46.-Mistake-

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-Non ti farei mai uscire.- Parlò il corvino disteso sul letto.

-E chi lo dice? Se volessi rovinare il momento potrei anche farlo.- Commentò sarcastico il castano sghignazzando.

Eren lo guardò a lungo senza ricevere risposta, sentì il più grande sbuffare prima di girarsi dando le spalle al giovane.

-Va bene. Sto a casa.- Borbottò incrociando le braccia al petto e dirigendosi verso l'uscita della camera da letto.

-Dove pensi di andare?!- Esclamò udendo la porta scricchiolare.

-In salotto.- Piagnucolò fingendosi offeso il più piccolo.

-Fermo dove sei!-

Eren aprì del tutto la porta oltrepassando con un piede la soglia mentre Levi si alzava dal letto.
Il professore si avvicinò di qualche centimetro al più alto.

-Se varchi del tutto la porta, ti interrogo.- Lo minacciò come la mattina trascorsa.

-L'hai già usato come ricatto, non funzionerà.- Commentò volendo vincere quel finto litigio. -E ci sono altri modi per punirmi!-

-Bene... vediamo... se esci automaticamente avrai l'insufficienza nella mia materia.- Ritentò il corvino.

-Professore... anche se mi mette un due in ogni interrogazione, non può negare che io abbia effettivamente studiato. E gli altri se ne accorgono. Come la spiegherebbe? Non può di certo controllare le mie azioni in classe o il mio cervello.- Rispose voltandosi verso il più basso dandosi delle arie.

-Ah si? Facciamo così.- Riprovò Levi. -Se esci da qui, ti 'spedisco' a casa di Erwin.-

Come udì quel nome il castano si gettò addosso al più basso. Si abbassò leggermente per stringerlo a sé tenendo la testa appoggiata al petto dell'uomo.
La posizione divenne scomoda, così Eren si ricompose continuando ad abbracciare il più basso.

-Non per fare l'antipatico... ma ti dispiacerebbe mettermi giù?- Domandò il corvino ritrovatosi immediatamente più alto del normale.

L'uomo aveva poggiato le braccia sulle spalle del castano, mentre questo continuava ad abbracciarlo.

-Tu sei cattivo...- Piagnucolò, di nuovo, per finta. -Non puoi mandarmi via così!-

-Non piangere Eren.- Lo consolò teatralmente il corvino. -Se piangi tu, piango anch'io.- Sussurrò all'orecchio del più piccolo.

-Quindi, secondo il tuo ragionamento, se vado da Erwin io, ci vieni anche tu.- Ridacchiò il ragazzo.

-Questa volta ti lascio vincere...- Ammise sorridendo l'uomo. -Ma ora mettimi a terra.-

Il giovane ridacchiò continuando a stringere Levi, decise di farlo arrossire tenendolo stretto a mo' di principessa.
Il corvino protestava inutilmente, mentre Eren lo cullava come un genitore culla il proprio figlio neonato.

-Ti sei divertito?- Chiese il professore incrociando le braccia e lanciando un'occhiata infuriata al più alto.

-Sembri un bambino! Ti manca giusto la cuffietta ed il ciuccio.- Disse il ragazzo mettendosi a ridere.

-Lasciami andare.- Commentò freddamente l'uomo.

Il castano si avvicinò al letto appoggiando delicatamente il professore. Fece per alzarsi, ma il corvino lo trattenne per la cravatta.
Lo avvicinò al proprio viso lasciandoci dei baci leggeri sul mento e sulle guance.

Accarezzò la nuca del ragazzo mentre quest'ultimo baciava le labbra del più grande.
Si privarono in fretta degli abiti trovandoli in eccesso, Levi invertì le posizioni ritrovandosi sopra il corpo del giovane.

Lasciò degli umidi baci sul torace abbronzato di Eren, provocando dei mugoli da parte di quest'ultimo.

-Allora è meglio qui? O a scuola?- Mormorò all'orecchio del castano.

-Sai non saprei cosa rispondere. L'importante è che sia tu.- Rispose il più piccolo baciando il collo dell'amato.

Il professore sorrise entrando in lui, in quel momento ed in quel luogo, nessuno avrebbe potuto udirli. Nessuno avrebbe potuto vederli. E loro avrebbero potuto finalmente amarsi senza la paura di essere scoperti.

Eren lasciò andare un piccolo gridolino, mentre il corvino lo tranquillizzava baciando le labbra rosee del giovane.
Le spinte aumentarono poco alla volta, abituando il ragazzo che si muoveva sotto il corpo del più basso.

I due amanti si guardarono negli occhi innamorati. E sorrisero.



-Posso andare ora?- Chiese il castano dopo aver telefonato alla madre.

-Dai... per questa volta può bastare...- Sghignazzò il professore accompagnandolo alla porta.

-Ci vediamo domani a scuola, 'gigante'.- Lo salutò Eren sul marciapiede vuoto.

-Certo, piccolo.- Ricambiò il corvino.

Quest'ultimo prese la cravatta del giovane avvicinando il volto al suo. Baciò la guancia di Eren facendolo arrossire come non mai.

-Ti amo.- Gli mormorò rientrando in casa e lasciandolo di stucco sul marciapiede.



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   Mi andava di metterli😂😂\\

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Mi andava di metterli😂😂\\

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