Capitolo 25

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Quando Luna ha riaperto gli occhi si è nuovamente ritrovata in quello che sembra essere il paradiso, ma questa volta invece di essere pieno giorno, il luogo appare essere stato assorto in un'eterna notte avvolta di sonno e ornata di stelle brillanti che vegliano sui presenti. L'angelo perduto a passo leggero inizia a muoversi in quell'immenso luogo che questa volta appare esser così solitario. Non un'anima viva sembra fiatare anche solo per sbaglio. Che stiano veramente tutti dormendo? Allora che senso ha, continuare a stare in quel luogo, se non c'é nessuno. La figura argentea continua a camminare tra quelle piastrelle di puro marmo con decorazioni astratte in oro, ma nessuno dei suoi passi appare risuonare nello spazio attorno, quasi come se quest'ultima fosse un fantasma. A un certo punto alla vista dell'angelo si stazionano delle modeste abitazioni di un così purissimo bianco da sembrare che abbiano una sorta di aura attorno a loro che li fa apparire come se irradiassero eterea luce. Le varie casette sono spezzate qui e là da intricati gazebo e da due fontane, dove scorre cristallina acqua. L'angelo perduto inizia ad avventurarsi tra le varie abitazioni, dove non sembra giacere anima viva. I vari modesti edifici appaiono esser contornati da una sorta di aria mistica con quella celestiale luce di cui si circondano, in contrasto con l'oscurità che vi giace all'interno. Camminare in una tale quiete, dà la sensazione di star avventurando in una città fantasma, dove però nemmeno tali spiriti esistono, vi è soltanto la loro essenza. A un certo punto le orecchie di Luna vengono catturate dal rumore di movimenti di passi, che la portano a dirigersi in direzione di tale suono, quasi profano in una tale cristallina quiete. Ella continua a camminare, seguendo facilmente il suono, poiché è semplice individuare il rumore in un tale silenzio tombale. Alla fine l'angelo finisce per ritrovarsi di fronte la figura del serafino oscuro e sta per nascondersi dietro le mura di un'abitazione, quando gli occhi dell'uomo vengono posati nella sua direzione e quest'ultimo non appare smuoversi minimamente di fronte la presenza intrusa dell'angelo perduto. Adesso Luna è certa che sarebbe stata per sempre cacciata da questa realtà, poiché è stata scoperta. Ed era solo questione di minuti prima che l'angelo di fronte a lei, decidesse la punizione più adeguata da arrecarle per la sua intrusione. Ma l'uomo la continua a guardare con sguardo assente quasi come se lei non fosse lì, dopo un po' ritorna a osservare la finestra che ha di fronte, come se non avesse notato la figura di Luna.

"Scusami, ma voi non mi vedete?" Domanda cordiale l'angelo perduto, avvicinandosi al serafino che continua a osservare il pezzo di vetro dell'abitazione di fronte a lui. "E deduco che non mi possiate nemmeno sentire." Aggiunge poco dopo l'angelo perduto, spostandosi dall'altro lato di Tenebrus. "Chissà se percepireste il mio tocco." Continua Luna per poi posare una mano sulla figura del serafino oscuro che sembra non aver sentito nulla, l'argentea figura intensifica il suo tocco, ma nulla. "Quindi non mi vedi, non mi senti e non senti il mio tocco, è come se fossi un fantasma o un poltergeist." Deduce l'angelo, lasciando cadere il tono cordiale, mentre il suo presunto interlocutore ancora non sembra accorgersi di nulla. A questo punto Luna si poggia con il gomito sulla spalla del serafino, sfidando un altro po' la sua fortuna. "Come va la vita, vecchio mio?" Chiede lei, ma ovviamente non riceve alcuna risposta, ma dopo poco Tenebrus inizia a muoversi, non accorgendosi di aver scostato da sé la figura di Luna. Il serafino inizia ad arrampicarsi con agilità sulla bassa finestra, lasciata aperta, dove le tende color crema si muovono leggiadre a ritmo della leggera brezza della serata che è presente; dopodiché l'angelo oscuro resta poggiato sul cornicione di quella apertura. Poco dopo Luna segue le gesta di quest'ultimo, per poi entrare nella stanza che adesso Tenebrus sta osservando, attraverso lo spazio che il serafino ha lasciato libero. L'angelo perduto finisce col ritrovarsi in una stanza femminile e semplice dove vi è una donna abbastanza infastidita di fronte l'intrusione dell'uomo. Anche quest'ultima appare non esser capace di vedere o sentire Luna, la quale decide di sedersi su una semplice sedia in legno chiaro che è poggiata di fronte una toeletta.

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