Capitolo 2

793 53 12
                                    

Lucius

Mi ritrovo a essere buttato brutalmente giù dalle nuvole dei sogni, quando un distinto urlo giunge alle mie orecchie, facendomi stridere i denti gli uni contro gli altri. Mi costringo a premere il cuscino contro le mie orecchie ma nulla, le urla sembrano non attutirsi neanche di un po'. Ed è ancora una volta la familiare voce della nuova arrivata a portarmi a lasciare il mio morbido letto di malavoglia e con sguardo ancora assonnato. Se scopro che è stato un insetto a farla urlare, io ammazzo lei piuttosto che l'insetto. Brontolando apro la porta e inizio a dirigermi verso la fonte delle urla, ma dopo neanche aver fatto pochi passi, mi ritrovo ad udire distintamente la serratura della stanza accanto la mia aprirsi e ciò mi porta a pensare che i clamori abbiano portato anche Luna a uscire dalla sua camera per controllare cosa stia succedendo, infatti poco dopo sento i suoi passi seguirmi, ma io non oso girarmi. Mi sento ancora in un certo senso tradito da quest'ultima, la quale sembra continuare a volermi nascondere qualcosa. Tale fatto fa nascere risentimento in me, poiché io le ho dato ormai tutto di me: la mia anima e il mio cuore. A nessun altro ho mai permesso di vedermi così vulnerabile come mi ha visto lei. Forse ho sbagliato a scegliere lei, forse sto correndo dietro un'idea, un desiderio che non verrà mai esaudito, un qualcosa che non mi sarà mai tangibile. Con tali pensieri in testa continuo a camminare a piedi nudi sul duro pavimento dei corridoi. Non mi sono preso la briga di indossare delle calzature poiché sono convinto che l'evento che ha portato alle grida non durerà molto. Mentre uno sbadiglio scappa dalla mia bocca e con una mano scompiglio la mia chioma corvina, mi affaccio finalmente di fronte la fonte dei clamori e della causa del mio brusco risveglio e noto che si tratta del corridoio dove alloggia Alexander e ciò mi porta ad intuire che quest'ultimo abbia già provveduto a mostrare le nuove stanze ai due nuovi arrivati. La scena che mi si presenta davanti mi lascia perplesso e con la coda dell'occhio noto che la stessa reazione è stata provocata anche su Luna che ha sul viso uno sguardo basito.

Mi ritrovo davanti gli occhi una Morgana scandalizzata e un Alexander noncurante con addosso soltanto soltanto un misero paio di pantaloni che gli cadono leggermente, mostrando i suoi boxer e mettendo in evidenza la sua V dei fianchi. Egli ha attorno il collo soltanto una salvietta per asciugare la folta chioma nera leggermente bagnata, cosa che mi porta a dedurre il fatto che egli sia appena uscito dalla doccia.

"Che hai da urlare come una pazza inviperita?" Domanda Alexander con espressione infastidita come se un suono terribilmente cacofonico gli fosse giunto alle orecchie. "Non mi dire che sei stata alla fine posseduta. Devo chiamare un esorcista? Non credo, preferisco che tu muoia torturata dagli spiriti maligni." Afferma subito dopo il mio consigliere, ricevendo uno sguardo assassino da parte di Morgana che ha sul volto uno sguardo stizzito ben stampato.

"Tu, depravato di un verme." Allora centrava un insetto. Uno di questi giorni strozzo veramente Alexander, sopratutto per il fatto che ultimamente è fin troppo spesso causa delle interruzioni nel mio dolce poltrire. Il mio consigliere ha sul volto uno sguardo innocente che sicuramente non inganna nessuno, mentre Morgana ha un dito puntato contro il petto muscoloso di quest'ultimo.

"Che cosa ho fatto?" Chiede con espressione ingenua il demone.

"Ti pare questo il modo di uscire dalla tua stanza?! Sei praticamente mezzo nudo." Costata infastidita la demone, mentre io mi lascio scappare un sospiro di frustrazione dalle labbra.

"Cosa?" Domanda Alexander, dando cenno di non aver compreso, dopodiché si avvicina alla demone. "Non mi dire che non hai mai visto della pelle." Provoca il demone con sguardo malizioso. "Sei millenaria, sicuramente ne avrai vista tanta e di tutti i colori." Continua con voce più roca. "Ma anche toccata." Prosegue per poi far entrare in contatto la pelle del suo torace contro quello della mano della demone che prontamente cerca di scostare il suo arto, ma il comandante della prima divisione avvolge la sua mano intorno quello minuto di lei confrontato al suo, impedendole di adempiere le intenzioni di quest'ultima. Del colore sembra ravvivare le guance di Morgana la quale fissa il suo interlocutore con quelle sue iridi blu, mentre le sue labbra premono in una linea dura. Alexander invece ha stampato sul viso un ghigno diabolico e malizioso, mentre decide di abbassare il suo viso all'altezza delle orecchie di lei la quale sembra essere paralizzata sul posto. "Sei una demone, sicuramente ne avrai viste di cose, ma soprattutto fatto di cosacce." Sussurra in modo sensuale il demone, ma non ad abbastanza sottovoce per non essere udito da me che mi ritrovo ad alzare uno sguardo verso il soffitto.

Return of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora