7. Anna

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Oggi Ettore non è con me a lavorare in libreria perché è andato a fare degli esami annuali, così mi ritrovo da sola in un negozio pressoché deserto. Spero vivamente che lo staff dei Crunchy Melodies riesca a pubblicizzare la loro esibizione qui alla Tana delle Storie e a vendere biglietti nei cinque giorni scarsi che ci separano dalla data stabilita.
Mia sorella va matta per la loro musica e anche io trovo che le loro canzoni siano orecchiabili, ma non sono mai stata una grande fan. Ora che ci penso, devo chiedere se è possibile avere un biglietto dell'evento per Elena. Tra poco sarà il suo compleanno e potrei farle un regalo anticipato, ne sarebbe entusiasta.
Dato che non c'è nessun cliente in vista, afferro un romanzo tra le nuove uscite e salgo sul soppalco, per leggere un po'. Da qui ho comunque sotto controllo tutta la libreria.
Mentre sto leggendo di una giovane donna che gestisce un bed and breakfast tra le colline, mentre tutto il paese sparla di lei e della sua figlioletta dal padre ignoto, ricevo un messaggio da parte di Giulia che mi chiede se ho deciso cosa fare per Halloween. Lei andrà in discoteca con degli amici, ma io non ne ho molta voglia. Preferirei starmene a casa a guardare un film o leggere un libro con una bella tazza di cioccolata calda.
Un fidanzato affettuoso e delle coccole completerebbero il quadretto, ma non si può avere tutto dalla vita.

«C'è qualcuno?» Sento una voce maschile e mi sporgo per guardare il nuovo arrivato. Si tratta di Giacomo o Jack dei Crunchy Melodies. Indossa una giacca di pelle e dei jeans dall'aria vissuta, i capelli ramati e ricci tirati all'indietro gli danno un'aria affascinante. Forse non si può avere tutto dalla vita, ma la vista di un bel tipo come lui migliora di sicuro la giornata.
«Ciao!» lo saluto, tentando di scacciare dalla mente le due foto compromettenti che continuano a circolare. Scommetto che per la ragazza che si trovava con lui in quel momento la cosa deve risultare estremamente imbarazzante. Non le si vede il viso, questo è vero, ma solo la consapevolezza di essersi cacciata in una tale situazione sarebbe abbastanza per provare vergogna a vita.
«Sono subito da te» dico, chiudendo il libro, dopodiché scendo le scale del soppalco, tenendo il volume tra le mani.
«Sei venuto qui per discutere di qualche dettaglio sull'evento?» domando, una volta di fronte a lui.
Sono piuttosto alta, sul metro e settanta, quindi lui non svetta di molto anche se sarà uno e ottanta. Ha delle belle spalle larghe e un fisico ben piazzato, ma non è per niente grasso.
Mi ritrovo a pensare che, data la mia corporatura snella, potrebbe sollevarmi con il minimo sforzo.
«Veramente no» risponde, giocherellando con uno dei suoi ricci ramati.
Nonostante sia un personaggio famoso, non ha un'aria supponente o arrogante. Sembra quasi timido, i suoi occhi azzurri vagano da me agli scaffali pieni di libri intorno a noi.
«Hai bisogno di comprare un romanzo, allora?» domando, speranzosa, rivolgendogli un largo sorriso.
Lui annuisce impercettibilmente e sposta lo sguardo sulle nuove uscite, messe su un espositore al centro della libreria.

Non perdo tempo e gli illustro ogni singolo romanzo. Quando si tratta di libri divento alquanto logorroica, però sono una brava venditrice, riesco a capire cosa potrebbe piacere al cliente e i miei consigli sono risultati sbagliati poche volte. In più Jack è un buon ascoltatore e capisco che sta seguendo il mio discorso, non annuisce tanto per farmi piacere.
Infatti una ventina di minuti dopo ci dirigiamo verso la cassa e lui ha in mano ben sette romanzi. Non che i soldi gli manchino, anzi, sarei quasi tentata di farglieli pagare a prezzo pieno, ignorando il cartello che dice che scontiamo tutto.
Dopo che ha pagato e io l'ho ringraziato, invece di congedarsi, dice, ridacchiando in maniera adorabile e passandosi una mano sul mento coperto da un filo di barba: «Comunque ero passato per un altro motivo.»
«Ah, sì? Quale?» Perché uno dovrebbe entrare alla Tana delle Storie se non per comprare dei libri?
«Volevo invitarti a una festa di Halloween domani sera.» Mentre lo dice guarda un punto imprecisato dietro le mie spalle.
Non riesco a credere alle mie orecchie.
«Mi prendi in giro?» sbotto, rendendomi conto subito dopo di suonare maleducata.
Lui diventa di colpo serio e posa gli occhi su di me. «Come avevo previsto. Dopo...»
«Aspetta, aspetta!» lo interrompo. «Non stavo rifiutando, ero solo sorpresa. La mia agenda non è di certo piena zeppa di appuntamenti.»
Adesso sembra lui a essere sorpreso. Un fusto come questo che teme un rifiuto dalla sottoscritta? No, non può essere.
«Ti passo a prendere domani sera alle dieci?» domanda, mentre le sue labbra si allargano in un lieve sorriso. Rimango imbambolata sulla sua espressione, poi mi riscuoto.
Annuisco e scrivo il mio indirizzo e numero di telefono su un foglietto che gli porgo, dimenticandomi che viviamo in un'era tecnologica. «Che costume indosserai?» domando, per restare in tema con lui.

