PARTE PRIMA
It's sad in your eyes // C'è della tristezza nei tuoi occhi
I'm just one of the guys // Sono solo uno tra i tanti
I'm so into you, you don't have a clue // Sono così preso da te, non ne hai idea
There's nothing you can do to stop me now. // Non c'è nulla che tu possa fare per fermarmi oraLittle Things, Son of Dork
***
«Giuly, ti prego, torniamo a casa, mi sento terribilmente in imbarazzo.»
Tiro la mia amica per un braccio, ma lei mi ignora, osservando entusiasta le persone che ci circondano, tutte agghindate al meglio e che sfoggiano sorrisini, alcuni sinceri, altri che più falsi non si potrebbe. L'aula magna dell'istituto è gremita ed è stata allestita con tavoli stracolmi di stuzzichini, piattini di carta, bicchieri e bevande. Adocchio il bar, che serve alcolici e rido sotto i baffi. So come consolarmi, nel caso qualcosa andasse storto.
Cosa c'è di peggio di una riunione di ex compagni di scuola con presente la tua cotta storica con cui hai fatto innumerevoli figuracce?
Forse solo l'inferno. E ho detto forse.
«Su, piantala di comportarti da stupida. Guarda lì, ci sono i nostri compagni di classe!» esclama, esaltata, gli occhi verdi accesi dall'entusiasmo. Ovvio, lei è sempre stata la beniamina di tutti: affascinante e sicura di sé.
Mentre io, beh... ero la sfigata che moriva dietro al figo di turno. Che bel cliché.
Se Giulia, che è la mia migliore amica, anche se non so se rimarrà tale ancora dopo questo tiro mancino, non avesse già comprato i biglietti per questo evento al nostro vecchio istituto superiore, non avrei mai partecipato. Troppi ricordi imbarazzanti e la possibilità di incappare in incontri che non desidero per niente fare.
«Almeno lascia che prima mi sbronzi un po'. Non mi va di vedere tu-sai-chi mentre sono lucida.»
«Esci dal tuo libro di Harry Potter e torna alla realtà!» mi esorta Giulia, scrollandomi per le spalle.
«Ti ho già detto che stasera sei bellissima?» mormoro, sperando di distrarla con dei complimenti.«Grazie, anche se a pensarci forse sono un po' troppo scollata.»
Mi guarda in cerca di conferme.
In effetti il suo seno è bello in vista e abbondante, al contrario del mio che è quasi piatto.
Faccio un verso di disappunto: di fianco a Giulia, formosa e con tutte le curve al posto giusto, mi sento un manico di scopa. Quando ho indossato questo tubino blu scuro stasera prima di uscire, mi sono guardata davanti allo specchio dicendomi che ero uno schianto, ma la mia decisione è svanita quando è arrivata a prendermi la mia amica, con il corpo prorompente fasciato in un abito nero dal taglio provocante. E quei tacchi poi, io rischierei di rompermi l'osso del collo solo per provarli.
«Su, andiamo dagli altri.» Mi fa l'occhiolino. «O penserai di avermi distratta con il tuo complimento?»
«Chi, io?» ribatto con aria innocente e mi rassegno al mio destino.Arriviamo vicino al gruppo di nostri compagni e notiamo un capannello di gente a qualche passo.
«Scommetto che è il tuo bel fusto che ha attirato come al solito l'attenzione di tutti!» ridacchia Giulia e intanto scambiamo i convenevoli del caso con i nostri ex compagni di classe.
Alcuni sono rimasti identici a sei anni fa, mentre altri sono cambiati molto. Ad esempio c'è Viola, che era la ragazza più scapestrata della classe, con un look eccentrico e i capelli sempre di colori assurdi, che esibisce un bel pancione al settimo mese.«Congratulazioni!» le dico, osservando i suoi capelli biondi e lisci tagliati in un caschetto ordinato che arriva alle orecchie. «Sai già se sarà maschio o femmina?» le domando, allungando una mano timidamente.
«Oh, tocca pure!» esclama lei, sorridente e io poggio una mano, sentendo un piccolo calcetto attraverso la stoffa del suo maglioncino. «Sì, sarà un maschietto. Io e il mio compagno pensiamo di chiamarlo Emanuele.»
«Che bel nome» commento e poi mi sposto a salutare Giorgio, il secchione della classe. Aveva la faccia da nerd prima e ce l'ha ancora, con i capelli neri sempre in disordine e gli occhiali dalla montatura spessa sul naso.
