-Ho saputo che Levi è andato a cena con la moglie. Poveretto, perché non l'hai salvato?- Sghignazzò il contatto svegliando il ragazzo dai propri pensieri.
Eren guardò l'orologio costatando che erano già le due di mattina.
'Quanto sono rimasto sveglio?' Si stupì nel leggere il messaggio appena spedito. 'Beh anche lui non è messo meglio.'
-Non l'ho fatto apposta. Ho già causato problemi l'ultima volta e volevo portarne di meno, ma sarebbe stato meglio andare con Levi.- Rispose il castano ancora traumatizzato.
-Cosa?! Che ha osato farti quello... Erwin.- Si corresse accecato dall'ira.
-Lascia stare, 'gigante'. Non è con te che dovrei dirlo. Ma ho paura...- Sminuì il giovane dovendo prendere una decisione riguardo la denuncia.
Poteva almeno dirlo ai genitori, poi loro stessi si sarebbero occupati del professore.
-Ti prego, piccolo, ho bisogno di saperlo.- Lo implorò l'uomo preoccupato.
-Perché? Dimmi la verità. Cosa ti importa di saperlo? Non voglio fare il bastardo e tirarmela, però con te ho sempre confessato tutto ma tu no. Io sono stato sincero, tu le informazione me le fornisci tra le righe ed io non capisco. Perciò dimmi qualcosa per cui ne valga la pena di raccontarti di Erwin.- Scrisse sotto le coperte, spaventato che potessero litigare di nuovo e che Levi venisse informato dallo sconosciuto.
-Cosa vuoi sapere?- Si arrese il contatto.
-Qualunque cosa. Non voglio il tuo nome, ma almeno qualcosa che mi avvicini a te.- Rispose semplicemente il castano.
-Facciamo così, io ti confesso tre cose e tu pure per descrivermi di oggi con Erwin. Le alterniamo, e giuro di dirti tre cose vere.- Spiegò il contatto ricevendo una risposta affermativa dal ragazzo.
-Ho 36 anni.-
-Ha bloccato gli sportelli dell'auto.-
Le prime due verità erano venute alla luce, nello stesso momento.
-Sono gay.-
-Sono scappato dalla sua auto in tempo.-
Altre verità fecero capolino, sotto gli sguardi sempre più curiosi dell'altra parte.
-Ha tentato di stuprarmi.- Scrisse il giovane mentre l'uomo valutava se spedire o meno l'ultimo messaggio.
-Ti amo.-
L'indomani mattina a scuola, il professore di ginnastica e di storia non si erano visti.
La classe era felice di perdere ore di lezione, così i ragazzi si divisero a gruppi.Jean ed Eren erano costretti a starsene insieme, avrebbero desiderato che Armin fosse con loro ma solamente ginnastica era una materia che avevano alle stesse ore.
Jean ed il castano parlavano tranquillamente, magari di cose poco interessanti o sconosciute all'altro, ma volevano diventare amici.
-Senti... posso farti una domanda?- Chiese ad un tratto il più piccolo.
-Sentiamola.-
-Cosa risponderesti ad un 'ti amo'?- Domandò imbarazzato il più basso.
-Chi si sarebbe dichiarato a te?- Sorrise malizioso il più grande. -Armin?-
-No, scusa ma lui non ama me.- Borbottò il più piccolo.
-E chi?- S'incuriosì Jean.
-Non stavamo parlando di me?- Lo riprese Eren cogliendo l'eccessiva preoccupazione del più alto.
-Ti piace?-
-Chi? Armin?-
-No. Per l'amore del cielo, intendo chi ti ha detto 'ti amo'.- Sbuffò Jean colpito da quanto rincitrullito fosse l'amico.
-Beh... non saprei.- Commentò Eren portandosi una mano dietro la nuca.
'In realtà non l'ho mai visto.'
-Se ti interessa, secondo me dovresti provare ad uscirci. Se no, evita. Digli che lo vedi come un amico, oppure che non te la senti di intraprendere una relazione.- Rispose il più grande con un alzata di spalle.
-E... a che età una persona si considera pedofila?- Domandò in sussurro il più piccolo.
-Ma con chi ti senti? Con un vecchio pervertito?- Sghignazzò Jean soffocando la propria risata. -Per me puoi stare con chiunque, ma se ti vedessi con il professor Smith vomiterei.-
Eren ebbe una fitta allo stomaco nell'udire il nome dell'uomo, che l'aveva quasi stuprato.
L'amico lo notò impallidire, così chiese se si sentisse bene.In quell'istante suonò la campanella ed i due ragazzi decisero di raggiungere Armin.
Il castano prese il cellulare leggendo un messaggio dallo sconosciuto.-Piccolo, ho un'idea.-
-Quale?- Domandò il giovane corrugando le sopracciglia. -Per caso sai perché Levi non è a scuola? E nemmeno Erwin?-
-No. Non ne ho la più pallida idea.- Rispose al più piccolo. -Devo parlarti.-
-Sono qui, cosa c'è?-
-Intendo per davvero.- Ritentò il contatto.
-Va bene. Sono tutt'orecchi.-
-Eren... voglio incontrarti.- Scrisse facendo capire al più giovane cosa intendesse.
La testa del castano martellava gioiosa mentre scriveva allo sconosciuto una risposta affermativa.
-Domani pomeriggio, alle 18 in punto. Ci incontriamo alla stazione.- Decise lo sconosciuto.
Il ragazzo accettò prima di salutare l'uomo e riprendere a parlare con i due amici.
'Certo che è strano, potevamo incontrarci più vicino.' Pensò per un istante. 'Sta perdendo colpi anche come stalker. Un tempo mi avrebbe detto perché i professori oggi non ci sono.'
//Oggi sono buona ❤️
Levi: In realtà lo minacciata io, uscire con quella là era troppo.
Eren: Ed io? Essere solo, in macchina, con Erwin, paura *si rintana sotto le coperte*
Levi: PICCOLO! *corre ad abbracciarlo*\\
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Whatsapp //EreRi\\
FanfictionEren Jaeger un sedicenne ancora perso nel divertimento, scaricherà per la prima volta WhatsApp (l'ormai famosa applicazione di comunicazione di cui tutti o quasi fanno uso). Un ragazzo estraneo a quel mondo scoprirà che non tutto può essere normale...