EXTRA-Danzando con la morte

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Premessa: questo è uno speciale che ho scritto in occasione di Halloween. Noterete che un capitolo un po' più lunghetto della mia solita norma, c'è stato tanto lavoro dietro questo extra, quindi spero vi piaccia 😄.

Mi approfitto di questo spazio per comunicarvi anche che mi prenderò una pausa dalla trilogia di "That diary" in quanto ultimamente sono molto occupata coi miei studi. Spero abbiate la pazienza di aspettare il ritorno di Luna e Lucius, grazie in anticipo per chi deciderà di aspettare, grazie a chi ha letto fino a qui e grazie ancora per ogni lettore che mi ha seguito in questo mio cammino. Non mi dilungherò oltre, vi lascio alla lettura 💕.

Buon Halloween 🎃!

***

I violenti, assordanti soffi del vento piegavano al loro cospetto qualunque vegetazione vi si presentasse nel loro percorso. Varie ramificazioni degli alberi si trovavano adesso a esser piegati in posizioni così innaturali, da apparire quasi come se un sorta di ingombrante peso stesse affiggendo le loro metaforiche spalle. L'oscurità pervadeva ogni angolo di quel posto così lugubre e mesto, accompagnato dai furenti rumori di tuoni e fulmini che donavano un temporaneo lume di illusoria rassicurazione e speranza, con il sottofondo di una scrosciante pioggia in una notte dove le tenebre erano padroni del mondo, nascondendo alla vista degli umani la luce delle stelle. Una figura che aveva addosso una scura cappa, ormai così fradicia d'acqua piovana, da esser a questo punto solo un peso che sottrae calore corporeo, stava camminando in un tragitto attraverso una foresta sotto questo impetuoso tempo che non perdonava. Il viso dello straniero era coperto dal cappuccio della sua cappa, mentre a lenti passi continuava il suo cammino imperturbato dalla bufera che aveva attorno, indifferente anche alla mancanza di lume. A un certo punto un fulmine andò imperdonabile a colpire un albero che in un violento frastuono cadde di fronte lo straniero, il quale rimase comunque impassibile, continuando il suo percorso e sfidando indirettamente madre natura.

A un certo punto una locanda diroccata apparve alla vista del forestiero che continuando al medesimo ritmo di camminata di prima, si diresse in direzione di quell'abitazione malconcia che conferiva una sorta di fiacca, giallognola luce attraverso una lanterna sulla porta d'ingresso di essa che a causa del vento, si muoveva violentemente con irregolarità, producendo raggi di lume tremolanti e disordinati. Lo straniero continuava inesorabile il suo percorso, quasi come se avesse tutto il tempo del mondo e non fosse turbato dalle condizioni brutali del tempo. Sembrava quasi che nemmeno la stanchezza fosse in grado di scalfirlo. Il forestiere raggiunse finalmente la locanda, dove aprí la porta d'ingresso senza troppi preamboli, al cui gesto un lieve suono di un campanello si sentì in sottofondo alla cacofonia della bufera circostante. Le persone che stavano prendendo rifugio all'interno di quella diroccata abitazione, alzarono i loro sguardi in direzione dell'intruso il cui volto era ancora coperto dalla scura, fradicia cappa. Un'improvviso silenzio calò nella sala dalle modeste dimensioni, dove tutti gli occhi erano puntati verso questa misteriosa figura che appariva lugubre contro lo sfondo tuonante della tormenta, conferendo agghiaccianti contrasti di luce contro l'oscura figura, attraverso assordanti fulmini.

"Identificati." Ordinò con tono burbero quello che appariva essere il locandiere di quel posto, dalla ispida barba incolta, macchiato qui e lì dal bianco degli anni in un viso dai marcati tratti di una severa personalità, con una lunga cicatrice che segnava il lato destro del viso dell'occhio fino alla mascella. Le dimensioni dell'uomo erano robuste, portandolo ad avere muscolose braccia, ma anche una pancia di grasso acquisito dal trasandatezza degli ultimi anni. Il locandiere aveva una corta chioma brizzolata, che avevano un'opaca essenza degli anni passati in cui era una folta chioma corvina, accompagnati da un paio di iridi di un inespressivo grigio spento che con il tempo stavano soltanto assumendo un po' di più l'aspetto di pietre opache. A questo punto lo straniero abbassò il cappuccio, scoprendo una folta chioma di un violento color cremisi, bagnati a causa dell'acqua piovana, conferendogli così una tonalità di colore più scura del loro usuale. Il viso del forestiere era un misto tra tratti morbidi e duri, un'enigma di un gioco tra luce e ombre, ornato da quel strafottente sorriso di chi sapeva di esser invincibile e intoccabile, poiché poteva avere il mondo ai suoi piedi. Quelle sue vispe iridi di purissimo oro immerso tra nocciola e castano, non aiutavano di certo a riporre nei suoi confronti una manciata di fiducia. Se possibile, dopo che il forestiere ha abbassato il cappuccio, l'atmosfera attorno apparve essersi appesantito ancor di più, rendendo quasi tangibile la tensione provata dai presenti che per istinto non riuscivano ad aver fede verso il nuovo arrivato, quasi come se fossero prese che avessero captato la minaccia di un predatore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 01, 2022 ⏰

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