45.-Sleep-

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-Non eravamo molto distanti, ho pensato che fosse meglio venire qui che portarti a casa tua.- Spiegò il corvino. -Sarebbe stata la seconda volta in poco tempo, i tuoi genitori potevano insospettirsi.-

-Ma... devo dire ai miei dove mi trovo! Che ore sono?!- Esclamò preoccupato che la madre fosse in pensiero.

-Le dieci e mezzo.- Rispose alzandosi dalla sedia ed allontanandosi verso la giacca del castano.

Ne estrasse il cellulare portandolo al giovane. Quest'ultimo telefonò immediatamente a casa, la madre al secondo squillo rispose.

-Dove sei tesoro?- Chiese tranquilla.

-Scusa se non ti ho chiamato, ma... ecco... mi sono fermato da Armin e non mi sono accorto dell'orario.- Inventò guardandosi intorno il più piccolo.

Levi fece cenno al ragazzo che sarebbe tornato subito, così il castano annuì.

-Tranquillo Eren, mi avevi detto che avresti fatto tardi. Verso che ora tornerai?- Gli domandò la donna.

-Non lo so... ti mando un messaggio più tardi. Okay?-

Sentì la madre mugolare ricordando di avvisarla per tempo. Eren la salutò chiudendo la telefonata.
Pensò bene di chiedere al biondo di coprirlo se mai alla madre fosse venuto il sospetto di chiamarlo.

Il giovane tentò di sedersi di nuovo, non si sforzò più di tanto e si appoggiò alla testiera del letto. Un letto matrimoniale per l'esattezza.
Scrutò la stanza notando che una parte di essa era fin troppo spoglia, mentre l'altra era occupata da piccoli soprammobili ed era pulita perfettamente.

L'uomo rientrò in camera con indosso il suo 'pigiama'. Eren arrossì cercando di non darlo a vedere al più grande.
Il corvino si risedette sulla sedia controllando il cellulare.

-A che ora... a che ora torno a casa?- Chiese titubante a Levi.

-Domani pomeriggio.- Rispose il professore.

-Come?!- Esclamò meravigliato il ragazzo.

-Certo. Non ci penso neanche a farti uscire di casa ora. In più domani mattina è il mio giorno libero e tu dovresti essere a scuola. Resta qui, piccolo.- Gli consigliò l'uomo afferrando una mano del castano.

Il più piccolo si stupì di così tanta gentilezza, ma accettò senza protestare. Restare insieme all'amato era quello che desiderava.

-Devo avvisarla.- Rispose riferendosi alla madre, alla quale spedì un messaggio.

Mise il cellulare sul materasso, poggiando la mano libera dalla presa del corvino sull'addome. Sgranò gli occhi venendo in contatto con la propria pelle calda.

Constatò di aver addosso solo i boxer ed immediatamente guardò l'uomo al proprio fianco.

-Mi... mi... tu mi...- Balbettò imbarazzato che Levi gli avesse tolto i vestiti.

-Si. Sono stato io.- Ammise il corvino. -Non avevo dei vestiti della tua taglia.- Continuò poi.

-Non potevi... cioè... lasciarmi con i miei...- Sussurrò rosso come non mai.

-Potevo. Ma dormire con i jeans è scomodo.- Spiegò il professore. -E non è la prima volta che ti vedo svestito.- Mormorò avvicinandosi al volto del giovane.

-Lo... lo so... ma...- Il castano tentava di protestare, nonostante non gli dispiacesse la situazione.

-Ma...?- Incalzò il più grande baciando le labbra del ragazzo.

Eren portò le braccia dietro la nuca dell'uomo avvicinandolo a sé. Levi si appoggiò con le braccia sul materasso, posizionò una gamba in mezzo a quelle del giovane senza dividersi dalle labbra del castano.

Si baciarono per qualche minuto dolcemente, si erano mancati.
Per tutti erano da dividere, ma loro non volevano.

Eren si stese con accanto il corvino che ancora lo teneva stretto a sé. Il professore gli accarezzava la testa appoggiata sul petto del corvino.
Il ragazzo prese le coperte avvolgendole intorno a Levi, prima di addormentarsi abbracciati.



-Ora capisco cosa si prova a dormire così a lungo.- Ammise l'uomo sedendosi con il giovane al tavolo.

Si erano alzati verso le nove passate, avevano preparato la colazione insieme e si erano messi a mangiare.

-Perché? Quanto dormi di solito?-

-A malapena tre ore a notte.-

-Ora capisco la tua acidità.- Confessò il giovane imitando la voce del più grande.

-Jaeger mi stai prendendo in giro?- Chiese fingendosi in classe.

-Assolutamente.- Borbottò roteando gli occhi al cielo.

-Occhio che ti interrogo.- Lo minacciò dolcemente scompigliandogli i capelli castani.

Eren scoppiò a ridere coinvolgendo il professore, sembravano troppo una coppia felice e sarebbero potuti diventarlo se non fosse stato per molte ragioni e persone.

-Sai la più bella?- Domandò il castano.

Levi lo guardò sollevando un sopracciglio.

-Petra è la mia nuova vicina di casa.- Ammise con una faccia sconvolta.

-Ricordami di non venire mai a casa tua.- Ridacchiò l'uomo. -Quindi il tuo vicino di casa si chiama Oruo?-

-Si. Come lo sai? Eri uno stalker fino a quel punto?-

-No, era il suo amante.-

-Che ora sposerà...- Sussurrò un po' troppo ad alta voce il più piccolo.

-Scherzi?-

-No, per niente...- Ribatté il castano preoccupato di aver ferito Levi. -Ti dispiace?-

-Per niente! Lo sai meglio di chiunque altro come stavo con lei. Ed io amo te, adesso.- Controbatté il corvino. -Non ci sono rimasto male, davvero piccolo.-

Eren arrossì prima di sorridere, felice nell'aver sentito dall'uomo i sentimenti che provava nei propri confronti.

-Anch'io ti amo, 'gigante'.- Sorrise di nuovo causando l'imbarazzo sulle gote del corvino.




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