Capitolo 32

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Lucius

I giorni successivi sono stato a fissare con sguardo stralunato la figura di Alexander che ogni qualvolta notava la cosa, si è ritrovato ad alzare gli occhi al cielo. Egli è un demone, anche uno dei più orgogliosi che conosca dopo Lucifero e ovviamente me, eppure quest'ultimo senza rimorso ha abbassato il capo di fronte Morgana. Sarà stato forse causato dalla veneranda età di quest'ultima? Probabile, del resto anch'io mi sento intimorito da figure come quelle di mio padre e i fratelli del fato, che a mio parere si dovrebbero farsi chiamare fratelli della morte, dato che si occupano degli avvenimenti macabri di un'anima, che avvengono dopo la deceduta di esso. Eppure c'è da tenere a mente che anch'io mi ritrovo spesso ad abbassare il capo quando si tratta di Luna. Forse noi creature orgogliose ci ritroviamo ad abbassare le creste di fronte tali figure femminili, perché quest'ultime sono le nostre regine. Mi chiedo se per mio padre sia stato lo stesso con mia madre. Se così fosse stato allora il fatto di averla persa, lo avrà lacerato. Io non posso immaginare di vivere millenni da solo, dopo aver perso Luna, le due precedenti volte in cui la cosa è avvenuta, sono quasi impazzito. Mi chiedo come abbia fatto Lucifero a perdurare così a lungo, se così è stato. In un certo senso questo spiegherebbe anche tutta la durezza e la mancanza di sensibilità che egli mostra, anzi no egli è Satana, queste caratteristiche fanno parte di quest'ultimo. Povera mia madre che ha dovuto sopportare una figura del genere. Mi sa che la verità è che quest'ultima non sia morta per il mio parto, ma di crepacuore nel dover sopportare una figura così dannatamente irritante qual'è Lucifero. Ma il fatto che il sovrano degli inferi abbia a suo tempo bandito l'amore dal suo regno, mi porta a pensare che ciò sia stato causato da un capriccio derivato dal fatto che ha amato così tanto da star male.

Adesso mi ritrovo nella sala dei pasti, mentre faccio colazione con Lucifero a capotavola come al solito, la ripugnante figura di Astaroth di fronte che mangia come se non ci fosse un domani e con Alexander accanto a me. Il posto di Luna è vacante stranamente e da quello di cui il goloso demone ci ha informato, appare che quest'ultima non era dell'umore di fare colazione, cosa che ha sconvolto il ragazzo dal carattere esuberante. Non riuscirò mai a concepire il fatto che questo demone sia molto più vecchio di me, ai miei occhi apparirà sempre come un ragazzino. Una cosa è certa riguardo quest'ultimo, neanche quando diverrà millenario, sarò mai intimorito dalla sua figura. Intanto la ragione dell'assenza della veneranda donna sembra esser dovuto al fatto che quest'ultima abbia voluto fare una passeggiata tra i borghi degli inferi. Come tale informazione ha attraversato le mie orecchie, mi sono ritrovato all'istante a lanciare fugaci occhiate in direzione del mio consigliere, il quale stranamente, come se nulla fosse, ha continuato a mangiare il suo pasto. So che Morgana è una donna più che capace di prendersi cura di se stessa e di difendersi in caso di attacco, ma sopratutto una donna dall'infinita pazienza dato che ha saputo vivere per secoli senza impazzire in compagnia di Astaroth; eppure nei borghi vive il gemello del capitano, una figura della cui esistenza la demone millenaria è all'oscuro, ma dubito che la cosa sia reciproca. Continuo a mangiare in silenzio, mentre sguardi di soppiatto passano tra Alexander e mio in una sala dove comunque il silenzio non è padrone del luogo, poiché un lieve brusio da parte degli altri nobili occupa la stanza assieme al tintinnio delle posate e vari altri rumori come l'ingoiare e lo sgranocchiare di Astaroth.

"Padre." Irrompo alla fine, attirando l'attenzione di Lucifero su di me, mentre quest'ultimo inarca un sopracciglio in attesa che io continui a parlare. "Hai amato mia madre?" Domando, mentre Alexander accanto a me sbarra lo sguardo e mi lancia un'espressione come a dirmi che sono pazzo, mentre dall'altra parte di fronte questa mia sfacciataggine il ragazzino goloso si ritrova a esser a bocca aperta, una scena che non consiglierei a nessuno di assistere. Intanto Lucifero si ritrova a stringere con forza le posate tra le sue mani, fino a far divenire bianchi le sue nocche, il tutto contornato da uno sguardo impassibile, accompagnato da una quasi impercettibile smorfia di fastidio misto a disgusto, in un viso ornato come al solito da un paio di blocchi di ghiaccio, che ti fanno rabbrividire al solo incrociarli per sbaglio, dandoti la sensazione che ci sia uno spesso muro di ghiaccio che ti sarà sempre impossibile trapassare, a meno che provandoci tu non voglia rimaner ferito, anzi ghiacciato. Duri, severi, analitici, impassibili mi osservano senza alcun inclinamento, trapassandomi con sottili punte di gelo come a voler testare il mio limite di resistenza.

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