20.-You Know, Jaeger...-

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-Non ero a divertirmi.- Scrisse malinconico il giovane guardandosi intorno.

-Davvero? Fammi pensare... visita medica? No, tutta la tua classe non c'era. Dovevate salvare il mondo?- La buttò sul ridere il contatto.

-Ti ho detto che non c'è niente da ridere!-

-Salvare il mondo non è un'impresa da poco.- Commentò lo sconosciuto. -Perché non c'era nessuno?-

-Funerale.- Rispose semplicemente il ragazzo lasciando un piccolo sospiro.

-Scherzi?- Il contatto si preoccupò, di certo non si aspettava una risposta del genere. -E posso chiederti di chi?-

-Marco. Lo conosci, no?-

Il castano era certo che lo sconosciuto sapesse i nomi di tutti gli amici, infatti era così.
I messaggi dell'uomo con cui messaggiava si fecero più freddi, sembrava quasi che il contatto tenesse al corvino.

-Mi dispiace. Sul serio. Come state voi?- Chiese poi, in pensiero, per la classe.

-Credo che quello più scosso sia Jean, era il suo migliore amico.- Rispose non volendo menzionare la relazione dei due ragazzi. -Ma tutti non ce l'aspettavamo. Mi sento in colpa per non essere andato a vedere come stava, siamo vicini di casa più o meno.-

-Non ti incolpare, piccolo. Tu non centri, ne sono sicuro. Non sei tu ad averlo drogato, ad averlo 'costretto' in quel mondo, per cui ti prego di evitare di incolparti.- Lo rassicurò lo sconosciuto.

Eren annuì leggendo il messaggio, tentò di cambiare discorso per non scoppiare ancora in lacrime e 'dimenticare' per il momento Marco.

-Sono arrivato in stazione, ti scrivo più tardi?-

-Quando vuoi. Mi raccomando.-

Si salutarono sorridenti ed Eren svegliò gli amici leggermente rossi in viso.
Armin era imbarazzato per aver riposato così vicino a Jean, il quale si sbrigò a salutarli e a tornarsene a casa.

Il biondo doveva sbrigare delle commissioni così salutò Eren in stazione, il castano intanto si sedette su una panchina lì fuori ad aspettare che la madre passasse a prenderlo.

'La devo chiamare.' Pensò ricordandosi di non averlo fatto sul treno.

Accese il cellulare digitando il numero della madre, fece per portarsi il telefono all'orecchio, ma questo si spense.

'Batteria scarica. Non ci voleva.'

Sbuffò all'idea di doversi fare mezza città a piedi, prima di tornarsene a casa, ed il tempo non era dei migliori.

'Basta che non si metta a piovere.' Pensò alzandosi, fece neanche tre passi e sentì un tuono. 'Sono così sfortunato.'

La pioggia cominciò a scendere ed il giovane si rintanò sotto il tettuccio della stazione.
Si riparò dalla pioggia pensando a cosa fare, poteva chiedere a qualcuno di prestargli il cellulare.

Le uniche persone che passavano erano i passeggeri per i prossimi treni ed Eren non si sentì di disturbarli, se avessero perso il treno sarebbe stato colpa sua.

Nel marciapiede non passeggiava nessuno, pioveva e le persone correvano in casa al caldo.

'Non mi resta che aspettare che passi la pioggia.' Rifletté sfregando le mani sulle braccia infreddolite. 'Dannazione a me e al meteo!'

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