Capitolo 9

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Lucius

Dopo aver incontrato Karma, la decisione più saggia sarebbe stato quello di fare marcia indietro e ritornare agli inferi per non rischiare di imbattermi in lei nuovamente, ma io impulsivo e avventato come sono, ho deciso di continuare con questa mia suddetta passeggiata che finora non si è dimostrato essere beneficiario. Quando finalmente sono uscito dal mio stato di allerta, una volta che la demone della vita si è eclissata dalla mia vista, la mia mente ha iniziato a formare un'idea che adesso non posso più mettere in atto e l'impossibilità derivato da ciò mi porta un senso di amarezza misto a frustrazione. Potevo chiedere a Karma se quest'ultima sapeva qualcosa riguardo l'uomo che giace privo di sensi agli inferi, del resto lei è millenaria ed è molto probabile che lo abbia incontrato nel proprio percorso, specialmente se è un vecchio conoscente di Lucifero. Per di più Karma è una demone, anche se non risiede agli inferi, pertanto potrebbe esser a conoscenza di qualche connessione legato allo straniero. Poi se Samael sapeva dello sconosciuto, è molto probabile che anche la sorella ne sapesse qualcosa, magari quest'ultima sarebbe potuta essere un po' più incline a parlare. Ma stolto quanto sono, non ho pensato a niente di tutto ciò, quando potevo attuare il piano per cercare di ottenere informazioni, impegnato com'ero a cercare di proteggermi la pellaccia. Quando vuoi una persona, questo non c'è mai, mentre quando non ti serve, è sempre tra i piedi. Frustato come sono, mi ritrovo a riservare la mia amarezza contro un sasso che calcio senza alcuna pietà.

Ormai è troppo tardi per ricercarla, posso già percepire la sua essenza dissolta. Dannato me! Anzi maledetto cervello ritardato! Adesso chissà quanti altri secoli passeranno prima che incontri nuovamente Karma. Forse alla fine mi ritroverò veramente costretto a rivolgermi a Setesh per delle informazioni o magari potrei cercare di strangolarlo, così si presenta Samael a cui potrei cercare di estorcere qualche informazione riguardo l'uomo privo di coscienza. O semplicemente finirei solamente per segnare il mio nome sulla lista della morte prima del tempo, cosa parecchio probabile, sopratutto se quest'ultimo constata di essere stato raggirato in tale modo. Anche se i fratelli del fato assolvono il loro compito nel migliore dei modi, essi restano creature irascibili, dal breve e pessimo temperamento che non ci penserebbero due volte a fare fuori una persona se quest'ultimo osa sfidarli o cerca di imbrogliarli. Così mi ritrovo al punto di partenza con le mani ancora legate. Meno male che questa passeggiata doveva portarmi un po' di tranquillità. Alla fin fine mi ha portato solo ulteriore frustrazione. Un altro sassolino entra in collisione con il mio piede, mentre la brezza, che si sta raffreddando minuto dopo minuto, mi accarezza il viso con le sue fredde mani.

Così continuo a camminare all'interno della foresta che diviene sempre più fitta fino a quando non decido di fermarmi e di arrampicarmi su di un albero per sedermi su di un ramo la cui consistenza ho prima controllato. Resto immoto in questa posizione, mentre già immagino mio padre andare su tutte le furie per il modo irresponsabile in cui ho lasciato gli inferi per le mie scorribande senza meta. Così il tempo scorre senza pietà e senza attendere nessuno, mentre altri granelli di questa invisibile clessidra scorrono incessanti. Ben presto le prime luci del mattino, divengono più freddi, trasformandosi in quelle di un primo pomeriggio, mentre io ancora immobile giaccio su questo ramo.

***

Non so quanto tempo abbia passato in questo mio etereo stato di immobilità, prima che i miei sensi colgano i movimenti di qualcuno che si muove nei dintorni, cosa che mi porta subito a mettermi in allerta e a guardarmi intorno con calcolata circospezione, mentre afferro uno dei pugnali nascosti tra i miei abiti. Se si tratta di un animale, potrebbe benissimo essere il mio pranzo e questo pensiero porta la mia mente a formare l'immagine di quel dannato demone qual'è Astaroth con quel suo inguaribile senso di un appetito abissale. Non posso credere che quell'essere deve disturbare persino la mia mente. Scuoto la testa, cercando di cacciare via la sua immagine, mentre riprendo a focalizzare la mia attenzione sulla creatura che si aggira nei dintorni. Se si tratta di un umano, potrei ucciderlo e magari sperare di incontrare uno dei fratelli del fato che si deve occupare di raccattare tale anima. Se si tratta di angeli, potrei farmi un arrosto di volatile che ovviamente non mangerei, perché sarebbe disgustoso, magari anche velenoso, in fondo chi sa quali malattie quegli uccellacci trasportino tra le loro penne. Se si tratta di un demone, devo vedere se si tratta di uno di quelli degli inferi e magari se mi sento magnanimo lo potrei lasciare libero di andare. Se si tratta di un esiliato, a seconda del fatto se si tratta di un demone o di un piumato, deciderò in che modo torturare questo mio ospite che si sta avvicinando tra le mie fauci. Se si tratta nuovamente di Karma, spero solo che non abbia le capacità di leggere nel pensiero, altrimenti in tale caso io sarei morto e stecchito, se sono fortunato oppure torturato e poi morto e stecchito, se sono sfortunato. Se si tratta di mio padre, cosa di cui dubito fortemente, magari potrei continuare ad avere un pensiero riguardo il torturarlo. Rimango appostato sul ramo, mentre attendo che questa ignota figura si avvicini a me, intanto che la mia mente forma tutte le possibili ipotesi che possano essere associate con la creatura che si sta per scoprire alla mia vista. Un fruscio di cespugli non molto lontano da me coglie la mia vista e allo stesso tempo un rumore di rami spezzati coglie le mie orecchie, mentre io stringo di più la presa sul mio pugnale, quasi in fibrillazione e pieno di eccitamento e adrenalina che viene pompato attraverso le mie vene a ritmo ancora regolare e statico. È una vita che non vado a caccia, magari è la volta buona in cui mi posso finalmente divertire un po' e sfogare la mia furia in questa piacevole attività. Ma questo mio entusiasmo ha vita breve, poiché si estirpa nel momento esatto in cui l'odore pungente e fin troppo familiare di rose colpisce i miei sensi. Addio caccia. Prima ancora che i miei occhi riconoscano la figura che si sta per presentare di fronte i miei occhi, il mio corpo l'ha già identificata. Così nel momento esatto in cui quest'ultima si presenta alla mia vista, io scendo dal ramo in cui sono appostato e mi mostro di fronte a lei e come da copione quest'ultima spalanca gli occhi sorpresa della mia presenza.

Return of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora