Il mio cuore salta un battito, mentre mi perdo negli occhi azzurri di Jack, che ha appena detto di amarmi.
«Ti amo» rispondo, con tono sicuro. È la prima volta in vita mia che pronuncio questa frase credendoci fino in fondo.
Ora capisco perché ha acceso la luce all'improvviso: voleva vedere la mia espressione mentre me lo diceva.
Ci sono stati tante occasioni, negli ultimi giorni, durante le feste, quando avrebbe potuto dirmelo. Quando ci siamo scambiati i regali, o un bacio sotto il vischio, eppure, il fatto che me l'abbia detto in un momento così inaspettato, rende tutto reale e allo stesso tempo estremamente romantico.
Prima di rendercene conto cominciamo a fare l'amore e il pensiero delle parole che ci siamo appena scambiati fa sì che sia ancora più bello di come lo sia stato finora.Io e Jack trascorriamo il nostro primo Capodanno insieme a Berlino. In quei giorni dimentico tutti i miei problemi, il segreto di Giulia e le minacce sempre più frequenti che nascondo al mio ragazzo, non volendolo fare preoccupare.
In effetti il tono è cambiato molto e non sono sicura che siano da parte dei fan, o meglio, credo sia una fan in particolare, ossessionata da Jack e convinta di essere l'unica ad avere il diritto di starci insieme. Però finora non si è spinta oltre le lettere minatorie infilate nella cassetta della posta, quindi non voglio lanciare allarmismi inutili.A metà gennaio i Crunchy Melodies devono ripartire per un tour di un paio di mesi in Europa, in occasione dell'uscita del nuovo album.
Jack mi propone di seguirlo, ma io rifiuto, non volendo chiudere la libreria proprio ora che ne sono appena diventata la proprietaria a tutti gli effetti e che gli affari hanno ripreso ad andare bene.
Ettore si è ritirato dal lavoro, per godersi il meritato riposo. Non ha più avuto seri problemi di salute da dopo quella sera di novembre e la cosa mi rincuora molto; è un anziano in gamba e ha ancora molto da dare al mondo.Due sere prima della partenza dei Crunchy Melodies, sono a casa di Jack e insieme stiamo bevendo una cioccolata calda, quando qualcuno inizia a suonare insistentemente.
«Tom?» dice Jack stupito, guardando nel videocitofono. «Non doveva essere a una cena di beneficienza con Claire?»
Lancio uno sguardo all'orologio, che indica quasi le undici. «La cena ormai deve essersi conclusa» commento, con un'alzata di spalle.
Quando Tom entra in casa non è solo, ha tra le braccia una palla di pelo bianca, nera e marrone.
«Oh, è adorabile!» esclamo, allungando una mano per accarezzare il cucciolo. «Si tratta di un Bovaro del Bernese, vero? Un regalo per i bambini, immagino.»
Il cagnolino mi lecca una mano, affettuoso e mi sento sciogliere di fronte a tanta tenerezza. Adoro gli animali ma non ne ho mai potuti tenere perché ai miei non piacciono molto.
«Posso prenderlo in braccio?» domando, dopodiché mi ritrovo il fagotto peloso tra le mani. O meglio, tra le braccia date le dimensioni. Questa razza è conosciuta per i velocissimi ritmi di crescita nei primi mesi di vita.
Mi perdo in quegli occhi color nocciola che mi scrutano con curiosità e dolcezza.
«Tanto ero venuto per lasciarlo qui» borbotta Tom e fa per andarsene, dopo aver depositato una borsa stracolma di oggetti necessari alla cura di un cucciolo sul pavimento dell'anticamera. «I negozi erano chiusi e non abbiamo potuto prendere una cuccia, andranno bene dei vecchi cuscini e una coperta, per il momento.»
«Cosa?» sbotta Jack a voce alta. «Che intendi? Perché dovresti lasciare questo cucciolo qui?»
«Claire si è fatta intenerire da quelli della cena e, oltre a lasciare una donazione, ha deciso di adottare un cane. È stato abbandonato dalla madre, ma si è ripreso alla grande. Non possiamo tenerlo però, abbiamo già due figli. Volevo evitare che lo vedessero e si affezionassero, così ho pensate a te. Sai che Valentina odia gli animali. Su, Jack, sei l'unico che può prendersene cura» implora Tom.
«Dai, amore, tienilo. Guarda che bel musetto che ha» convengo, facendo in modo che il viso del mio ragazzo e il nasino adorabile del cucciolo si trovino alla stessa altezza. Appena lo guarderà negli occhi se ne innamorerà.
«Non sto dicendo che non sia un bel cane, ma...»
«Un bel cane? È stupendo, guarda che occhioni!»
Il cucciolo abbaia debolmente quando Jack tenta di accarezzarlo.
«Non credo di piacergli» commenta.
«È ancora piccolo, ti ha appena incontrato. Vedrai che andrete d'accordo» insisto.
Jack sospira, guardando invece come il cane si trovi a suo agio tra le mie braccia. «Se non dovessi prenderlo io? Non c'è qualcun altro che lo vorrebbe?»
Tom scuote la testa. «Finirebbe in canile. Sei la sua ultima possibilità.» Intuisco una piccola nota falsa in quell'affermazione, ma decido di ignorarla e spero che faccia così anche Jack.
Afferro una zampina del cane e la muovo come a voler salutare il mio ragazzo.
«Non posso tenerlo. Tra due giorni partiamo per il tour.»
«Lo terrò io per te. Mi prenderò cura del piccolo. Tu dovrai solo decidere il nome» affermo, allegra.
Il mio ragazzo prorompe in un grosso sospiro. «Va bene. Ora vattene, prima che cambi idea» afferma, rivolto a Tom, che toglie subito il disturbo.
Stringo forte Jack mentre ho ancora il cagnolino tra le braccia. «Sei un ragazzo perfetto!»
«Andremo d'accordo io e questo piccoletto.» Tenta di accarezzare di nuovo il cane che però emette un verso di disappunto.
Scoppio a ridere, poi poso a terra il cucciolo, che comincia ad esplorare il salotto e va a fare pipì su un tappeto dall'aria costosa.
«Chissà perché me l'aspettavo.» Il tono di Jack è esasperato, ma non arrabbiato.
«Hai idea di quanto diventi grosso un cucciolo del genere?» mi domanda, serio.
Annuisco. «Direi che hai tutto lo spazio che possa desiderare per correre, no?»
«Se non la smette di fare pipì su qualsiasi cosa che gli capita sotto tiro, lo metto adesso in giardino» esclama, andando ad afferrare il Bovaro che sta facendo di nuovo i suoi bisogni, ora sul pavimento del salone.
Quando lo tira su afferrandolo per la collottola, il nostro nuovo amichetto peloso non sembra molto contento e finisce quello che aveva cominciato per terra sul maglione di Jack.
«Non ci posso credere! Mando subito un messaggio a Tom, deve venire a riprenderselo subito.»
Guardo nella borsa che ci ha lasciato Tom e tiro fuori delle traversine per i bisogni degli animali.
«Dovremmo insegnargli a farla qui» suggerisco, cercando di non scoppiare a ridere di fronte all'espressione buffa del mio ragazzo.
«Non è semplice tenere un cane, lo sai?» Jack si sfila il maglione.
«Nessuno lo ha mai detto. Guardalo però, non ti sei già innamorato un pochino di lui?»
Ora il cagnolino si è seduto e lotta contro il sonno, apparendo talmente adorabile che Jack non osa ribattere.
«Ci penso io a sistemare qui e a preparargli una cuccia, tu vai pure a darti una ripulita.»
Prima di uscire dalla stanza, si volta a guardarmi e afferma: «Solo tu riesci a convincermi a fare certe cose.»
«È perché mi ami troppo» ribatto, sorridendogli.
«Già, puoi dirlo forte.» Nella sua espressione vedo tutto quello che non ho mai trovato in nessun altro e mi sento felice come non mai.
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Foto, bugie e melodie
RomanceCrunchy Melodies #2 (autoconclusivo) [COMPLETA] Questo è il secondo volume della serie sui Crunchy Melodies, non è obbligatorio leggere la prima storia, ma è consigliabile. Nel caso, cercate sul mio profilo "Un bacio tra le note" Jack ha quasi venti...