La mattina seguente chiedo a Ettore se posso prendermi il pomeriggio libero e lo passo con Giulia a casa sua, a tentare di mettere insieme un costume di Halloween per la festa di quella sera.
La mia amica adora cucire e, fin dai tempi delle superiori, la sua camera da letto sembra più una sartoria. A sedici anni, invece che chiedere il motorino o altro, ha espresso il desiderio di ricevere una macchina da cucire. Spesso modifica gli abiti che compra per renderli più personali e provocanti, ottenendo così un look unico e invidiabile.
«Quando mi hai detto di che costume si trattava, ho pensato subito che potevo sbizzarrirmi. L'abito di Sally di Nightmare Before Christmas è un'accozzaglia colorata di stoffe di varie forme e colori.» Mentre parla tira fuori uno scatolone di carta color crema contenente scampoli dalle tinte e materiali più disparati e lo rovescia sul tavolo da lavoro che ha posizionato in un angolo della stanza, con sopra la macchina da cucire e un album pieno zeppo di cartamodelli.
«Mi hai salvato la vita. Comprarlo con così breve preavviso sarebbe costato un occhio della testa» le rispondo, sincera. Ora che temo di perdere il lavoro a breve non me la sento di spendere e spandere senza riflettere troppo.
«Non dirlo neanche per scherzo, sono molto felice di aiutarti. Ti perdono il fatto che non verrai in discoteca con noi, solo perché andrai a una festa di sicuro molto più eccitante e sfoggerai una delle mie creazioni. Vedrai, non ti deluderò, sarai la Sally più sexy che si sia vista. Ho anche un paio di calze da prestarti.»
Il luccichio nei suoi occhi verdi mi piace poco, conoscendo il genere di capi che indossa di solito, però per una volta mi affido completamente a lei. Halloween è un'occasione particolare e posso anche trasgredire dal mio solito stile.
Poi ci sarà gente che non conosco e probabilmente non rivedrò più, quindi non ho niente da perdere.
«Ecco fatto. Ora puoi provarlo. Ti ho trovato anche un paio di tronchetti neri col tacco che si abbinano benissimo, te li presto volentieri.»

Quando indosso tutto e mi guardo allo specchio, rimango senza parole. Visto che avevamo poco tempo, Giulia ha utilizzato un corpetto che aveva ordinato per sbaglio di una taglia troppo piccola per lei e vi ha applicato delle pezze variopinte, poi ne ha unite altre per creare una gonna ampia e che arriva un bel pezzo sopra il ginocchio.
«Giuly, hai fatto un lavoro stupendo!» Le sorrido. «Forse la gonna è un po' troppo corta e io non avrei indossato delle autoreggenti, ma...»
«Oh, piantala, sei perfetta. Hai delle gambe stupende ed è giusto che tu le faccia vedere al tuo bel batterista.»
«Di certo non è mio, però è innegabile che sia bello.» Sospiro. «Chissà come sarà, vestito da Jack Skeleton.»
«Fortunata te che lo vedrai! Fagli una foto, mi raccomando.»
Pensiamo entrambe alle immagini compromettenti che ritraggono il batterista e scoppiamo a ridere, io però torno subito seria. «E se dovesse presentarsi la bionda delle foto?»
«Ma va! Quella era solo una cosa da niente, Jack non sta insieme a nessuna.»
«Eppure non mi sembra il tipo capace di fare quelle cose, sai? Intendo con una che non è la sua ragazza.»
Giulia alza le spalle e sentenzia: «Le persone famose sono strane, ma tu non pensarci. Certo, attenta a non farti incastrare in situazioni imbarazzanti, anche se con quello non può che essere piacevole.» Mi sento arrossire e sto per ribattere, ma lei mi interrompe: «Ora sgombera, io devo uscire.»
«E con chi?» domando, curiosa.
«Ti ho già detto che non lo conosci» risponde, evasiva.
«Allora è sempre lo stesso tipo. La cosa si fa interessante.» Inizio a farle il solletico. «Su, svelami il tuo segreto o ti torturerò fino a farti morire dalle risate.»
«Smettila, scema» fa Giulia, passando al contrattacco.
«Ok, ok. Prima o poi me lo dirai.»
Lei fa una faccia imbarazzata e si affretta a cambiare argomento, raccomandandomi di trattare bene la sua creazione e chiedendomi, nel caso fossero presenti persone influenti nel campo della moda, di farle pubblicità.
La assecondo, per il momento, ma le tirerò fuori la verità.

***

Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Sono molto felice di condividere con voi la storia di Anna e Jack e non vedo l'ora di proseguire con i capitoli e farveli conoscere sempre meglio. Grazie a chi continua a seguire la storia, alla prossima!

Maria C Scribacchina

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora