Capitolo 6

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Luna

Così io e Morgana siamo rimaste sole nella camera di Astaroth, completamente ignare della mansione per cui il demone dal volto fanciullesco è stato richiamato. In una situazione normale avrei riso e scherzato per tutte le paranoie che la donna dalla croce tatuata ha mostrato, ma in un momento come questo dove alloggiamo nel cuore dell'inferno, non posso che sostenere tutte le preoccupazioni mostrate dalla demone accanto a me. Devo tenere a mente il fatto che è agli inferi che io mi trovo, dove gli imbrogli e i doppi giochi sono cosa usuale, dove spesso occorrono incidenti sospettosi che portano con sé sangue. Per di più so bene che a Lucifero la permanenza dei due ex-esiliati nel suo regno, non è un fatto gradito ed egli potrebbe benissimo architettare qualcosa per sbarazzarsi dei due, re del male quale è. Tali pensieri mi portano a stringere le mani in due pugni. Non saremo mai al sicuro tra queste mura.

Dopo vari minuti decidiamo alla fine di lasciare quella stanza dove non aveva più senso rimanere con l'assenza del suo proprietario. Senza neanche rendercene conto, noi due ci ritroviamo a dirigersi verso la stanza di Morgana sotto un muto accordo e un'idea comune che consiste in quello di cercare di scorgere Alexander e scovare qualche informazione utile che ci possa dare indizi riguardanti questa presunta missione. Da un lato mi fido del consigliere del principe il quale ho sempre visto sotto una sottospecie di buona aria, pertanto ciò mi porta a pensare che non cercherebbe di fare fuori Astaroth, ma allo stesso tempo, ho sospetti nei suoi confronti, poiché alla fine qui stiamo parlando di demoni e si sa della loro spietata natura, della loro sete di sangue e per di più Alexander è un soldato delle armate reali, pertanto ha giurato fedeltà e completo servizio a Lucifero.

Giunti in camera di Morgana, constatiamo con delusione il fatto che il capitano non si trova nelle proprie stanze, poiché soltanto il puro silenzio si può scorgere provenir dalla sua camera. Con un sospiro di rassegnazione mi dirigo verso la porta della stanza della donna accanto a me, sperando che con l'attesa il consigliere del principe possa mostrarsi. Ma come la mia mano entra in collisione con il freddo manico della porta, scorgo con la coda dell'occhio la figura di Morgana ancora immota con lo sguardo fisso verso la stanza di Alexander.

"Non è lì." Dico, mentre la osservo confusa.

"Lo so." Dichiara soltanto la demone, restando immobile nella sua posizione.

"Allora che ne dici di entrare in camera tua?" Suggerisco, vendendola ancora inflessibile.

"Credi sia aperto?" Domanda la donna, riferendosi alla stanza di Alexander ed ignorando completamente il mio precedente suggerimento. "Potremmo intrufolarci e controllare che quel mostro di Alexander non abbia già nascosto il cadavere di Astaroth." Continua, mentre io la osservo scettica. Adesso sicuramente la sua è paranoia.

"Non credo sia aperto." Dico con un palese tono di ovvietà, riferendomi alla porta della stanza del consigliere del principe.

"Provare non costa e poi si può sempre forzare." E senza dire altro, prima che io possa fermarla, Morgana si è già precipitata verso l'ingresso della camera in questione, allungando di già la mano verso la maniglia e abbassandola senza la minima esitazione. Sotto lo sguardo sbigottito di entrambi, il suono di una serratura che si apre giunge alle nostre orecchie e la porta viene aperta. "Che idiota! Il grande capitano ha dimenticato di chiudere la porta a chiave." Afferma divertita la demone, per poi entrare nella camera e lanciarmi un'occhiata come a dirmi di seguirla. Io con un sospiro di esasperazione e ancora restia, la raggiungo all'interno della stanza dove non dovremmo essere. Dopo essere entrata nella camera, la donna chiude velocemente la porta alle nostre spalle e con occhi scrutatori inizia ad analizzare la stanza dalle dimensioni abbastanza ampie corredato di mobili eleganti, i quali tendono tutti sulle sfumature di colori scuri. Un letto matrimoniale e circolare dalle coperte color pece e cuscini rosso sangue prende spazio al centro della stanza, appoggiato contro il muro di pietra grigio. Il pavimento è un parquet di legno scuro che risuona a ogni nostro passo. Un tavolino dalla superficie in granito nero, dove i punti luce brillano giocando tra tenebre e lumi, risiede in un angolo accompagnato da due divanetti color d'argento sui toni delle ombre con rifiniture in nero. Al lato opposto giace un enorme e spesso tavolo in ebano, su cui poggia una mappa del mondo segnato di marchi di inchiostro a penna sia recenti che più vecchi, alcuni dei quali sono coperti in parte da varie scartoffie poste alla rinfusa sulla dura superficie del legno e sulla sottile carta un po' accartocciata che è stata più volte dispiegata e su di angolo del tavolo vi poggia una scacchiera i cui pezzi son posti in un modo tale da portare a pensare che vi sia una partita in corso. Alla fine i miei occhi si posano su un quadro posto sopra il letto che mostra una mandria di cavalli dal manto color onice avvolta da vivide fiamme roventi che accarezzano delicatamente con le loro lingue le figure di quei destrieri purosangue, che si mostrano su un sfondo color mogano che emana distruzione e catastrofe.

Return of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora