-Prima di chiudere i rapporti con te, volevo chiederti una cosa. Cosa si prova nell'essere così crudeli? Così spietati e così egoisti? Davvero Levi, dimmelo. Tanto lo sappiamo entrambi che tu non mi ami.- Scrisse amareggiato Eren sedendosi sulla riva di un laghetto con le cuffie nelle orecchie.
-Ne vuoi parlare?- Rispose in fretta il corvino.
-Sono proprio qui vicino a te.- Continuò sedendosi accanto al ragazzo.
-Mantieni le distanze. Siamo all'aperto e ci possono vedere.- Commentò acidamente spostandosi di qualche centimetro.
-Se non fosse per quello...- Borbottò il più grande tossendo per mascherare ciò che intendeva davvero.
-Quindi? Vuoi una sigaretta?- Chiese sarcastico il giovane ritrovandosi lo sguardo dell'uomo puntato contro.
-Grazie, ho ancora quella di Mikasa.- Rispose fingendosi gentile agli occhi dei passanti, che per coincidenze ascoltavano i due parlare.
Il professore fece un tiro lasciando andare il fumo e scrollando la sigaretta, così da far cadere sul terreno la cenere.
-Fumi?-
-No.-
-A me sembra di sì.-
-A te sembrano molte cose, ma questa è la prima sigaretta che accendo a distanza di anni.- Controbatté il corvino volendo spegnere la conversazione inerente la ragazza immediatamente.
-Perché sei qui? Hai detto che dovevo andarmene per sempre? Per cui cosa ti importa di vedermi vivo o solamente di vedermi?- Chiese acido restando sulla difensiva il castano.
-Non era questa la domanda a cui dovevo rispondere.-
-Vuoi solo evitare di dirmi la verità.-
-Possibile.-
Sia Eren che Levi volsero lo sguardo altrove, l'uomo teneva una mano appoggiata dietro la schiena del castano, a sua insaputa. Mentre il più piccolo tentava di avvicinare la propria mano a quella del professore.
-Si prova dolore, angoscia ed un forte senso di disgusto. Sai, sentirsi la persona più crudele del mondo non è bello.- Confessò avvicinandosi all'orecchio del ragazzo. -Specialmente se a fartelo notare è la persona che ami.- Mugolò sfiorando con le labbra la guancia destra del giovane.
-Allontanati.- Sussurrò percependo l'odore del fumo avvolgerlo, mentre arrossiva.
-Ora tocca a te. Rispondere ad una domanda, intendo.- Disse ritornando nella posizione di qualche momento prima.
-No. Tu sai troppe cose di me, rispondi alla mia seconda domanda.-
-Ne hai fatte molte, ma vedrò di essere il più esauriente possibile.- Ammise sospirando. -Piccolo, mi importa di te. Non voglio allontanarti da me. Non voglio che io e te ritorniamo ad essere un professore ed un alunno. Io... io mi sentirei male... peggio di questa situazione.-
-Non potremmo mai tornare come prima, anche volendo. Quello che abbiamo fatto non cambia.-
-Si, ma... non sarebbe come adesso...- Tentò di protestare il professore. -Sono qui per... per spiegarti le mie parole poco fa.-
-Spiega, dovresti essere abituato.- Commentò ironico per l'ennesima volta.
-Il nostro amore non può essere visto di buon occhio dagli altri, lo sai questo? Io non posso metterti in pericolo così, anche se saresti la persona che ne risentirebbe di meno. Per questo ho aspettato a confessarti chi ero, e volevo aspettare ancora. Non sei maggiorenne ed io sono un 'pedofilo' per la legge.-
-È questa la tipologia di persona a cui appartieni?- Domandò Eren riferendosi all'inizio della loro storia, quando Levi aveva confessato di essere o pervertito, o maniaco, o pedofilo.
-Si. Non dovevo dirti di andartene per sempre, ma... ma...- Il professore non trovava parole per descrivere il comportamento dell'alunna.
Non poteva Levi incolparla di aver visto lui ed il più piccolo insieme, d'altra parte lei non era nel torto.
Lei era solamente una persona che avrebbe potuto incrinare i rapporti, ma questo ad Eren andava detto?-È stata Mikasa a dirti di farmi soffrire?-
Il corvino osservò il castano negli occhi a lungo, portò la sigaretta alle proprie labbra inspirando più fumo che poté.
-Se non sai rispondermi a questo, dubito che io possa rispondere alle tue domande.- Commentò staccando il filo degli auricolari e riavvolgendoli in tasca.
-Da questo momento io e te siamo Eren e Levi, l'alunno ed il professore di storia...- Disse controllando l'orario nel cellulare.
Fece per alzarsi, ma il corvino trattenne il giovane per un braccio.
Eren si voltò di scatto quanto bastava per ritrovarsi il volto del professore a pochi centimetri dal proprio.-...che si ameranno in segreto.- Concluse soffiando il fumo sulle labbra del castano.
Eren allontanò il più grande bruscamente, cominciando a tossire ripetutamente.
-Va... Stai bene, piccolo?- Chiese alzandosi di scatto ed avvicinandosi al più giovane.
Il castano fece un cenno con la mano al professore annuendo, ma l'uomo sapeva e vedeva che il giovane stava tutt'altro che bene.
-Vuoi... qualcosa? Hai...- Levi si stava preoccupando, ma una persona riuscì ad interrompere quel momento carico di tensione e nervosismo.
-Tranquillo, ho chiamato sua madre. Ora se non vuole che la veda con lui, le consiglio di andarsene.- Consigliò una ragazza sghignazzando.
Mikasa si avvicinò al giovane portandolo verso il parcheggio dove la madre sarebbe arrivata a momenti.
'Ma cosa è successo?'
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Whatsapp //EreRi\\
FanfictionEren Jaeger un sedicenne ancora perso nel divertimento, scaricherà per la prima volta WhatsApp (l'ormai famosa applicazione di comunicazione di cui tutti o quasi fanno uso). Un ragazzo estraneo a quel mondo scoprirà che non tutto può essere normale...