16. Jack

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Sono andato a trovare i miei genitori, che hanno organizzato una cena per salutarmi, dato che lunedì partirò con i Crunchy Melodies per il tour di promozione della biografia della band.
«Ciao!» Quando entro in casa saluto Michela, la moglie di mio fratello Fabio e il mio nipotino di un anno e mezzo, Alessandro, che cresce a vista d'occhio.
«Ciao, Jack» mi saluta mia cognata più seria del solito. «Mi dispiace per la tua storia con Anna.» Non rispondo a quella frase, allungando le mani per prendere in braccio il bambino che si sporge verso di me, sorridente, chiamandomi alla sua maniera, unendo le parole "zio" e "Jack".
Subito mia madre si intromette nel discorso, gli occhi azzurri pieni di contrizione: «Già, tesoro. Cosa è successo con quella ragazza? Su Facebook dicevano che è finita davvero male tra di voi.»
«Mamma, non devi più leggere gli articoli che pubblicano su internet, fammi questo favore» affermo, facendo poi qualche smorfia a beneficio di Alessandro, che mi ricompensa con uno sguardo adorante, i grandi occhi verdi spalancati. Se tutto rimanesse così semplice come quando si è bambini, il mondo sarebbe senza dubbio un mondo migliore.
Mia madre si passa una mano tra i corti capelli ricci e biondi. «Però non è colpa mia, le notizie escono da sole sullo schermo.»
Il suo modo ortodosso di parlare della tecnologia fa sorridere tutti.
Mio padre, una volta biondo anche lui, ora brizzolato, mette una mano sulla spalla ossuta della moglie. «Tesoro, risolvila in modo semplice: non andare più su Facebook, no?»
«Ma poi come faccio a giocare e a vedere le foto dei nostri parenti lontani? Per non parlare di quelle di Jack quando è in tour con il gruppo.»
Sono contento che almeno la conversazione si sia spostata su un altro argomento e tutti sembrano essersi dimenticati di Anna.

Quando però ci mettiamo a tavola, mia madre a un certo punto guarda la nostra famigliola ed esclama: «Come sarebbe bello se qui oltre a Michela ci fosse anche la fidanzata di Jack! Come mai vi siete lasciati così presto tu e Anna? Eravate così carini insieme.»
«Ancora? Vi dirò la verità, visto che nessuno sembra aver letto l'unica intervista che la riportava. Io e Anna non siamo mai stati insieme. Che ci crediate o no, quelle foto sono state scattate a tradimento e tra di noi non è successo niente.»
«Mi dispiace tanto, tesoro» mormora mia madre, che finalmente però sembra essersi messa l'anima in pace.
«Anche a me» mi esce fuori, spontaneo. Ecco, altre parole di troppo quando si tratta di Anna, così proseguo ed esprimo ciò che penso, tanto ormai è inutile tornare indietro: «La cosa è stata stroncata sul nascere, diciamo. Da un malinteso, per colpa di quelle foto. A volte essere famosi non è per niente piacevole.»
Tutti mi guardano con compassione, ma non mio padre, che sentenzia: «Chi ti ama ti segue. Se lei si è lasciata scoraggiare da uno stupido malinteso non ti merita» dice, in tono secco. «Quando arriverà quella giusta, sarà per restare. Concentrati sul lavoro e dimenticala.»
«Forse esageri, Giuseppe» interviene mia madre. «Sai, una ragazza che non fa parte del tuo ambiente potrebbe spaventarsi di fronte a tutte queste attenzioni. Se ti piace, cercala di nuovo, non darti per vinto. A volte noi donne vogliamo essere rincorse.»
«Io ce ne ho messo di tempo per convincere Michela!» esclama mio fratello e la conversazione si trasforma così in un resoconto del corteggiamento tra i due, che hanno condotto per un po' un rapporto a distanza, e poi si passa ai ricordi della storia tra mia madre e mio padre.
Mi fanno sorridere i loro racconti, ma mi provocano anche un senso di incompletezza. Sento la mancanza di una storia d'amore come la loro, una relazione stabile, con qualcuno a cui importi di me e che non pensi solo al fatto che io sia un musicista o un personaggio famoso. Qualcuno che mi apprezzi semplicemente perché sono Giacomo e non Jack dei Crunchy Melodies.

Quando saluto i miei al termine della serata, mio padre mormora, come se stesse proseguendo un discorso cominciato in precedenza: «Arriverà, vedrai.»
Mia madre gli fa eco, ma con parole diverse: «Riprovaci, mal che vada non avrai rimpianti.»
L'altro sbuffa e le passa un braccio intorno alle spalle. «Chissà, magari per una volta tua madre potrebbe avere ragione.»
«Certo che ce l'ho, testone che non sei altro.» Gli scocca un bacio sulla guancia e mi ritrovo a desiderare ardentemente un amore così, vivo e incondizionato anche dopo oltre trent'anni che stanno insieme.

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