22. Jack

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«Sto morendo di sonno, non vedo l'ora di andare a casa e addormentarmi tra le braccia di Claire» dice Tom, senza riuscire a reprimere un grosso sbadiglio.
«Fortunato tu che hai la moglie che ti aspetta a casa. La mia è sempre via» si lamenta Alex.
Lancio un'occhiatina a Tom. Non so quanto ci sia di vero nel fatto che Valentina sia sempre via per lavoro, temiamo entrambi che tra i due le cose non vadano affatto bene.
«Beh, comunque non sarò l'unico a trovare un letto vuoto ora, no?» Alex si rivolge a me, con un sorriso tirato.
Annuisco. «Già. Credo che ciò ci renda più facile riposare, dato che nei prossimi giorni non avremo un attimo di tregua. Però sono contento di suonare. Ero stufo di rilasciare solo interviste e parlare del libro.»
«Sappiamo che sei un uomo d'azione» commenta Alex dandomi una pacca sulla spalla.
«A proposito d'azione, cosa intendi fare con Anna?» chiede Tom.
«Mi ha detto che quell'idiota di Andrea l'ha portata fuori a bere un paio di volte in queste settimane, ma che non è successo niente. Sono solo amici, mi ha scritto. Comunque voglio fare in modo che lui si levi tutte le strane idee dalla testa.»
«Le chiederai se vuole mettersi con te?»
«Sì, le lascerà un bigliettino dentro un libro dove ci sarà scritto: "Vuoi metterti con me?" e lei dovrà barrare la casella del sì o del no.»
«Tom, sei davvero divertente. Quando ti vengono in mente queste cose, di notte?» ribatto, guardandolo in cagnesco.
«Hai proprio bisogno di scopare, Jack! L'ho sempre detto, scopa di più e vedrai che comincerai a essere più simpatico.»
Scuoto la testa e sbuffo, poi salgo sul bus privato della band. Mi dispiace non riuscire a vedere prima Anna, ma gli impegni me lo rendono impossibile. Infatti domani mattina presto partiremo di nuovo per raggiungere una città a qualche ora da casa, dato che suoneremo e presenteremo il libro in quella zona. Alloggeremo un paio di notti in hotel e torneremo giusto in tempo per l'evento alla Tana delle Storie.
Essere sempre in viaggio può risultare meno esaltante di quanto si creda, in certe occasioni. Ci sono momenti in cui mi sento completamente esaurito, soprattutto quando passiamo da un fuso orario all'altro, è come essere perennemente ubriachi, senza sapere dove ci si trova di preciso o che ore sono.
Viene facile cercare una scappatoia, una via di fuga, io l'ho fatto in passato, ma me ne sono pentito. Preferisco trovare altri punti fermi nella mia vita, che mi facciano sentire a casa anche quando sono lontano e, per ora, ce la sto mettendo tutta perché uno di essi sia Anna. Sembra banale, ma i suoi messaggi e le sue telefonate in queste due settimane hanno fatto pesare meno la stanchezza e lo stress, nonostante sia stato bombardato di attenzioni più del solito, a causa della storia delle foto, che suscitano ancora un certo livello di scandalo.

Andrà tutto bene, lo so.

C'è questo messaggio di Anna che, nella sua semplicità, mi ha convinto che sarà così.

Finalmente arriva la serata della presentazione del libro alla Tana delle Storie.
Quando entro in libreria con gli altri e vedo Anna, al fianco di Ettore, vengo preso dall'insano desiderio di abbracciarla e baciarla di fronte a tutti. Se non fosse pieno di fotografi impiccioni che aspettano solo una cosa del genere per avere lo scoop del giorno.
Stasera è davvero stupenda, indossa un abito a maniche lunghe rosso, con la gonna sopra al ginocchio. In questo momento è di spalle e il suo fondoschiena è una vista mozzafiato.
«A tette è messa male, ma ha proprio un bel culo, eh?» commenta Tom. Lo fa apposta, per vedere se reagisco, ma lo ignoro e vado a salutare il proprietario della libreria e la ragazza di cui sono innamorato.
«Buonasera, Giacomo!» mi saluta Ettore allegro. Sembra dimagrito dall'ultima volta che l'ho visto, però la sua vitalità è sempre la stessa.
«Allora, direi che è arrivata un bel po' di gente.» Rivolgo lo sguardo alla libreria, piena di fan urlanti e impazienti. Ricambio i loro saluti, sorridente.
«Ancora di più che per la sessione acustica» commenta Anna, con le guance imporporate.
«Sono davvero contento.» Di rivederti, vorrei aggiungere.
Lei mi sorride, poi devo lasciarla momentaneamente per raggiungere gli altri, seduti dietro un tavolo che ci separa dai fotografi e dai fan.
La presentazione all'inizio è uguale a tutte quelle che abbiamo fatto finora, poi però un giornalista impertinente se ne esce con una domanda più indiscreta del solito.
«Qui presente c'è anche la ragazza che è stata punzecchiata in alcune foto imbarazzanti con te, Jack. Cosa provi a riguardo?»
Sento un mormorio attraversare la stanza e gli sguardi di tutti si spostano su Anna.
Io continuo a fissare il tizio dritto negli occhi, ma so che lei deve essere in estremo imbarazzo. Questo giornalista impiccione, doveva proprio attirare l'attenzione su di lei?
«Sono tranquillo. Quella storia è acqua passata. Io e Anna siamo in ottimi rapporti.» Distolgo un attimo lo sguardo per sorridere alla diretta interessata, che però non mi vede, perché ha abbassato la testa, in imbarazzato.
«Quindi state insieme al momento?»
«Voi giornalisti mancate proprio di originalità, vero? Questa domanda mi è stata già fatta decine di volte e non intendo rispondere più.»
Il mio tono secco lo convince a non insistere più e per fortuna nessun altro cerca di indagare sulla mia vita sentimentale durante il resto della serata.
Dopo che abbiamo firmato autografi, fatto foto con i fan e posato per qualche scatto per i vari articoli, tutti se ne vanno e in libreria rimaniamo solo noi dei Crunchy Melodies, il nostro staff, Anna, Ettore e Claire.
Quest'ultima e la libraia stanno discutendo animatamente riguardo al successo riscosso la settimana scorsa con il primo incontro del gruppo di lettura che hanno organizzato.
«La prossima volta Tom, Alex e Jack saranno dei nostri, vero?» esclama Claire a un certo punto, includendo anche me e i ragazzi nella discussione. Io mi faccio più vicino, posizionandomi di fianco ad Anna e le nostre mani si sfiorano inavvertitamente.
Le rivolgo un sorriso. «Se non saremo in tour con i Crunchy, più che volentieri!»
«Uno lo abbiamo convinto, ora, che ne dice il mio maritino adorato? Abbiamo bisogno di un po' di testosterone, anche se quello di cui disponiamo al gruppo non è male. Vero, Anna? Quell'aspirante scrittore ha un suo fascino.» Le due si scambiano un'occhiata d'intesa, poi Claire afferra Tom per un braccio e lo esorta: «Allora, che ne dici?»
Lui scuote la testa, risoluto. «Non se ne parla. Resto volentieri a casa con i bambini. Chiedi al caro e dolce Alex, qui, che non sa dirti di no.»
Il nostro amico, chiamato in causa, si affretta a negarsi: «Non leggo da quando andavo alle scuole medie.»
«Piantala, che alle superiori avevi sempre in mano un libro!»
«Lo facevo per affascinare le ragazze, mica leggevo sul serio.»
«Direi che non ti è servito a molto, eh?» lo punzecchia Tom, riferendosi al fatto che la vita amorosa di Alex non fosse di certo rose e fiori ai tempi delle superiori.
«Devo dire qui davanti a tutti cosa avevi sempre in mano tu a quei tempi?»
Cala un silenzio generale e Anna, in imbarazzo, guarda Claire.
«La chitarra era di certo più efficace per accalappiare le ragazze» afferma Tom, talmente sicuro di sé che scoppiamo tutti a ridere.
«Su, Don Giovanni, ora è arrivato il momento di tornare a casa dai tuoi due bambini. Sono finiti i tempi della cuccagna» lo prende in giro Claire, ma lui le ruba un bacio a fior di labbra, dimostrando così che non gli mancano affatto le sue avventure.
Quando anche lo staff e i miei amici lasciano la libreria, rimaniamo solo Anna, il proprietario ed io.
«Ettore, ti vedo stanco, perché non torni a casa? Ci penso io a chiudere qui e a sistemare le ultime cose» propone Anna.
«Aiuto io Anna, vada pure a riposarsi.» L'uomo non ha una bella cera.
«Grazie, ragazzi. Non me lo farò ripetere due volte, sono davvero esausto.»
Anna lo guarda uscire con aria preoccupata.
«Mi capita di dimenticarmi che ormai ha quasi settantotto anni. Nella mia mente non riesco a immaginare questo posto senza di lui.»
Il suo tono è triste, il che mi spinge a prenderle una mano tra le mie.
«Ha appena passato un periodo in cui ha avuto tante preoccupazioni e la serata è stata intensa. Vedrai, ora che la libreria è al sicuro si riprenderà. Gli restano molti anni da vivere, Ettore è in gamba.»
Anna mi sorride.
«Senti, c'è una cosa che vorrei dirti...»
Lei mi interrompe: «Non senti degli spifferi? Forse Ettore ha lasciato aperto, vado a controllare.»
Nn appena raggiunge la pesante porta della Tana delle Storie, lancia un urlo. Corro subito a vedere cosa è successo.

***

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per i vostri voti, commenti e perché continuate a seguire la storia!

Alla prossima,

Maria C Scribacchina

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora