39. Anna

2.1K 115 18
                                    

***attenzione, questo è il secondo capitolo che pubblico oggi, nel caso vi foste persi la notifica dell'altro***

«Anna, cosa ti è successo? Non ti ho sentita per un paio di giorni e sono andata in libreria a cercarti. Ho visto che era chiusa e ho deciso di passare direttamente qui.» Accarezza distrattamente la testa di Dos che è venuto con me ad accoglierla sulla porta.
«Ciao, Claire» saluto la mia amica che è venuta a trovarmi a casa. «Una brutta caduta, purtroppo. Sono talmente sbadata ultimamente!» Cerco di abbozzare un sorriso, ma mi sento in colpa a mentire, soprattutto di fronte al lungo sguardo che lancia al mio braccio che ha visto tempi migliori, così come la mia faccia.
Il fatto è che non voglio che Jack venga a sapere dell'aggressione. Ho il sospetto che non si tratti di qualche fan che ce l'ha con me per colpa delle voci che circolavano sul triangolo amoroso tra me, lui e Andrea. Quindi non vorrei che il mio ragazzo si sentisse in colpa per niente, soprattutto ora che è lontano e non può fare nulla a riguardo. Lavorerebbe male e basta.
«Scusami se non sono venuta a trovarti prima, ma Jack non mi aveva detto niente a riguardo.»
Scuoto la testa, decisa. «Per favore, non parlarne con lui. Ho deciso di non dirglielo. Non voglio che stia in pensiero. Come vedi ho solo un gesso e tra un mese tornerò come nuova. Quindi non c'è neanche bisogno che venga a saperlo.» Ho fatto i miei conti e quando i Crunchy Melodies torneranno dal tour io mi sarò rimessa del tutto e quello che è successo quella sera sarà solo un brutto ricordo.
Claire mi fissa con gli occhi azzurri pieni di disapprovazione. «Non credo sia una buona idea nascondergli l'accaduto. Potrebbe venirlo a sapere comunque. Sai, Jack detesta le bugie e le cose non dette.» Dal suo tono e dal suo sguardo capisco che ha intuito che la versione che le ho raccontato non corrisponde alla realtà. È una persona sveglia e intelligente, ma non vuole offendere la mia di intelligenza, per questo non mette in discussione apertamente la mia parola.
Del resto, chi sarebbe così stupido da nascondere un'aggressione al proprio ragazzo, con tutte le conseguenze che potrebbero derivarne una volta che lui ne venisse a conoscenza? Anna la Frignona, chi altrimenti!
«E io detesto il fatto che si preoccupi sempre per me, quando so benissimo badare a me stessa» ribatto, testarda.
«Fossi in te gliene parlerei» insiste, ma io sono irremovibile.
«Piuttosto, dove sono i bambini?»
«Con Sabrina, la nonna materna. A proposito, ho una notizia da darti. Sono incinta di sei settimane!»
«Ma è stupendo!» Le sorrido, radiosa e le stringo un braccio con un gesto affettuoso. In un momento come questo le belle notizie non possono che farmi bene.
La faccio accomodare in cucina, scusandomi per il disordine che regna sovrano in maniera perenne nella mia minuscola casa. Da quando ospito Dos la situazione è peggiorata: insieme ai libri e ai vestiti sparsi per casa, ora ci sono anche i suoi giocattoli.
Preparo un tè caldo per entrambe e Claire mi rivela che sta già pensando a un nome con Zoe, se nascesse un'altra femminuccia, mentre Tom e Leo sperano sia un maschietto.
«Il mio progetto di cui ti ho parlato dovrà aspettare, ma non importa, sono già impaziente di conoscere il piccoletto o la piccoletta in arrivo.»
Non c'è nessuna traccia di rimpianto nella sua voce, solo felicità pura.
Chiacchieriamo ancora un po', poi Claire si congeda, raccomandandomi ancora una volta di parlare con Jack del mio incidente.
Non cambierò idea, almeno non prima di essere venuta a capo del mistero su chi mi abbia aggredita.

I giorni seguenti all'aggressione sono stati difficili, sentivo rumori e voci inesistenti e mi voltavo sempre a guardarmi le spalle, timorosa di ritrovarmi davanti chi mi aveva fatto del male.
Ho meditato perfino di prendere qualche medicina per facilitare il sonno, ma non volevo esagerare, dovendo assumere già degli antidolorifici per il braccio rotto. La presenza di Dos, oltre a tenermi impegnata mi ha aiutata a sentirmi meno sola. Ha dovuto rinunciare a qualche passeggiata, date le mie condizioni, ma il suo affetto nei miei confronti non è affatto mutato. Il nostro legame si fa ogni giorno più forte.
Le mie paure erano comunque infondate perché i bigliettini minatori hanno smesso di arrivare. Qualcosa mi dice che l'avvertimento finale mi è stato inferto e la persona che ce l'ha tanto con me si ritiene soddisfatta.
Il giorno dopo la visita di Claire riprendo a lavorare in libreria, anche se con un braccio inutilizzabile.
Ettore si è offerto di venire ad aiutarmi per qualche ora, ma io gli ho detto di starsene tranquillo a casa. Si è beccato una forte influenza e so quanto possano essere pericolose delle malattie del genere per le persone della sua età.
Ho lasciato Dos a casa che dormiva pacifico, durante la pausa pranzo andrò a controllare se sta bene e a fargli fare una passeggiata. Magari potrei portarlo persino con me in libreria, sa stare tranquillo per i fatti suoi e non disturberebbe.

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora