sono già fuoriuscite dalle mie labbra in un mormorio confuso.
"Cosa?" Chiede a bassa voce Lucius che non ha compreso ciò che detto, del resto nemmeno io ho perfettamente chiaro il significato del suono che ho proferito. Ma prima che possa connettere cervello e bocca, proferisco nuovamente il suono di poco fa, ma questa volta esso è distinto e chiaro, trasformandosi da mormorio confuso a una parola precisa dal significato ben chiaro.
"Padre?" Non è possibile. Cosa sto dicendo? Come posso sapere se quest'uomo è mio padre? È impossibile. Un sguardo di incredulità si inizia a formare sul viso di Lucius, mentre il sorriso dell'uomo sembra allagarsi, distorcendo ancor di più quel suo viso quasi tumefatto che emana un senso di deturpazione e marciume. Il gesto dello sconosciuto mi porta a dedurre che anch'egli abbia udito la mia parola. Possa egli essere veramente mio padre? No, mi pare inconcepibile l'idea di essere imparentata a tale sciupata figura.
"Anch'io so chi è." Proferisce un'inaspettata voce dietro le nostre spalle che ho riconosciuto come quella appartenente a Lucifero. In questo momento non so se essere più sorpresa dalla presenza di quest'ultimo o dall'affermazione che ha enunciato poco fa. Accanto me Lucius sembra essere sempre più confuso. Intanto dopo le parole del re degli inferi il sorriso dell'uomo per quanto ancora sia possibile, si allarga ancor di più, dando un tocco più sinistro al suo viso già distorto.
"Con piacere noto che ti ricordi ancora di me e io che credevo che con il passare degli anni avessi cancellato dalla mente il ricordo della mia figura che, ammettiamo, non ti è mai andato particolarmente a genio." Dichiara lo sconosciuto con voce gracchiante e ostentante. Dalla linea dura che le labbra di Lucifero vengono a formare quando queste premono l'una contro l'altra, deduco che le parole dell'uomo siano veritiere, poiché è più che evidente il fastidio che il sovrano degli inferi sta provando nei confronti dello straniero.
"Vorrei tanto poter essere stato capace di cancellare la tua figura dalla mia mente." Afferma alla fine il re delle tenebre dopo un prolungato silenzio. A questo punto l'uomo fa per avvicinarsi, compiendo un passo malfermo nella nostra direzione, ma poco dopo egli cade per terra, cogliendoci tutti di sorpresa, e prima ancora che possa fare qualsiasi altro gesto, l'uomo ha già perso i sensi. Probabilmente è stato indebolito tanto da qualsiasi cosa abbia dovuto sopportare o subire. A questo punto mi sarei aspettato che Lucifero avrebbe voltato le spalle alla figura inerte che ora giace sul manto verde della foresta o che avrebbe approfittato di questo suo stato di vulnerabilità per sbarazzarsi dell'intruso. Ma ancora una volta quest'oggi rimango interdetta. Lucifero si avvicina all'uomo privo di sensi e si abbassa su di egli per poi afferrare uno delle due braccia dello sconosciuto e avvolgerlo attorno alla sua spalla, nonostante tale contatto possa addossare al sovrano la sporcizia del forestiere. Dopodiché il re degli inferi rivolge uno sguardo al figlio. "Non restare lì impalato. Vieni a darmi una mano." Ordina a Lucius che rimane per un lungo minuto immoto, quasi indeciso sul da farsi. Se Lucifero detesta quell'uomo, perché mai sembra che stia cercando di aiutarlo? Il principe delle tenebre alla fine decide di fare come gli è stato ordinato, avvicinandosi così al padre e aiutandolo a trasportare il corpo dell'uomo inerte. Mentre io mi sento sempre più smarrita e scombussolata, indecisa riguardo cosa pensare e credere con al cospetto mille interrogativi e nessuna risposta. Padre e figlio iniziano intanto a dirigersi verso gli inferi trasportando la figura dell'uomo, mentre io con sguardo vacuo e privo di espressione li osservo impassibile dissolversi alla mia vista in due indistinte figure che si allontanano, avvolta da un senso di turbamento in questa caotica situazione che si fa sempre più informe. Dopo essere rimasta immota per un tempo indeterminato in compagnia solo del tocco del vento che mi ha scompigliato la corta chioma argentea, decido finalmente di compiere un passo e liberami da questo mio stato di paralizzante inerzia, accingendomi a ritornare agli inferi.
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Return of The Past
ParanormalDopo il ritorno di Luna, Lucius si ritrova con lei a cercare di risanare vecchie ferite. Un atteggiamento che di certo non va di buon occhio a Lucifero, il quale è stato sfidato dal figlio come mai prima d'ora riguardo il suo recente verdetto. Ma i...