Capitolo 5

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Luna

Mi ritrovo a spendere il mio tempo nella stanza di Astaroth di comune accordo con il diretto interessato e con la demone dalla croce tatuata, poiché io volevo stare il più lontano possibile dal principe e allo stesso tempo Morgana voleva liberarsi per un po' della presenza di Alexander che considera fastidiosa. Il ragazzo dalla castana chioma non ha dato molto peso alla nostra presenza, occupato com'è a pianificare l'ennesimo modo per intrufolarsi tra le cucine da qui è stato cacciato ancora una volta. Quasi mi appare strano osservarlo così concentrato e serio con fogli e penne in mano, quasi non appare lui, eppure se riporto in mente il motivo per cui è ridotto così, mi vien solo da esasperare, rendendomi conto che alla fine è una cosa che lui farebbe.

"Tempi duri ci attendono." Mormora l'esuberante demone, portando sia me e Morgana a rivolgerci verso quest'ultimo con sguardi straniti.

"Cosa borbotti?" Chiede la demone dalla lunga chioma blu notte.

"Nel mezzo del cammin di mia vita, mi ritrovai di fronte una selva oscura." Continua Astaroth, lasciandoci sempre più in confusione. "Mentre dormo la mano di un fratello mi potrebbe portar via i bignè, i macaron e il budino." Aggiunge citando una versione alquanto bizzarra di Amleto. Cosa direbbe Shakespeare se lo udisse? "Oddio no, potrebbero confinarmi dentro un guscio di noce!" Esclama all'improvviso il demone, continuando a citare l'autore inglese. "Non può comprendere la passione chi non l'ha provata." Aggiunge, ritornando a citare Dante. Provato quale passione? "La passione del sublime, delicato aroma di un succulento dolce che ti delizia all'istante nel momento esatto in cui il tuo sguardo entra in collisione con il suo glorioso aspetto." Risponde il ragazzo alla mia domanda non detta, mentre io osservo pietrificata la sua sognante espressione. Non credo di aver mai visto qualcuno venerare in questo modo del cibo o mostrare così tanto amore verso qualcosa che sarebbe eventualmente andato a divorare. "In guerra e cibo tutto è lecito in battaglia." Afferma il demone con tono passionale e qui finisce il suo monologo senza senso, poiché egli in silenzio ritorna ad affondare la sua attenzione tra i vari fogli pieni di scritte illeggibili come i piani senza senso che dovrebbero rappresentare. Credo anche di aver scorto poco fa qualche disegnino fatto coi colori a cera. Non so se essere più inorridita dalle sue pessime versioni di citazioni di famosi autori o dal fatto che lui sia colto in tale ambito. Ha vissuto tutta la sua vita tra i boschi, come fa ad aver ricevuto un'educazione letteraria? Dovrebbe essere un rozzo troglodita, non che non lo sia, ma comunque la cultura che sembra mostrare non si accorda con la situazione in cui ha vissuto così a lungo. Dal canto suo Morgana non appare essere per niente sorpresa, infatti scrolla semplicemente le spalle in un gesto di esasperazione.

"Astaroth." Richiamo l'attenzione del demone in questione, il quale smette di scrivere o disegnare e si volta in mia direzione con un innocente sguardo di pura curiosità. "Sai di chi sono le frasi che hai citato poco fa?" Domando.

"Intendi le citazioni di Shakespeare e Dante?" Chiede a sua volta Astaroth e io annuisco, mentre il ragazzo si ritrova in attesa che io continui con i miei quesiti.

"Come fai ad avere una cultura riguardo essi? Insomma da quanto so, tu hai vissuto tutta la tua vita tra varie foreste in mezzo alla natura incontaminata." Enuncio i miei dubbi, mentre il ragazzo si apre in uno dei suoi usuali sorrisi calorosi.

"È colpa della vecchia millenaria accanto a te che durante i nostri cammini per ammazzare il nostro tempo ha ben pensato di offrirmi una cultura che io non bramavo." Spiega Astaroth con tono accusatorio rivolto a Morgana che lo ignora come se non ci fosse.

"Sei tu che hai richiesto la cosa per il fatto che non sopportavi il non comprendermi quando io citavo tali autori." Specifica la demone con tono annoiato.

Return of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora