-Non solo quel bastardo mi ha detto una bugia, ma mi ha pure fatto passare la notte insonne. Quanto lo odio. Vorrei davvero sapere chi sia quel contatto!- Sbuffò Eren al termine delle lezioni, non essendo stato interrogato da nessuno dei professori.
'Se me lo ritrovo davanti alla faccia, giuro lo prendo a pugni!' Gridava dentro di sé mentre il professor Ackerman entrava nell'aula.
Il ragazzo prese il cellulare ricevendo una chiamata da Armin.
Rispose sotto gli occhi indagatori del più grande.'Non ti ci mettere pure tu, 'gigante'.' Sbottò contro il corvino. 'Dov'è che ho già usato questo soprannome?' Si domandò subito dopo dicendo ad Armin di aspettare qualche minuto e l'avrebbe raggiunto.
Eren spense la chiamata, quel giorno si sarebbero visti solo per uscire come amici.
Per cui doveva affrettarsi a uscire dalla scuola e raggiungere il più piccolo in cortile.-Jaeger ricordati la verifica di domani.- Disse il professore al più giovane.
'Ci mancava quella' Borbottò tra sé e sé prima di annuire.
-Non si preoccupi, per colpa di uno squilibrato ho studiato per tutta la notte. Non posso andare male, domani.- Rispose all'uomo, il quale sgranò gli occhi nel sentire quelle parole dal giovane.
-Squilibrato?- Ripeté subito dopo.
-Si. Un tizio che si fa chiamare 'gigante' dagli amici, buffo?- Sghignazzò il più piccolo.
-Dev'essere senza dubbio alto.- Commentò il corvino alzandosi dalla sedia.
L'uomo fece per uscire quando il ragazzo lo bloccò afferrandogli un polso. Il professore si voltò di colpo meravigliato dal gesto del più alto.
'Cosa ho fatto?' Si chiese Eren arrossendo lievemente.
-Che ti prende?- Gli domandò Levi guardando il castano mordersi nervosamente il labbro inferiore.
-Sa professore, quella persona frequenta un 'corso per persone prive di felicità'. Ci va pure lei?- Gli domandò il giovane dovendosi attaccare ad una qualsiasi scusa per aver scelto di fermare l'uomo.
-Jaeger non credo esistano corsi del genere, ma forse ne frequento uno per sopportarti.- Rispose nei denti il più grande.
Eren lo guardò di traverso e roteò gli occhi al cielo. La rabbia prese il sopravvento nel più giovane decidendo di sfogarla in uno strano modo.
-Mi puoi lasciare il polso?- Chiese il corvino.
Il ragazzo fece indietreggiare il professore, quando necessario per permettere a se stesso di chiudere la porta della classe.
Fece appoggiare l'uomo, con la schiena sulla porta, e si abbassò alla propria altezza.Si avvicinò lentamente all'orecchio del più basso, credendo di venir bloccato mentre invece il corvino non fece nulla se non lasciarsi sfiorare dalle labbra del castano.
-Forza, professore. Sorrida per me.- Soffiò all'orecchio di Levi procurandogli un piccolo brivido.
Se l'uomo si poteva permettere di giocare con lui, il ragazzo poteva fare lo stesso.
In più non essendo visto da nessuno, non poteva dire di avere dei testimoni che dessero ragione al professore.Qualsiasi cosa avesse detto o fatto sarebbe rimasta tra loro, poteva approfittarne.
-Jaeger allontanati.- Ordinò il più grande sconcertato dalle azioni del giovane.
-Lei si è avvicinato diverse volte, in questi giorni. Non posso farlo anch'io?- Chiese il castano accostando il proprio viso a quello pallido del professore.
-Il tuo amico ti aspetta.- Mormorò il corvino.
-Ottima scusa, professore.- Sussurrò il ragazzo sulle labbra dell'uomo. -Mi dileguo o dovrà frequentare anche un corso per controllare gli ormoni.- Disse allontanandosi ed uscendo dall'aula fiero.
Lasciò l'uomo sconvolto, quel ragazzo si era appena permesso di metterlo in imbarazzo e lui era stato zitto a non fare nulla.
