49.-Tears-

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Solitamente il tempo scorre più in fretta accanto alla persona che si ama, accanto a chi vuoi bene e facendo le cose che ti piacciono.

L'ultimo mese di scuola infatti era stato particolarmente lento, triste e sembrava che tutto andasse contro Eren.

Quest'ultimo doveva dimenticare Levi, non sembrava troppo complicato, ma il solo vederlo in classe era doloroso.
I loro sguardi si incontravano di tanto in tanto, ed il ragazzo cercava di distoglierlo il più in fretta possibile.

Ma non era solo questo, il corvino non poteva all'improvviso smettere di interrogare il giovane. Così ogni tanto si ritrovavano a parlare, con il castano alla lavagna ed il più grande seduto alla scrivania.
Erano troppo vicini.

Entrambi non desideravano altro che l'interrogazione finisse, o che l'ora passasse. Ed era proprio in quelle particolari situazioni che il tempo non trascorreva.
Un minuto sembrava durarne venti e un'ora di storia diventava infinita.

Incrociarsi nei corridoi era impossibile da evitare, ed entrambi cambiavano strada non passando inosservati all'altro.

Erano tutti e due decisi a dimenticarsi, ma le probabilità di riuscirci erano pochissime.
Quando entrava nell'aula, al ragazzo tornava in mente quella giornata in cui i due amanti si erano baciati la prima volta o quando poco tempo dopo avevano fatto l'amore di nascosto.

Una fitta lancinante al petto del castano era imprevedibile, forse persino Levi la percepiva.

In tutta questa situazione c'era sempre una ragazza che nel suo piccolo era contenta.
Mikasa.
Era stata colei che aveva costretto i due ad allontanarsi, ma non poteva di certo obbligarli.

Gli unici che potevano erano, effettivamente, i genitori di Eren. Che avevano agito secondo le loro idee.
Come aveva chiuso con il corvino, il ragazzo, non aveva più avuto niente a che fare nemmeno con Mikasa.

La giovane era stata già allontanata una volta, ma non demordeva. Questa volta il più piccolo aveva trovato un modo per impedirle di parlare con lui.
Le aveva ricordato quella notte in cui aveva deliberatamente fatto respirare al castano del fumo, la prima volta che Mikasa si fosse permessa di parlare al giovane avrebbe raccontato ai genitori della faccenda e ci avrebbero pensato loro a sistemarla.

Jean ed Armin provavano a tenere su col morale l'amico, non sopportavano di vederlo così triste e sul punto di piangere ogni giorno.

Progettavano di andare in vacanza insieme l'estate che era ormai alle porte.
Eren aveva accettato, attaccandosi all'unica gioia di quella stagione.
Non sarebbe più andato a scuola e non avrebbe più visto Levi per tre mesi.

Per qualche giorno questo pensiero sembrava funzionare, il corvino lo vedeva solo a scuola era obbligato a vederlo, ma fuori non lo incontrava.
Si era dimenticato di vivere vicino al professore, però.

Una volta lo vide uscendo di casa. Era dall'altro lato del marciapiede, lo sguardo rivolto verso terra, pareva di nuovo arrabbiato col mondo.
Ma non era solo questo il problema, non per forza l'avrebbe incontrato.

Il problema era che Petra abitava accanto al ragazzo, lei era sempre la ex moglie del corvino e vederla tutti i giorni gli ricordavano il periodo di relazione tra il castano ed il più basso.


Era trascorsa l'ennesima giornata a scuola, ma quell'ora era quella del professor Ackerman. Sembrava non finire più.
Il giovane si era appoggiato con le braccia sul proprio banco, seduto accanto a Jean.

I due si lanciavano occhiate annoiate, mentre l'uomo proseguiva la lezione.

-Tra poco almeno è estate.- Borbottò il ragazzo più alto quanto bastava per farsi udire dall'amico.

-Veramente...- Concordò il ragazzo sbuffando.

Il trillo della campanella segnò la fine dell'ora, e la fine delle lezioni.
Jean si alzò dalla sedia, aveva già preparato la borsa e doveva correre dal fidanzato.

-Ci vediamo domani, Eren.- Lo salutò il più grande.

-Ciao, salutami Armin.- Ricambiò il castano tuffando la testa tra le proprie braccia.

Restò qualche istante fermò in quella posizione scomoda, aspettò che l'aula si svuotasse dimenticandosi del professore ancora seduto alla cattedra.

Il corvino non si era reso conto che il più piccolo era ancora lì, così non ci aveva prestato attenzione ed aveva cominciato a correggere alcuni compiti di altre classi.

Senza rendersene conto il giovane cominciò a piangere, non stava pensando a nulla ma le lacrime pizzicavano gli angoli degli occhi smeraldo del ragazzo e lui non le trattenne.
Piangeva silenziosamente.

Levi si portò una mano sugli occhi distraendosi un minimo, in quell'istante sia il ragazzo che l'uomo fecero percepire all'altro la propria presenza.

Il corvino sospirò rumorosamente, mentre il castano lasciava trapelare un singhiozzo.
Eren sollevo lo sguardo verso la cattedra, ed il professore spostò la mano dai propri occhi.

Si guardarono qualche istante, poi entrambi ripresero a farsi gli affari propri.
Il ragazzo cominciò a fare lo zaino.
Come non si era accorto del più grande?

Si alzò dal proprio banco, sentendo anche Levi fare lo stesso.
Il castano varcò la soglia, ma la voce del più basso lo fermò.

-Eren, hai dimenticato il cellulare.- Disse porgendoglielo.

Il ragazzo si voltò verso il professore, non si preoccupò di farsi vedere col viso bagnato di pianto.

-Grazie.- Mormorò con voce spezzata afferrando il cellulare.

Le dita di entrambi si sfiorarono appena, quanto bastava al giovane per un crollo emotivo.
Non si rese conto che le lacrime avevano ricominciato a sgorgare, e di tanto in tanto la bocca emetteva singhiozzi.

Il professore schiuse le labbra, tentò di avvicinare una mano al volto del ragazzo per asciugargli le lacrime, ma quest'ultimo si allontanò prima che il tocco dell'uomo potesse frastornarlo ancora di più.

-Non mi toccare... per favore...- Lo implorò nonostante fosse ciò che realmente voleva.

Lasciò l'uomo in quella classe, correndo fuori dalla scuola.

-Scusami... piccolo...- Mormorò tornando alla cattedra il professore.


//Ormai la scuola sta per concludersi❤️🤙🏻
E visto che sono curiosa...🙈

Che classe fate? 🤔
Io la seconda superiore🤦🏻‍♀️\\

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