Capitolo 8

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Lucius

Dopo la notte addietro la figura di Luna mi ha tormentato durante le mie poche ore di sonno. Che ci faceva tra quei pressi la sua figura a quella tarda ora? Che si stesse assicurando anche lei che nessuno di scomodo irrompesse nella stanza dello sconosciuto? Non so cosa pensare e non so come sentirmi riguardo la sua inattesa presenza da quelle parti. Misteri su misteri, segreti su segreti. Avrà mai fine tale oscurità? È ironico pensare al fatto che l'erede al trono degli inferi desideri che le tenebre cessino per un po' per lasciare spazio alla chiarezza provveduta dalla luce.

Dopo aver fatto colazione, mi sono ritrovato a vagabondare verso i cancelli degli inferi, mentre di tanto in tanto con una mano ho scompigliato la mia chioma corvina ogni qualvolta pensieri tipo quelli di poco fa scorrevano nella mia mente. Ho cercato di sciogliere la matassa di fili compressi che si è venuto a creare a causa delle numerose domande prive di risposte, ma ogni mio tentativo è stato un puro insuccesso, così adesso frustato più che mai, ho deciso di uscire da quest'inferno, per un po' di quella tranquillità che bramo da chissà quanto.

Le guardie di pattuglia ai cancelli degli inferi mi hanno solo rivolto un sguardo confuso, ma senza chiedere alcunché mi hanno lasciato andare, ritornando subito dopo nelle loro rigide posizioni con quella loro inflessibile espressione stampata in volto. Mi lascio così finalmente accogliere dai raggi del sole che brillano splendenti contro un celeste cielo sereno, macchiato qui e lì da poche e flebili nuvole candide. Prendo un'enorme bocciata d'aria fresca, mentre lascio che le mie orecchie vengano accolte dai rumori della natura dopo un lungo periodo in cui i suoni formati dai demoni e dalle anime umane hanno predominato indisturbati. Lascio che il vento mi avvolga con le sue carezze, scompigliando la mia chioma già disordinata e permetto che gli ultimi suoni della natura, causati dagli ultimi raggi di questa solare stagione, cantino indisturbati le loro ultime note, prima di lasciare spazio al gelo che presto avvolgerà ogni dove con la sua tagliente e pressante presenza. Il cambio di stagione che presto occorrerà può essere ben constatato dalla brezza mattiniera non più calorosa come i giorni addietro, accompagnati da animali non più rumorosi come all'inizio delle corrente stagione, dovuto principalmente al fatto che molti hanno già lasciato queste terre in cerca di luoghi che possano offrire quel calore che questo posto sta pian piano mancando di donare. Senza una meta precisa lascio che l'istinto mi guidi verso una destinazione a me non chiara, mentre passo dopo passo metto sempre più distanza tra me e gli inferi con l'illusione di poter mettere una pausa anche a tutti i dubbi e le incertezze che mi pullulano nella mente. Un momento di distrazione, una sosta, questo è l'unica cosa che chiedo e bramo in questo momento, perché semplicemente sono stanco, quasi esausto. Da quando Alexander è partito ho cercato di investigare per conto mio riguardo l'identità dello sconosciuto che mio padre sembra ardentemente voler tenere nascosto. Più volte mi sono ritrovato a scendere tra i borghi degli inferi con l'intenzione di incontrare Setesh e altrettante volte sono ritornato sui miei passi, facendo retromarcia. Durante l'ultimo incontro con il gemello del mio consigliere, il demone declassato ha dimostrato di sapere qualcosa riguardo l'uomo che giace privo di sensi agli inferi. Non so come abbia delle informazioni a riguardo, ma al momento egli sembra essere l'unica mia fonte per ottenere delle possibili risposte ed è per questo che mi sono ritrovato più volte a gironzolare nei pressi del luogo dove sapevo lo avrei trovato, però nemmeno una volta mi sono fermato abbastanza a lungo per avere un approccio con lui, né l'ho cercato con impegno per riuscirlo a trovare. Ho continuato a essere in bilico tra cosa fare e dire, fatto che mi ha riportato sempre a ritornare al palazzo senza ottenere nulla.

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