Il corvino amava il modo in cui il più piccolo si era avvicinato, il modo in cui gli aveva sussurrato e causato brividi.
Forse avrebbe desiderato di più in quella semplice aula dove normalmente si tengono lezioni.Il pericolo di essere scoperti e al tempo stesso l'eccitazione di quel momento così desiderato dal più grande.
Perché Levi aveva messo gli occhi sul ragazzo fin dal primo giorno di scuola, al primo anno. Ma il giovane era particolarmente assente e perso nel suo mondo, non aveva mai notato le avance del professore.
Quest'ultimo si era offerto più volte di aiutarlo a studiare o di passare dopo le lezioni nella sua aula, ma puntualmente Eren non capiva l'amore che il più grande provava e lo friendzonava nei metodi più classici ma potenti del mondo.
Levi uscì dall'aula cercando di non dar nell'occhio l'imbarazzo di quegli istanti con il castano.
'Me lo sono meritato.' Pensò l'uomo uscendo da scuola.
Armin ed Eren stavano passeggiando tranquillamente per la città, ridevano e scherzavano come normali liceali. Decisero di fermarsi nel bar in cui il giorno prima il castano aveva incontrato Mikasa.
Appena entrarono il giovane più grande riconobbe Jean con la ragazza, lasciò andare in imprecazione sotto voce che solo Armin poté udire.
Prese sotto braccio l'amico portandolo in un tavolo al lato opposto.
-Va tutto bene?- Domandò il biondo notando Eren guardarsi intorno.
-Si, scusa, ma ci sono persone con cui non vorrei parlare.- Rispose velocemente il ragazzo.
Il più piccolo annuì notando un ragazzo particolarmente bello lontano dal loro tavolo.
Il giovane in questione era proprio colui con cui il nuovo amico, del biondo, non voleva parlare.Jean abbracciava la corvina ed Armin abbassò lo sguardo tristemente, mentre il ragazzo difronte a lui si chiedeva cosa avesse fatto.
-Eren posso farti una domanda?- Saltò su il biondo.
-Certo.- Annuì l'amico prendendo nuovamente il succo alla mela.
Armin chiese un tè verde sorridendo alla cameriera dolcemente.
-Ecco... sei sempre molto teso... sei sicuro che sia tutto okay?- Gli chiese alludendo ai messaggi che il ragazzo riceveva ogni tanto, e che puntualmente lo facevano impallidire o imbarazzare.
-Ti riferisci a ieri? Se ti ho fatto vergognare per averti chiesto quelle parole, mi dispiace.- Si scusò il castano.
-No, no. Però quei messaggi... quelli che ricevi ogni tanto... ecco...- Balbettò Armin torturandosi le mani.
-Sei curioso, vero?- Chiese facendo arrossire il più piccolo. -Non ti preoccupare, va tutto bene. Avevo in mente di parlarne a qualcuno, ma non qui e non ora.- Confessò Eren con un sorriso.
Armin lo guardò negli occhi verde smeraldo, mentre annuiva ripetutamente.
-Domani in biblioteca, magari.- Concluse il giovane più alto.
-Se tu non sei Eren, io non ho più la mia faccia da cavallo!- Esclamò una voce mascolina alle spalle del castano.
Il ragazzo appoggiò una mano sulla spalla del diretto interessato scuotendolo.
'Perché?!' Sbottò il castano rivolgendo lo sguardo verso i due amici.
//Ve l'avevo promesso❤️
Se vi va passate a dare un'occhiata ad una piccola EruRi che ho appena pubblicato.I Don't Wanna Live Forever è il titolo, spero vi piaccia.
(Sarà una FanFiction breve) 🐣😚\\
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Whatsapp //EreRi\\
FanfictionEren Jaeger un sedicenne ancora perso nel divertimento, scaricherà per la prima volta WhatsApp (l'ormai famosa applicazione di comunicazione di cui tutti o quasi fanno uso). Un ragazzo estraneo a quel mondo scoprirà che non tutto può essere normale...