Capitolo 16

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Luna

Non so nemmeno io il perché questa sera mi ritrovi in questa sala. Potevo benissimo starmene tranquillamente in camera a fare cose decisamente migliori, tipo pianificare come uccidere un certo sovrano degli inferi che mi sta sulle scatole. Ma purtroppo in questo mondo è difficile che uno ottenga ciò che vuole, quindi adesso mi ritrovo qui di malavoglia a causa dei numerosi capricci e ansie da parte di Morgana che non voleva che Astaroth si trovasse in un covo di demoni da solo, nonostante l'ironia del fatto che egli appartenesse alla stessa specie. Avrebbe avuto più senso essere in apprensione per me: un angelo nel covo del demonio, ma anche un demone in pericolo in mezzo ad altri demoni suona altrettanto preoccupante, se la cosa fuoriesce dalle labbra di una certa donna dalla chioma blu notte. Quindi alla fine mi sono fatta convincere a farmi trasportare in questa serata di tortura che è iniziato già malissimo per il fatto che Morgana stessa, la ragione per cui mi trovo qui, era di un ritardo considerevole. Ho capito che è millenaria e ha tutto il tempo del mondo, ma preferirei che non prendesse la cosa alla lettera. Però in tutto ciò c'è almeno un lato positivo: l'espressione sul volto di Lucifero per la mia spettacolare entrata in scena. Osservando adesso Astaroth che si sta rimpinzando come se non ci fosse un domani, portando i camerieri a sudare avanti indietro per riempire nuovamente le pietanze svuotate, mi sembra più che ovvio che egli non aveva di certo bisogno di un bodyguard, oltre al fatto che i vari ospiti sembrano non badare più di tanto a lui, se non qualche occhiata di dissenso rivolta nella sua direzione per il modo in cui si sta ingozzando. Intanto accanto a me Morgana sembra completamente ignara di due iridi color onice che la stanno praticamente mangiando con gli occhi.

"Se non la smette di guardarti così, sarò costretto a rifilargli un pugno." Avverte Astaroth, dopo aver ingoiato l'ennesimo boccone.

"Di cosa stai parlando?" Domanda Morgana, con genuina innocenza, che però va in contrasto con la luce di malizia che orna le sue iridi blu. Lei sa benissimo a cosa si riferisce l'ingordo demone ed ella ci sta godendo. Credo che la sola idea di avere un certo capitano al guinzaglio, le faccia valere la pena dell'essere presente a questa insulsa serata. Astaroth lancia un'occhiata truce in direzione della donna, ma scorgendo l'ilarità di lei, tale occhiataccia cade presto. A questo punto decido di iniziare a volgere il mio sguardo nei dintorni e non mi ci vuole molto prima che i miei occhi vengano catturati da una certa figura dalla chioma rossa fiammeggiante. Non credevo fosse stato invitato anche lui a questa cerimonia, dato che da ciò che ho constatato tra Lucifero e lui non sembra scorrere buon sangue. Come attirata da una calamita inizio a dirigermi in direzione della morte, che inizia a dirigersi altrove con alle spalle me che lo seguo, dopo che mi ha rivolto un sorriso felino, seguito da un'occhiata così fugace da portarmi a dubitare, se mi abbia effettivamente vista.

Ci vogliono vari minuti prima che io comprenda dove si stia dirigendo la rossiccia figura nel suo smoking bordeaux, accompagnato da una candida camicia con un papillon nero. Il suo vestiario ha un qualcosa di tetro in sé, nonostante gli abiti siano perfettamente normali per una serata come questa, anzi così perfetti che sarebbero adatti anche per un funerale senza stonare minimamente e forse è questo il motivo per cui il suo vestiario appare sinistro in qualche modo. Dopo non molto, come avevo previsto, quest'ultimo si posa accanto a Lucius e a questo punto io dovrei andarmene prima che il principe si accorga della mia presenza, ma qualcosa più forte della sana ragione, mi porta a stare con i piedi puntati dove sono adesso e a guizzare le orecchie.

"Non credevo che mio padre ti avesse invitato." Commenta Lucius, mentre Samael gli rivolge uno di quei suoi sorrisi così perfetti da apparire distorti in qualche modo, probabilmente per il motivo che è innaturale per la morte sorridere.

"Ma io non ho bisogno di quelle inutili scartoffie per presentarmi a una serata. Questo è una delle tante gioie dell'essere me e con il tempo, quando magari questo regno sarà tuo, imparerai che non serve inviarmi inviti, perché io mi presenti a degli eventi." Spiega l'angelo della morte, mentre sorseggia un po' di champagne dal bicchiere che ha preso durante il suo cammino verso il principe. "Sbaglio o non c'è mai stato una scultura in ghiaccio per te durante le tue feste?" Chiede poco dopo Samael con quella scaltra luce felina che avvolge le sue iridi colato nell'oro purissimo, avvolto nell'essenza del nocciola. Lucius in risposta preme soltanto le labbra in una linea dura come a indicare il fatto che la domanda lo ha infastidito e la constatazione di ciò, non fa altro che allargare il sorriso sul volto della morte. Ho come il presentimento che in questo momento se potesse, Lucius avvelenerebbe volentieri il bicchiere dell'angelo.

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