47.-My Mother-

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-Mamma!- La rincorse il castano vedendola davanti alla propria auto.

-Eren... bentornato.- Lo salutò leggermente distratta la donna.

-Ti do una mano?- Chiese riferendosi alle buste della spesa posate con cura sul sedile del passeggero.

-Si.- Rispose la madre prendendone una e lasciando le altre al figlio.

Si avvicinarono alla porta di casa, Carla inserì le chiavi nella serratura aprendola.

-Com'è andata scuola?- Chiese senza accennare un sorriso o alzare lo sguardo verso il più piccolo.

-Tutto... tutto bene, come al solito...- Mormorò il giovane.

Si stava preoccupando per la questione dell'assenza. Lui non era andato a scuola ed aveva mentito alla madre, non poteva far firmare una giustificazione senza una motivazione.

'Come posso fare?' Pensò non udendo la madre porre un'altra domanda.

-Eren? Mi ascolti?- Lo riprese la donna entrando in casa.

-Si, scusami.-

-Dicevo... dove sei stato fino ad adesso?- Richiese Carla chiudendo la porta.

-Ero... ero con degli amici.- Borbottò arrossendo sulle gote.

-E ieri sera?- Domandò ancora la madre. -Eri sempre con loro?-

-Si.- Balbettò nervosamente il castano.

La donna era diventata improvvisamente sospettosa, pareva infuriata con qualcuno e quasi certamente era proprio Eren, ma quest'ultimo non riusciva a spiegare il comportamento della madre.

-Stai mentendo. Lo capisco quando dici delle bugie.- Disse Carla togliendosi il giubbotto.

-Come? No, mamma. Ero davvero con degli amici.- Protestò il giovane sfregando le mani nervosamente.

-Dimmi la verità, tesoro. Oggi con chi eri? I tuoi amici li ho incontrati al supermercato.-

Eren sgranò gli occhi, richiudendoli di colpo alla ricerca di qualche bugia.

-Eri con un uomo. Vero?-

-Chi te l'ha detto?-

-Ti ho visto.- Affermò la madre incrociando le braccia. -A pochi isolati da qui.-

-Beh... io...- Il castano tentò di trovare qualsiasi scusa, ma mentire a Carla era impossibile. -L'ho salutato.-

-Chi? Quell'uomo?-

-Si. Lo conosco, così ci siamo salutati.- Ammise il ragazzo cercando di trovare una buona scusa.

-Era un modo 'particolare' di salutarvi.- Obiettò la madre. -Chi è?-

-Un modo 'particolare'?- Corrugò le sopracciglia Eren. -In che senso?-

-Lo sai anche tu, non devo per forza dirti come ti ha salutato.-

-Invece si, perché io non ricordo niente di strano.- Ammise il castano.

-Stai mentendo ancora, tesoro.- Disse la madre. -Non vorrei farti vedere per forza la foto che lo colpevolizza.- Continuò cominciando a preparare la cena.

-Hai fatto una foto?!- Esclamò senza rendersene conto il più piccolo. -Adesso non ti fidi più di dove vado?-

-Non è quello il punto. Ti ho visto per caso.- Rispose la donna. -Chi è quell'uomo?-

-Così potrai colpevolizzarlo per qualcosa che non ha fatto?- Sbottò il giovane.

-L'ha fatto. Eren, non raccontarmi bugie. Sono nata prima di te e ti conosco troppo bene.- Lo rimbeccò la madre stanca del comportamento del figlio.

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