52.-Special Gift-

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-Diciamo che il giretto nel bosco poteva andare meglio.- Borbottò tra sé e sé Levi camminando faticosamente.

-Hai ragione... ma non l'ho fatto apposta.- Si scusò come meglio poté il castano.

-Se per non fare apposta intendi inciampare in una radice grande come una casa, convinto che io ti prendessi al volo. Allora non so proprio cosa dire.- Commentò il corvino sentendo il peso del giovane sulle proprie spalle.

Aveva preso in braccio Eren dopo che questo era 'inciampato', per così dire, su una radice.
Il professore non si era accorto di quanto distratto potesse essere il ragazzo, così non era riuscito a prenderlo al volo.

Ed oltre ad una caviglia dolorante, si aggiungeva anche un bernoccolo in piena fronte.

-Non hai notato che questi alberi hanno qualcosa di strano...- Cercò di cambiare discorso il più piccolo.

-No, assolutamente.- Ironizzò l'uomo. -Non sono mica più grandi e più alti del normale.- Continuò poi.

-Invece si. Fanno impressione, mi sento così piccolo.- Commentò meravigliato dalle dimensioni di quegli alberi.

-E qui ritorna il discorso di prima. Come non hai notato le radici mastodontiche degli alberi giganti?- Chiese Levi sempre più preoccupato che la botta in testa del giovane l'avesse rintontito.

-Stavo guardando il mio bellissimo fidanzato.- Si scusò sussurrando all'orecchio del corvino.

Il professore si fermò all'istante, udendo le parole del ragazzo, lo appoggiò a terra e si sedette accanto a lui.

-Questa volta ti perdono.- Ammise avvolgendo il giovane con un braccio. -Ma solo perché hai detto che sono bellissimo.- Mormorò poi.

-Ho trovato un nuovo soprannome.- Borbottò il ragazzo incrociando le braccia.

-Si?- Domandò avvicinandosi alla guancia del castano, il più grande.

-Narciso!- Esclamò allontanandosi dal più basso ed alzandosi da terra.

-Ehi! Credevo ti facesse male!- Gridò l'uomo correndo dietro al fidanzato.

-Stavo fingendo prima, come hai detto tu.- Ammise con un sorrisetto stampato in volto.

-Ah! È così che stanno le cose?- Domandò l'uomo affiancando il più piccolo. -Ho fatto tutta questa fatica a portarti sulle spalle...- Si lamentò, per finta.

Eren alzò le spalle, mentre l'uomo sgranava gli occhi per la sfacciataggine del castano.
Senza aver il tempo di rispondere, Levi si ritrovò a testa in giù.

Il ragazzo l'aveva afferrato per la vita, appoggiandolo su una sola spalla, continuando a camminare ridendosela.
Levi imprecava contro il più giovane, mentre dava dei piccoli pugni sulla schiena del castano.

-Mettimi giù! All'istante.- Ordinò senza ricevere risposta.

Passò qualche minuto ed Eren ancora non accennava a farlo scendere.

-Oi, piccolo! Sbrigati!- Esclamò percependo il sangue giungergli alla testa.

-Ma come?- Domandò il ragazzo confuso. -Credevo di farti un favore, eri così affaticato...- Commentò ironico.

-Si, grazie mille. Mi sono riposato abbastanza, ora puoi mettermi giù?- Gli diede corda il più basso.

-Solo 'abbastanza'? Allora starai lì ancora un po'.- Replicò il ragazzo. -E poi siamo arrivati.-

Armin e Jean li stavano aspettando davanti alle loro stanze per andare insieme a mangiare qualcosa.
Così, una volta raggiunti dal professore e dall'amico, ai quali non fecero domande sul perché uno dei due fosse in braccio all'altro, si diressero nella sala dove cenarono.


Rientrati in camera, Eren e Levi, si lasciarono ricadere sul letto.

-Credo di aver mangiato troppo.- Borbottò il castano.

-Da domani andrai in palestra.- Ridacchiò l'uomo per poi negare immediatamente ricordandosi di Erwin. -No, ho cambiato idea.-

-Tanto non ci sarei andato.- Sorrise il giovane lasciando un bacio sulle labbra del corvino. -Grazie per questo weekend.- Sussurrò staccandosi dal bacio.

-Grazie a te.- Sorrise Levi accarezzando la guancia sinistra del giovane.

-Domani a che ora partiremo?-

-Dopo pranzo. Torneremo nel pomeriggio, se vuoi avvisare i tuoi genitori.- Rispose l'uomo sospirando per dover tornare alla normalità.

Eren si alzò dal letto telefonando alla madre, la quale chiese come stavano lui ed il biondo.
Non si insospettì e, miracolosamente, non chiese di parlare con Armin.

Quando il ragazzo spense la chiamata, percepì le braccia del corvino avvolgergli la vita.

-Eren... c'è una cosa che ho dimenticato di fare...- Sussurrò mentre il castano stringeva le mani del professore tra le proprie.

-Che cosa?- S'incuriosì il giovane.

L'uomo allontanò le mani dalla vita del ragazzo, gli disse di chiudere gli occhi e di pazientare un istante.

Eren ubbidì sentendo sul proprio collo appoggiarsi qualcosa. Portò una mano sul misterioso oggetto, non distinguendo cosa fosse.

-Apri gli occhi.- Sussurrò il corvino. -Spero ti piaccia.-

La sorpresa era una collana.
Il professore l'aveva comprata poco prima della loro 'vacanza', con l'intenzione di regalargliela prima di tornare a casa.

Eren la scrutò per bene. Era una chiave dorata, decorata a mano e lasciata pendere fino al petto del giovane.
Quest'ultimo avrebbe potuto nasconderla agli occhi dei genitori, quando voleva senza per forza levarla.

-È bellissima!- Esclamò abbracciando il più grande. -Grazie, 'gigante'.-

Il corvino ricambiò l'abbraccio, ed entrambi sorrisero.

-Ti amo tanto.- Mormorò sulle labbra del più piccolo.

-Ti amo, anch'io.- Sussurrò lasciandosi baciare dal professore.

-Voglio farti sapere che per me sei più di uno studente, sei più di un ragazzino e sei più di una semplice infatuazione. Sei colui che mi ha risollevato il morale, mentre la mia ex moglie se la faceva con un altro. Sei colui che mi ha insegnato che amare è un sentimento infinito e che l'amore non si comanda. Questa chiave, con le nostre iniziali, è la chiave del mio cuore. Ed ora appartiene a te, che sei riuscito ad aprirlo e a donargli amore.- Sussurrò arrossendo nel buio della stanza, il corvino.

Il più piccolo, a corto di parole, baciò un'altra volta l'uomo, innamorato e con le lacrime agli occhi.



//Siete ancora sveglie, vero?? 🙊🙊😍\\

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