Dopo essere andata via dalla Tana delle Storie, passo un attimo all'ospedale a trovare Ettore. È da solo e non ci sono segni che qualcuno sia passato a sincerarsi delle sue condizioni. Allora le cose stanno come ricordo io, non ha parenti che possano venire a trovarlo.
«Anna, che piacere vederti! Non dovevi disturbarti, però.»
Lo trovo meglio, ha ripreso il suo solito colorito e mi sorride, con la sua aria gioviale.
«Sai che non è un disturbo, anzi perdonami se mi sono presentata a mani vuote, ma sono venuta direttamente dalla libreria. Piuttosto, come stai?»
«Bene, dopodomani mi dimettono, però mi hanno consigliato di non affaticarmi troppo per una settimana. Credo che li ignorerò bellamente e verrò lo stesso a lavorare. Mi manca la mia cara e vecchia libreria.»
Assumo un'espressione decisa e lo rimprovero: «Te lo impedisco. Devi dare retta ai dottori. Me la caverò benissimo per un po' di giorni, la tua amata libreria è in ottime mani. Oggi si è fermato persino Jack ad aiutarmi.»
Ripenso al pomeriggio appena trascorso con lui, al fatto che stasera ceneremo insieme e un sorrisone mi si stampa in faccia. Quel bacio, è stato indimenticabile quanto inaspettato.
«Hai trovato davvero un bravo ragazzo. Sono molto felice per voi. Spero che non vi dimentichiate di invitarmi, quando vi sposerete.»
Scoppio a ridere e mi sento avvampare. «Come corri!»
«Sono dell'idea che quando si trova la persona giusta, non bisogna lasciarsela scappare» ribatte, in tono serio. Mi chiedo se anche lui sia stato innamorato quando era giovane. Vorrei tanto fermarmi a chiacchierare un po' di più, ma se non mi sbrigo ad andare a casa a preparare per la cena, non sarà pronto per quando arriverà Jack.
«Hai bisogno di qualcosa?» domando, prima di congedarmi.
Lui scuote la testa. «Sono a posto con i vestiti che mi ha portato questa mattina Giacomo.»
«Ok, allora ci vediamo domani, passo a trovarti sempre a quest'ora.»
«Va bene, bambina mia, ma se hai di meglio da fare con il tuo ragazzo, non preoccuparti per questa vecchia carretta.»
«Da domani saremo solo io e te per un'altra settimana, dato che Jack parte per le ultime date del tour promozionale.»
«Mi raccomando, non fargli pesare il fatto che viaggia spesso per lavoro. La vita del musicista è fatta di molti sacrifici, però chi la ama non può rinunciarvi. E chi sta a casa ne soffre.»
Il suo tono malinconico mi fa convincere ancora di più che nel suo passato debba esserci una storia d'amore tormentata. Un giorno gli chiederò se a voglia di raccontarmela. Passo molto tempo con lui, ma in questi anni non mi ha mai parlato molto di sé.Una volta a casa, decido di preparare qualcosa di buono, rapido e sostanzioso: della pasta. Faccio anche un dolce, alla velocità della luce, grazie agli stratagemmi che utilizzano i cuochi profani come me: la pasta frolla già pronta.
Stendo la pasta dentro una tortiera e la riempio di crema alla nocciola, dopodiché con l'impasto in eccesso faccio delle losanghe sopra, et voilà: la mia crostata è pronta. Se mi vedesse mia madre, fanatica dell'arte culinaria, mi scomunicherebbe, ma purtroppo non ho il suo stesso dono per i fornelli.
Questo trucco me lo ha insegnato da poco Claire, che però la pasta frolla la prepara a mano. Al primo incontro del gruppo di lettura ha portato delle mini crostate alla marmellata preparate da lei. Inutile dire che sono andate a ruba e tutti, persino Monia, che si proclama perennemente a dieta, ne ha divorate tre. Claire mi ha rivelato che, quando i bambini saranno abbastanza grandi, sogna di aprire un'attività tutta sua, per dare sfogo alla sua passione per la cucina.
Sono ormai le nove e mezza quando si presenta Jack, con una bottiglia di vino rosso buono quanto costoso.
«Non dovevi disturbarti» gli dico, facendolo accomodare in casa.
«Figurati, almeno ci scalderà un po', fuori si gela. La temperatura è scesa ancora.»
Infatti ha il naso tutto rosso per il freddo e la sua espressione mi fa scoppiare a ridere.
«Che c'è?»
«Niente. Sono solo contenta che tu sia qui» ammetto, sincera.
Durante la mia ultima relazione, non esistevano momenti come questo, dato che il mio ex non voleva che ci lasciassimo andare a sentimentalismi o che gli altri pensassero che fossimo più che amici. Non voleva impegnarsi, diciamolo. Mirava solo a una cosa e io ho ceduto, seppur solo per una volta, prima di rendermi conto che stavo sbagliando. Ogni bacio, ogni sua carezza, mi illudevano, mi facevano sperare che prima o poi avrebbe cambiato idea. Per questo, prima di innamorarmi perdutamente, ho deciso di dare un taglio netto al nostro rapporto. L'amore a senso unico non fa per me, anzi, non dovrebbe essere vissuto da nessuno, perché può solo provocare dolore.
In alcuni momenti penso sia strano per una venticinquenne avere avuto una sola esperienza sessuale, ma che ci posso fare, se è andata così? Ho sempre la possibilità di ricominciare da capo, forse proprio con Jack.
«Anna, tutto bene? Sei diventata rossa come un peperone»
Non posso di certo dirgli che mi stavo immaginando come sarebbe andare a letto con lui, quindi annuisco e lo precedo in cucina, dove la pasta è quasi pronta.
«Che buon profumo! Hai persino preparato il dolce.» Dice, sfilandosi la bianca sciarpa dall'aria morbida e calda che gli avvolgeva il collo. Quando la prendo dalle sue mani per appenderla insieme al suo cappotto, sono tentata di portarla al naso per inspirare il profumo di Jack.
«Preparato è una parola grossa. Ho messo la pasta frolla in forno, dopo averci buttato dentro un po' di crema alla nocciola.» Mi schernisco. Come faccio a far sembrare ancora meno invitanti i miei manicaretti, non lo so.
«Siediti pure, ti servo la pasta.» Mentre lui si accomoda, scolo la pasta e la condisco, poi recupero un mestolo e preparo le porzioni nei piatti.
«Grazie. Apriamo il vino, ti va?»
Sono ancora un po' restia a bere alcolici, ma in una serata come questa un bicchiere di vino ci vuole. E poi in montagna l'ho bevuto e non mi è successo niente.
«A che ora parti domani?» domando, mentre mangiamo il primo, che per fortuna mi è venuto bene. In passato sono riuscita a sbagliarmi anche con la cottura della pasta, lo giuro.
«La sveglia è alle sei.»
«Non ti invidio, sai?»
Accenna un sorriso, lo trovo davvero bellissimo. Non mi capacito di come abbia potuto non accorgermi che alle superiori ci fosse un fusto del genere che mi faceva il filo. Evidentemente deve avere i geni di un ninja ed è riuscito a mimetizzarsi bene.
«Eri così anche ai tempi della scuola?» mi esce fuori, prima che possa trattenermi.
«In che senso?» I suoi occhi azzurri si spalancano dallo stupore.
«Di aspetto. Mi sembra strano non essermi accorta di te, non passi di certo inosservato.» Mi sento in imbarazzo quando mi rendo conto di aver detto ad alta voce quest'ultima frase.
«Ti mostro una foto di quei tempi, se vuoi.»
Tira fuori il cellulare e dopo un po' mi fa vedere uno scatto di lui, Tom e Alex qualche anno fa.
«Vado per esclusione. Alex e Tom non sono cambiati molto. Non dirmi che tu sei quello con la cresta!»
«Esatto. Forse non è che non mi notavi, distoglievi apposta lo sguardo perché avevo l'aria da cattivo ragazzo.»
«Ora qualcosa mi ricordo.» Faccio mente locale un attimo. «Sì, c'era una tipa con i capelli corti, che prendeva il pullman con me e parlava spesso di un ragazzo con la cresta che suonava la batteria. Era cotta di te. Si chiama Sara. L'ho persa di vista da tempo, non so che fine abbia fatto.»
«Ah sì, Sara. Siamo usciti insieme per un po' qualche anno fa. È stato l'estate dopo quella della maturità, quando Tom si è messo con Claire.»
Improvvisamente avverto una lieve fitta di gelosia. «È la tua ex?» indago, con troppa enfasi.
«No. Non c'è mai stato niente tra di noi. Non mi piaceva in quel senso. Siamo rimasti buoni amici.»
Mi fissa intensamente con gli occhi azzurri e mi sento in imbarazzo. I suoi modi sono diretti e le sue intenzioni inequivocabili, ma non mi sento tranquilla, non dopo la mia ultima esperienza. Lo so, è infantile, non deve mica darmi un bigliettino con su scritto se voglio mettermi o meno insieme a lui, ma avrei bisogno di certezze. In più lui è un personaggio famoso, non ha una vita convenzionale e la cosa mi confonde.
Mi alzo per tirare fuori la crostata dal forno, per liberare la mente dai dubbi, non vorrei che l'atmosfera di questa serata si facesse pesante o spiacevole. Da una parte vorrei affrontare il discorso con Jack, dall'altra non ho idea di come fare.
A un certo punto, sento il rumore della sedia che viene spostata e Jack mi raggiunge.
Mi cinge la vita con le mani e mi lascio andare contro il suo corpo, in modo naturale. La sua vicinanza, il contatto fisico, hanno il potere di calmarmi.
«So che le premesse non sono state le migliori, io però vorrei provarci» mi sussurra, a un centimetro dal mio orecchio. Sento il calore del suo respiro e il profumo del suo dopobarba.
Mi volto verso di lui e gli avvolgo le braccia intorno al collo «Anche io, ho solo una cosa su cui reclamare.»
Lui spalanca gli occhi chiari, sorpreso. «Cosa?»
«Stavi molto meglio con la barba» gli dico, sorridendo maliziosa.
«Sei proprio incredibile!» esclama e posa le sue labbra sulle mie.
È chiaro a entrambi che quel bacio dovrebbe portare a ben altro, ma io lo interrompo.
Sospiro, rumorosamente. «Non vorresti un po' di dolce, prima?»
Jack mi fissa, immobile, senza lasciarmi andare.
«Ti assicuro che non sto tentando di avvelenarti.» Ridacchio e mi sottraggo alla sua presa.
Recupero dei piattini per il dessert e taglio due belle fette della mia crostata improvvisata.
«Davvero molto buona, complimenti!» esclama Jack, dopo che l'ha divorata.
«Non prendermi in giro, l'ho solo messa in forno e ho aspettato che cuocesse.»
«Anche per quello ci vuole un certo talento.»
«Piantala! Scommetto che le tue ex cucinavano tutte molto meglio di me.»
«Le mie ex? Quante pensi che ne abbia avute?»
«Un esercito, forse?» Mi immagino donne di qualsiasi tipo cadere ai suoi piedi, modelle, attrici, donne dalla bellezza mozzafiato, magari con una quinta di seno.
Lui diventa serio all'improvviso. «Ti sbagli di grosso. Non ho mai avuto una storia seria con una ragazza. Certo, sono uscito con qualcuna, ma mai per più di qualche mese. Per questo un po' invidio i miei amici, che hanno trovato l'anima gemella in giovane età.»
«Non sei l'unico a non aver avuto una relazione seria. L'ultimo ragazzo con cui sono stata non ne voleva proprio sapere di impegnarsi. Ormai è trascorso più di un anno però, è acqua passata.»
Allungo una mano sul tavolo e gli tocco il braccio.
«Già, non pensiamo più al passato» conviene con me.
Lancia un'occhiata all'orologio, sono le undici passate.
«Sarai stanco, non voglio trattenerti oltre, domani devi svegliarti presto.»
«Non ho nessuna voglia di andare a dormire. Stasera il cielo è sereno, conosco un posto, non troppo lontano da qui, dove si possono osservare le stelle.»
«Cosa?»
«Le stelle. Non eri tu che volevi vederle?»
«Sì, ma domani devi partire e...»
«Hai un thermos?» Annuisco, non capendo ancora bene cosa abbia in mente Jack. «Prepara qualcosa di caldo e prendi una coperta, io intanto penso a sistemare qui.»
Non credo alle mie orecchie, il batterista dei Crunchy Melodies che si offre di fare da massaia e mi invita a vedere le stelle. Secondo me sto sognando. Spero di non svegliarmi per molto tempo ancora.***
Ciao a tutti, mi scuso se la pubblicazione non è regolare nell'ultimo periodo, ma sono un po' impegnata e preferisco revisionare i capitoli prima di postarli.
Grazie a chi continua lo stesso a seguire la storia!
Maria C Scribacchina
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Foto, bugie e melodie
RomanceCrunchy Melodies #2 (autoconclusivo) [COMPLETA] Questo è il secondo volume della serie sui Crunchy Melodies, non è obbligatorio leggere la prima storia, ma è consigliabile. Nel caso, cercate sul mio profilo "Un bacio tra le note" Jack ha quasi venti...