Capitolo 44

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♦Lucius

Dopo tutto ciò che è successo con il suddetto padre di Luna o anche lo straniero che ha fatto la bella addormentata per i precedenti lunghi mesi, avrei voluto un paio di giorni di pausa e riposo in solitudine per poter assimilare il malloppo di rivelazione a cui sono andato incontro in poche ore, ma sopratutto avrei voluto star accanto a Luna, per accertarmi del suo benessere. Mi chiedo se abbia ricevuto la lettera, ma sopratutto se le abbia fatto piacere. In un momento di impeto, preso dalle emozioni e da tutto ciò che stava avvenendo attorno, mi sono ritrovato senza nemmeno rendermi conto a esser seduto dietro la mia scrivania, con la penna in mano poggiata su di un foglio, dove le mie dita già danzavano, producendo precise linee e figure che avrebbero poi formato parole. Quando mi sono posto di fronte la porta della stanza di Luna, mi sono ritrovato ad esitare abbastanza a lungo, tentennando sul posto come un adolescente alle prime prese col sesso opposto. Alla fine però, nonostante i vari dubbi che circondavano la mia mente, ho deciso di far scivolare la lettera sotto la porta della camera di Luna, per poi andarmene, perché in cuor mio io so che se la sua reazione fosse stata negativa, io non sarei riuscito a sopportarlo, non quando tra quelle parole le ho praticamente donato il mio cuore. Spero solo che questa sia la volta buona in cui le cose tra me e lei si sistemino, poiché se non si aggiustano adesso, dubito che la cosa succederà mai. Lei è la mia caduta, son disposto a divenire un re senza scorta né corona, se ciò è necessario per averla. Me la son lasciata sfuggire troppo a lungo e per cose troppo futili e non sono più disposto a continuare su questa strada. Ma la tranquillità e il riposo, che tanto ho agognato per questo duro periodo, sembrano qualcosa non poter esser una cosa fattibile da concedermi, poiché nemmeno poche ore dopo da quando ho scritto quella lettera a Luna, mi son ritrovato a esser convocato nell'ufficio di mio padre. All'inizio credevo che fossi stato richiamato da quest'ultimo, perché egli voleva darmi degli avvertimenti o delle informazioni da tener a mente riguardo Tenebrus, ma mi ero dimenticato del fatto che si tratta pur sempre di Lucifero che pensa ai propri interessi sopra quelli di chiunque altro. Son stato chiamato dal Diavolo, perché quest'ultimo aveva da affidarmi un compito che è quello di andare in perlustrazione nella città umana più vicina, poiché egli crede che vi siano delle creature pericolose che si stanno aggirando da quelle parti. Ho chiesto altre informazioni, poiché quelle che quest'ultimo mi ha concesso, sono poco più della miseria, ma Lucifero è stato categorico e non mi ha voluto offrire oltre alle parole già proferite. Il suo regno finirà in rovina se continua ad affidare incarichi con questo disadorno ammonto di informazioni. Non mi son nemmeno potuto liberare di tale compito, cercando di addossarlo sulle spalle di qualcun altro, magari Astaroth. Mio padre è stato austero riguardo il fatto che dovessi compiere io tale dovere. Questa sua rigidità mi ha poi iniziato a portar dubbi in mente e a divenir sospettoso di Lucifero. Perché se l'incarico affidatomi é solo una perlustrazione, non c'è bisogno di inviare il principe, basta semplicemente inviare una truppa minore. Avrei voluto porgere a mio padre delle domande, ma neanche tale beneficio sembra esser possibile da concedermi, poiché quasi subito dopo, il sovrano degli inferi mi ha cacciato dal suo ufficio con l'irrilevante informazione che ai cancelli degli inferi mi attende un compagno per questo incarico.

Adesso mi ritrovo a camminare tra i corridoi del palazzo reale dell'inferno in direzione verso la sua uscita, mentre analizzo le informazioni che ho, collegandoli a vari sospetti che mi guizzano in testa. Una delle varie risposte plausibili con cui sono uscito fuori è il fatto che l'età sta seriamente iniziando a dare alla testa a mio padre, il quale non riesce più a distinguere le cose importanti da quelle futili; un'altra spiegazione sarebbe il fatto che magari Samael ha centrato il punto quando ha palesato un qualche tipo di romantica relazione tra Tenebrus e Lucifero e ciò ha scombussolato quest'ultimo e già l'idea che ci possa magari esser della verità dietro ciò mi porta brividi di disgusto lungo la schiena. Potrei seriamente vomitare. Un'altra spiegazione potrebbe esser il fatto che magari mio padre sta cercando di tenermi lontano da questo straniero ora che è sveglio, perché forse Lucifero teme che questo mi possa rivelare qualcosa che mio padre non vuole che io venga a conoscenza. Un'ulteriore interpretazione sarebbe il fatto che il sovrano degli inferi è alla ricerca di ciò che ha ridotto in quelle condizioni Tenebrus, in quel caso avrebbe senso inviare il principe per analizzare la cosa e a pensare come eliminare il problema. Eppure se così fosse, non comprendo tutta la segretezza che Lucifero ha mostrato nei miei confronti riguardo tale incarico, che stia anche quest'ultimo mugugnando sopra la rivelazione del padre di Luna? Eppure in parte egli già sospettava, quindi non è che debba esser chissà cosa per lui. Mi ritrovo adesso costretto a chiudere questo momento di riflessione, poiché sono ormai vicino ai cancelli degli inferi con la speranza che il suddetto compagno che mi attende al cospetto di essi, sia qualcuno che io possa accettare e non qualcuno che avrà presto bisogno di una bara e una visita dal dolce, amato Samael. Nel peggiori dei casi, Lucifero mi avrebbe potuto affidare Astaroth, in quella situazione le carte in tavola sarebbero cambiate, poiché in quel caso quello che avrebbe avuto bisogno di una tomba sarei stato io, dato che se avessi torto anche solo un capello all'ingordo demone, me la sarei dovuta vedere contro due furenti demoni, per di più avrei dovuto dire addio alla minima possibilità di riappacificazione con Luna. Ma mio padre non può esser così crudele nei confronti di suo figlio, vero? Del resto sono sangue del suo sangue.

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