18.-Sorry-

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-Ciao.- Scrisse il castano senza aggiungere soprannomi.

-Ciao.- Rispose freddamente il contatto.

-Posso parlarti? O... o mi odi?- Chiese il ragazzo stendendosi sul divano.

-Se ti va. Per me è uguale, sono uno sfogo per te?-

-No. La foto che ti ho mandato... mi dispiace. Avevo bevuto e volevo vendicarmi su Levi, ma ho pensato anche a te. Così data la tua misteriosa identità ho pensato di mandarti una foto per provocarti. Scusami, davvero.- Eren si sentiva in colpa, aveva scritto il messaggio di getto senza rileggere e non si era preoccupato di dire qualcosa di troppo.

-Pensavo avresti inventato la solita scusa, quella di un tuo amico che manda foto a caso perché ti aveva rubato il cellulare.- Confessò lo sconosciuto. -Sono quasi felice che mi abbia detto la verità, ma vendicarsi è ridicolo.-

-Lo so. Ti chiedo perdono, ma se preferisci troncare i rapporti lo capisco. Tuttavia mi sentirei solo, non sei antipatico...- Ammise il giovane sorridendo.

-Grazie. Tu invece sei proprio un bastardo.- Sghignazzò il contatto. -Ma non voglio smettere di parlare con te.-

-Questa volta è vero, lo sono.-

-Piccolo, ricevere quella foto mi ha spezzato il cuore. Non tanto il fatto che ti sei fidanzato con quella ragazza, ma vederti ubriaco. Voi giovani vi fate travolgere dal mondo, cercate di sfogarvi tramite quella 'roba' e parlate con persone senza conoscerle veramente. Eren lo dico per il vostro bene, il tuo sopratutto, cerca di uscirne. Tutto ciò porterà sofferenza, lo capisci?-

Il ragazzo rilesse il messaggio, aveva intuito che la persona che gli scriveva era preoccupata per lui e lo stava avvertendo. Lasciare il mondo che gli amici continuavano a vivere sarebbe stato meglio, ma si sarebbe trovato solo.

-Io non voglio essere emarginato.-

-Perché dovresti? Perdere delle persone, che ti portano alla rovina, significa liberarsi e non star male. Hai un amico con te, ci sono io e troverai qualcun altro che ti vorrà bene. Piccolo, non devi farti trattare così da nessuno. Con me ti sei ribellato, con Levi oggi e perché non con gli altri?-

Il castano salì in camera, il contatto aveva ragione ma il giovane aveva paura.
Cosa sarebbe successo se avesse detto agli altri di non parlargli più. La classe lo avrebbe trattato sempre peggio e chissà cos'altro.

-Ho paura.- Scrisse il ragazzo accoccolandosi sotto le coperte.

-Chi non ce l'ha?- Domandò retorico lo sconosciuto. -Io ho paura nel parlare con te, ho paura di essere smascherato, ho paura che tu mi abbandoni, ho paura a farti sapere chi sono, ho paura di essere insultato da te quando mi avrai riconosciuto ed ho paura di raccontarti troppo.-

Il contatto aveva rivelato una miriade di cose, stava dando informazioni al giovane e quest'ultimo di sentì in dovere di parlargli di lui.

-Non mi aspettavo tutte queste paure, ma anch'io ne ho tante. Ho paura di soffrire, ho paura di perdere chi mi sta caro, ho paura di far soffrire le persone, ho paura di Levi, ho paura di amare qualcuno, ho paura di essermi innamorato ed ho paura nel confessarglielo.-

Lo sconosciuto aspettò qualche minuto prima di porre la fatidica domanda al castano.

-Lo ami? Levi Ackerman, voglio dire.-

-Oggi al riparo dalla pioggia, così vicini, così imbarazzati, così tesi, così lontani... ecco. È stato difficile. Avevo mille pensieri per la testa, dovevo chiederti scusa e dovevo far capire a quell'uomo che mi faceva del male. Eppure tutto ciò che ho fatto è stato aspettare che lui mi parlasse, ho pianto difronte a lui e mi sono lasciato toccare da Levi. Le sue mani hanno sfiorato le mie, poi le mie guance ed asciugato le mie lacrime. Gli ho sollevato il mente con due dita, ed ho pensato seriamente di baciarlo. Poi mi sono ricordato del luogo in cui eravamo, il marciapiede dove passano tante persone, dell'età che ci separa e del suo matrimonio. Avrei pianto ancora, ma il solo essere tranquillizzato da Levi mi bastava. Per cui, sì. 'Gigante' mi sono innamorato di quell'uomo.- Confessò imbarazzato il ragazzo.

Era la prima volta che ammetteva di amare qualcuno, ed era il suo primo amore. Impossibile, nonostante la vicinanza dei due.

-Non glielo dire.- Lo implorò il giovane.

-No. Rispetto la tua privacy, ma un giorno diglielo. Sono certo che anche lui sarà più felice sapendo che tieni a lui, invece di trattarlo con superiorità.- Gli consigliò il contatto. -I tuoi sentimenti sono così belli, forse sono geloso.- Ammise cercando di scherzare con il ragazzo.

-Ma tu messaggi già con me, Levi no. Sei già più fortunato.- Ridacchiò il castano.

Passarono qualche secondo prima che Eren domandasse allo sconosciuto se lo odiasse e se l'avesse perdonato.

-Si, piccolo mio. Ti perdono e non ti odio. Se lo fossi ti avrei già bloccato.- Rispose sincero il contatto. -Adesso vai a dormire.-

-Agli ordini, 'gigante'... grazie.-

Eren fece per spegnere il cellulare quando un messaggio da parte di Jean lo costrinse a leggere.

'Cosa vuole ora?'

-Domani fatti trovare a casa mia, non fare domande e non andare a scuola. Ho informato i professori e tutta la classe domani è assente. Alle 8 in punto!-

Il castano si stupì prima di rispondere positivamente e di mettersi a letto.

'Strano.'


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