14.-He Hit Rock Bottom-

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Le ore di storia stavano diventando pensanti, sopratutto negli ultimi due giorni.
Eren non si era più sentito con lo sconosciuto, dopo la litigata del lunedì sera.

Il professor Ackerman, pareva persino più freddo del solito ma il ragazzo aveva lasciato perdere il comportamento dell'uomo.
In quel mercoledì, mancava ancora mezz'ora prima della fine della lezione ed il 'gigante' aveva concesso alla classe l'ora per dividersi a coppie e studiare insieme.

Il castano si era ritrovato nuovamente con Mikasa, la ragazza era contenta nonostante Eren continuasse a non parlare ed a rivolgere occhiate d'odio al corvino seduto alla cattedra.

Il giovane era convinto che il professore sapesse del fastidio che provava per la compagna di classe, e si era convinto che l'avesse fatto apposta a metterli insieme.

L'uomo alzò lo sguardo incontrando gli occhi infuriati del castano.
Si morse il labbro inferiore trattenendo una risatina, procurando rabbia dentro il più piccolo.

-Eren? Eren... dobbiamo...- Mikasa tentava di distrarlo, ma l'amico sembrava troppo preso in quel gioco di sguardi con l'uomo più grande.

Quest'ultimo si alzò dalla cattedra, sembrava gli fosse venuta in mente un'idea geniale e subdola allo stesso tempo.
Eren corrugò le sopracciglia sentendo il professore chiamarlo.

-Jaeger, vieni qui.- Gli ordinò incrociando le braccia ed appoggiandosi alla cattedra.

Il giovane si alzò, contento di abbandonare la corvina, ma infuriato per dover stare con un'altra persona fastidiosa.

-Hai studiato?- Gli domandò facendosi sentire dalla classe.

Eren sgranò gli occhi impallidendo. Schiuse le labbra mentre le mani tremavano.

-Beh... ecco...-

La classe si voltò verso i due, le ragazze più per osservare il professore avendo una scusa per farlo. I ragazzi, e Mikasa, per osservare la reazione di Eren.

-Bene. Le ripetizioni con Arlert staranno dando i loro frutti, posso farti qualche domanda?- Chiese appoggiando le mani sulla cattedra, piegando le labbra in un falso sorriso.

Il castano mandò giù il groppo alla gola, abbassando lo sguardo.

Certamente non conosceva le risposte, ma forse sarebbe riuscito a cavarsela.

-Come combattevano i soldati nell'850?- Pose la prima domanda guardando il volto pallido del giovane.

'Non ci credo! Ha preso l'unica lezione in cui non ho ascoltato, per ripassare.'

Il castano si torturò le labbra per buona parte dell'interrogazione, non conoscendo nessuna delle risposte.
L'uomo si fermò capendo che il più piccolo non aveva studiato.

-Jaeger come pensi di fare?- Gli domandò l'uomo sedendosi sulla propria sedia. -Anche con l'aiuto delle ripetizioni continui a non applicarti? Non so più come fare!-

Un mormorio generale si levò dalla classe, le ragazze sparlavano per la mancanza di rispetto del compagno nei confronti del professore che aveva voluto aiutarlo.

'Bastardo!'

Eren arrossì in viso, mentre l'uomo continuava su quel tasto dolente riguardo la sua pigrizia.
Il giovane abbassò lo sguardo tristemente vergognandosi.

-Non basta di certo una verifica, copiata, per recuperare.- Commentò ancora sotto lo sguardo addolorato del più piccolo.

Il ragazzo si morse il labbro, non doveva piangere, non in quel momento, non davanti a Levi e a tutta la classe.
Mikasa si alzò dal posto avvicinandosi all'amico, appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo consigliandogli di uscire.

Malamente, Eren, scostò la ragazza infuriato. La spinse leggermente contro un banco, portandosi una mano sugli occhi e ricacciando indietro le lacrime.

-Datti una calmata.- Parlò Jean affiancando la corvina, la quale mugolava per il dolore alla schiena.

Il castano imprecò sotto voce contro il ragazzo più alto, mentre la campanella indicava la fine delle lezioni.
Prese il proprio zaino scappando dalla classe di Levi, il quale sghignazzava per la piccola vendetta ottenuta.

Eren tornò nel bagno di qualche giorno prima, lasciandosi andare contro il muro. Pianse di nuovo prendendo a pugni il muro e sporcandosi la mano di sangue.

Si fermò costatando il male che sentiva alla mano, nulla in confronto al dolore provocato dal corvino.
Strinse le gambe al petto udendo la porta del bagno aprirsi. Maledì se stesso per farsi trovare così, spostò la mano dagli occhi scrutando chi fosse entrato.

-Ultimamente la trovo spesso in queste condizioni.- Disse l'uomo avvicinandosi al ragazzo.

Quest'ultimo riconobbe la figura come Erwin, il quale porgeva il fazzoletto al giovane.
Lo ringraziò asciugandosi le lacrime, l'uomo lo tranquillizzò chiedendogli cosa fosse successo.

La spiegazione del castano lasciava a desiderare, ma il biondo non chiese altro.

-Come faceva a sapere dove mi trovavo?- Domandò Eren alzandosi da terra.

-L'ho vista correre qua, non sembrava in forma e l'ho sentita piangere.- Spiegò Erwin con un sorriso, mentre osservava la mano macchiata del giovane.

La prese tra le sue ripulendola dal sangue, causando un sussulto al più piccolo, il quale non tentò di fermare il più alto.

-Conosco un posto dove potrebbe sfogare la rabbia.- Disse al giovane.

-Quale?- S'incuriosì il castano.

-Se vuole l'accompagno. Lo frequento spesso anch'io.-

Eren senza pensare annuì. Prese il proprio zaino seguendo l'uomo fuori da scuola, in quel momento non gli importava di nulla.
Non gli importava di recuperare le materie, così scrisse un messaggio ad Armin dicendogli che per un contrattempo non sarebbe venuto alle ripetizioni.

'Se recuperarle significa essere umiliato. Allora non mi interessa neanche.'

Pensò entrando in palestra con l'uomo biondo.
Lo stesso lo accompagnò nello spogliatoio, consigliandogli di mettersi comodo.
Eren aveva sempre con se qualche vestito, se mai avesse avuto caldo o gli fosse venuta voglia di fare jogging.

Si cambiarono raggiungendo poi un piccolo ring dove solitamente si praticava kick boxing.

-Ma... non posso prenderla a... a pugni... lei è un mio professore e...- Il castano balbettava nervoso infilandosi lo stesso i guantoni.

-Fuori da scuola, no. Io e lei siamo conoscenti.- Rispose gentilmente il biondo. -E... non mi dia del 'lei'.-

Eren arrossì lievemente annuendo.

-Anche lei... tu.- Sussurrò poi preparandosi.


Il castano sfogò la sua rabbia con il professore di ginnastica, solo quando furono entrambi stanchi si fermarono sorridenti. Avevano disteso i nervi, la tensione accumulata e si erano calmati.

Eren ringraziò l'uomo una volta nello spogliatoio, Levi aveva abbandonato i propri pensieri tornandogli in mente solo in quel momento.
Se l'avesse visto con Erwin poteva pensare male come l'ultima volta?

'No. Quello che pensava male era lo sconosciuto. Perché faccio confusione?!' Si corresse il più piccolo.

-Quando vuoi tornare qui, fammi sapere.- Lo salutò Erwin una volta usciti dalla palestra.

-Grazie, lo farò.-

Eren si incamminò verso casa, sentì il cellulare vibrare appena compiuti tre passi.

-Palestra? Mi andrebbe anche bene, così diverresti più muscoloso. Ma con lui? No.-


//Sei leggermente, leggermente, leggermente str...

Levi: COSA?! Ripetilo se hai coraggio, mocciosa!

Str... Straordinario!🙂\\

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