Giulia ci ha sempre presi in giro insinuando che due come noi, amanti dei libri, sarebbero andati d'accordo. Niente di più lontano dalla realtà. A Giorgio piacevano i libri di scuola, a me invece quelli che ti trasportano lontano dalla realtà.
Dopo aver scambiato qualche chiacchiera, notiamo una persona uscire dal capannello di gente.«Eccolo che arriva. Su, spalle dritte e petto in fuori» mormora Giulia.
«Mi stai prendendo in giro?» Le lancio un'occhiataccia e guardo dappertutto tranne che davanti a me, dove c'è la causa più grande del mio imbarazzo.
Cavolo, è sempre in giro per mezzo mondo, doveva proprio presentarsi questa sera?
Viene giusto nella nostra direzione, lo noto con la coda dell'occhio.
«Che diavolo guardi?» Mi dà un pizzicotto sul braccio.
«Ahia!» urlo, proprio mentre il ragazzo protagonista dei miei sogni più proibiti ci raggiunge. Ennesima figura di merda, senza tanti giri di parole.
«Ciao ragazze! Giulia, ti trovo in splendida forma» asserisce, con uno sguardo d'approvazione, che si sofferma soprattutto sul seno della mia amica. Fa una pausa e lancia un'occhiata frettolosa alla sottoscritta, poi commenta: «Oh, Anna, non sei cambiata per niente.» Per la serie, racchia eri, racchia rimani.Rimango in fissa sul ragazzo che continua tuttora a infestare i miei sogni: Andrea.
Moro, con gli occhi scuri e profondi e un fisico moderatamente muscoloso. È colpa sua se i miei standard in fatto di uomini sono alti. Come se potessi permettermi di fare la difficile e uno di loro mi desse seriamente retta.
C'è stato qualcuno, sì, ma mai niente di serio. Sto meglio da single, probabilmente. O starei meglio con Andrea.Se non fosse che lui, una volta appurato che il seno della mia amica è molto più interessante del mio, comincia a flirtarci.
Giulia ovviamente gli dà corda, con la sua solita classe e gli occhi di Andrea faticano a staccarsi da lei, come anche le sue mani, che prendono ad accarezzarle un braccio. Questo è troppo, devo trovare qualcosa da bere al più presto.
Sgattaiolo via senza farmi vedere e mi dirigo verso il bar salutando un paio di vecchie conoscenze, senza fermarmi però a conversare, ho altro per la testa. Voglio dimenticarmi Andrea che pende dalle labbra di Giulia all'istante.
Dopo un paio di birre sento la testa leggera. Comincio a fare conversazione con la gente intorno a me, che mi trova alquanto divertente, anche se ormai ho il cervello scollegato e non so bene cosa gli stia raccontando. Forse di come ti senti quando la tua migliore amica se la fa sotto il naso con il tizio che ti ha fatto perdere la testa ai tempi della scuola? I miei interlocutori annuiscono, interessati e mi danno anche qualche consiglio, che non comprendo fino in fondo. Però mi stanno ascoltando e le mie parole sembrano non dar loro fastidio. Incoraggiata, continuo a bere e passo a svariati cocktail, dal gusto orrendo, che mi fanno rilassare del tutto. In quel momento ho un'illuminazione: fanculo Andrea, posso piacere a qualcun altro, no?Stufa di parlare, avverto un caldo tremendo e decido di uscire a prendere una boccata d'aria. Scendo dallo sgabello con aria barcollante, ma ignoro il braccio che mi viene porto per sostenermi.
«Grazie, ce la faccio» biascico, poi mi avvio verso l'uscita, senza nemmeno prendermi la briga di cercare Giulia con lo sguardo, tanto so già che non la troverei.
***
Ecco qui il primo capitolo del nuovo volume della trilogia dei Crunchy Melodies, fatemi sapere se vi piace. Grazie a chi lo leggerà.
Sto ancora revisionando la storia, però spero di riuscire ad aggiornare ogni giorno.Alla prossima!
Maria C Scribacchina
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Foto, bugie e melodie
RomanceCrunchy Melodies #2 (autoconclusivo) [COMPLETA] Questo è il secondo volume della serie sui Crunchy Melodies, non è obbligatorio leggere la prima storia, ma è consigliabile. Nel caso, cercate sul mio profilo "Un bacio tra le note" Jack ha quasi venti...