Capitolo 30

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Come le precedenti volte anche questa volta quando Luna ha riaperto gli occhi si è ritrovata in quell'illusoria utopia del paradiso. È pieno giorno con un cielo limpido di un celeste perfetto dove le nuvole sembrano non essere mai esistite e mentre Luna constata tale fatto, in mente le scorrono le parole che disse a suo tempo il Lucifero di questa realtà, che questo è l'unico tempo atmosferico da queste parti, quindi non è nulla di nuovo. In pratica qui esiste soltanto il giorno e la notte. La pioggia, il freddo, il caldo, ma forse nemmeno l'arcobaleno esistono, portando questa realtà a divenire vuota quasi ispida. Luna inizia a camminare in una direzione a se sconosciuta, guidata ancora una volta dall'istinto, mentre attorno tutto tace e il silenzio regna ogni dove, portando una scia di brividi lungo la schiena dell'angelo perduto, poiché indirettamente questo paradiso al momento appare essere il regno dei morti, nonostante morte e vita non siano ancora stati ben definiti. Se Luna fosse veramente in questa dimensione in carne ed ossa, adesso sentirebbe i suoi passi riecheggiare contro il candido marmo in quest'enorme spazio vuoto, ma così non è, poiché i suoi sono passi fantasma. L'angelo continua a camminare per un po', ma le poche abitazioni che incontra nel suo cammino, appaiono esser vuoti. Possibile che vivesse così poca gente allora da queste parti? Finalmente dopo interminabili minuti di percorso, l'angelo si ritrova di fronte ad alcuni residenti di questo posto e i due che ella incontra sono esattamente le ultime due persone che si dovrebbero trovare da queste parti. Per qualche strana ragione Luna viene catapultata in questa realtà ogni qualvolta i due di fronte a lei infrangono le regole o forse la verità è che essi lo fanno regolarmente. Sta di fatto che in questo momento essi, nella loro perfezione, appaiono essere gli unici essere viventi nell'arco di chilometri. Tenebre e luce camminano a fianco a fianco discutendo dei più svariati argomenti, non preoccupandosi minimamente del fatto che ciò che stanno facendo è contro le regole che vigilano questo luogo, ma che sopratutto opprimono queste due entità. Mentre osserva i due supremi serafini l'uno il perfetto opposto dell'altro, Luna si chiede se le due autorevoli figure siano stati in realtà costretti a essere rinchiusi in delle torri per sopprimere il loro vasto potere, che altrimenti avrebbe rischiato di schiacciare i presenti. Ma è giusto imprigionare in questo modo delle persone come se fossero topi in trappola? Perché far nascere delle entità del genere se poi non si possono mai esprimere? Mentre tali pensieri scorrazzano nella mente di Luna, i due serafini continuano a camminare come se nulla fosse, ignari della presenza dell'angelo perduto che li segue a sua volta. Tutto appare procedere per il meglio, la giornata sembra essere un episodio noioso e tranquillo di questa realtà e Luna non comprende il motivo per segnare una data del genere.

Nel momento esatto in l'angelo perduto si è decisa a cambiare direzione per esplorare altrove, il percorso di Tenebrus e Lucifero viene incrociato da parte di Michele. I passi dei presenti si arrestano all'unisono di colpo, compresi quelli di Luna, la quale si ritrova adesso ad osservare la scena con vivo interesse. Da quel che ha compreso sembra esserci un indiretto rancore tra queste tre figure e le truci occhiate che si lanciano tra di loro porta ulteriore conferma ai pensieri dell'angelo perduto, la quale trova strano vedere Michele nelle vesti di una persona che prova odio nei confronti di un'altra entità. L'odio che deturpa il viso di questo serafino, sembra esser così stonante, come anche la severità in quello sguardo marmoreo dove spesso risiede un'espressione di calorosa accoglienza, accompagnato da delle labbra piegate in un sorriso, anziché premute l'uno contro l'altro in una rigida linea dritta come adesso.

"Voi non dovreste trovarvi qui." Afferma con durezza Michele, mentre una sorta di ombra invisibile sembra deturpare parte del suo candido sguardo, una sorta di presenza maligna. Le sue iridi blu, appaiono essere più ombreggiati del solito e tutta la presenza appare ostentare austerità e inflessibilità da ogni poro. Se questo suo tono utilizzato, seguito dalla sua affermazione avrebbe messo in riga qualsiasi altro essere vivente, dall'altra parte Lucifero e Tenebrus non appaiono minimamente scalfiti dalla cosa.

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